Dal Piemonte alla Sicilia Gli operai in piazza per difendere l'articolo 18 Blocchi stradali, assemblee, sit-in, cortei. Diverse categorie si uniscono alla protesta dei metalmeccanici Il PMLI a fianco degli operai a Firenze. Apprezzato Volantinaggio alla St. Microelectronics di Catania Combattiva e in crescendo, dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri del documento sulla controriforma del "mercato del lavoro" la mobilitazione degli operai metalmeccanici in difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, indetta dalla Fiom e dalla CGIL a partire dal 20 marzo. Da Nord a Sud in decine di città e in tutti i capoluoghi di provincia e regionali, si sono svolte combattive e partecipare manifestazioni, sit-in, assemblee, cortei con blocchi stradali. Il cuore della classe operaia italiana manifesta ormai da più di una settimana con una grande combattività e coscienza contro ogni ipotesi di modifica dello Statuto dei lavoratori trainando nella protesta sempre più categorie. E mentre scriviamo la mobilitazione continua, si moltiplicano le iniziative, spontanee oppure organizzate dal sindacato, ed altre ne sono previste. Per raccontarle tutte non basterebbe l'intero giornale. A questa mobilitazione il PMLI sta fornendo tutto il suo appoggio militante, diffondendo i volantini, come a Napoli, Catania e Firenze e partecipando alle manifestazioni e alle assemblee e mobilitazioni operaie. Motori della protesta le grandi città operaie. In Piemonte, nella mattina del 21 marzo diverse centinaia di lavoratori della fabbrica aeronautica Alenia del comune di Caselle (Torino) hanno raggiunto gli arrivi dell'aeroporto, bloccando la tangenziale. Anche a Torino centinaia di metalmeccanici hanno attraversato in corteo corso Francia. A loro si sono uniti gli operai della gomma plastica, della chimica, i tessili e i lavoratori del commercio. "Le iniziative continuano e confermano l'intenzione della Cgil e della Fiom di non considerare chiusa la partita dell'articolo 18", ha detto il segretario provinciale della Fiom di Torino, Federico Bellono. In Valle d'Aosta la Flc-Cgil è mobilitata in base all'appello della Flc nazionale che chiama "tutti comparti della conoscenza alla mobilitazione contro le scelte del Governo che riportano indietro la civiltà del lavoro". Il 22 di marzo a Milano hanno manifestato in corteo anche gli operai della Jabil, che non possono scioperare perché sono già stati licenziati, ma non demordono. Entrano in pieno nella lotta in difesa dell'articolo 18 anche i lavoratori della cultura. La Cgil del Teatro alla Scala di Milano ha infatti proclamato per martedì pomeriggio una assemblea e uno sciopero il 31 marzo per protestare proprio in difesa dell'articolo 18. Altissimi i dati dell'adesione agli scioperi in tutta la Lombardia. A Mantova hanno incrociato le braccia il 90% dei lavoratori della Belleli e della Comer e l'80% della Zanotti. A Bergamo l'80% dei lavoratori della Somaschini di Trescore Balneario. Il 20 marzo a Sesto San Giovanni, nella provincia di Milano, erano state bloccate le strade del paese da un combattivo corteo di centinaia di metalmeccanici (vedi cronaca a parte). Forte la mobilitazione in Liguria, dove alla Fincantieri Muggiano di La Spezia 800 operai in assemblea hanno deciso di proclamare uno sciopero unitario e di occupare lo stabilimento per protesta. Dalle prime luci dell'alba, i lavoratori hanno stazionato di fronte ai cancelli della fabbrica. Ad essi si sono uniti gli operai dell'indotto. Insieme dietro lo striscione della RSU, sono usciti dal cantiere ed hanno bloccato per circa mezz'ora la strada di collegamento con il capoluogo. Il 22 marzo i metalmeccanici hanno scioperato anche a Trieste e in varie altre città del Friuli. A Monfalcone (Gorizia), scioperi ad Ansaldo e Fincantieri. Altissime le adesioni alla protesta nella stragrande maggioranza delle fabbriche del Trentino, del Veneto e dell'Emilia-Romagna. A Modena, il 22 marzo blocchi spontanei della produzione e assemblee per approvare numerosi ordini del Giorno di Rsu e Rsa aziendali contro la manomissione dell'art.18 dello Statuto dei Lavoratori. Particolarmente forte e partecipata la protesta in Toscana (vedi cronaca a parte). Gli operai della Piaggio hanno bloccato la superstrada Firenze-Pisa-Livorno. Il PMLI è stato presente alle manifestazioni davanti alla prefettura fiorentina e davanti alla presidenza della regione Toscana, con i simboli del Partito e diffondendo numerose copie dell'ultimo volantino contro Monti, affisso presso le mense e Facoltà universitarie e in alcune scuole medie superiori di Firenze. In Umbria, a Terni si sono fermati i combattivi operai di quasi tutti i reparti dello stabilimento della Thyssen Krupp, per uno sciopero di due ore ripetuto in tutti i turni. "Dobbiamo far capire che anche qua dentro, senza articolo 18, ci saranno licenziamenti motivati dalla crisi economica - ha detto Attilio Romanelli, segretario generale della Fiom Cgil di Terni - che diventerà la scusa per poter fare quello che si vuole dei lavoratori". Nelle Marche e nel Lazio proseguono gli scioperi spontanei nelle fabbriche. Il 27 di marzo si sono svolti combattivi presidi davanti a tutte le prefetture della regione, mentre a Roma, il partecipato appuntamento si è tenuto a Piazza Santi Apostoli. E già dalla prossima settimana a Frosinone le categorie dell'industria e dei servizi si mobiliteranno a fianco dei metalmeccanici. Manifestazioni anche In Abruzzo, dove alla Sevel di Chieti gli operai di tutte le sigle hanno scioperato aderendo unitariamente alla manifestazione della Fiom. In Campania, a Castellammare (Napoli) sono state bloccate per due ore tutte le attività dei cantieri navali da parte degli operai. Diverse manifestazioni in Basilicata, tra cui il partecipato corteo con presidio nell'area industriale di Potenza svoltosi il 27 marzo. In Puglia le manifestazioni hanno toccato tutti i capoluoghi. A Brindisi le RSU di Fiom-Fim-Uilm dello stabilimento Agusta Westland hanno proclamato 2 ore di sciopero con assemblea. Qualche giorno prima alla Magneti Marelli di Bari (Gruppo Fiat) si era svolto uno sciopero di 3 ore che aveva visto la partecipazione del 100% degli operai. Scioperi e assemblee in Molise e in Calabria, dove la Fiom ha aperto una "fase di mobilitazione e di assemblee in tutti i luoghi di lavoro per arrivare allo sciopero generale". In Sicilia, sciopero di 4 ore alla Fincantieri di Palermo all'inizio di ogni turno con presidio davanti ai cancelli e blocco stradale nella zona di via dei Cantieri, mentre a Catania i combattivi operai della St. Microelectronics scioperavano al 90%. I compagni della Cellula "Stalin" della provincia di Catania del PMLI hanno effettuato una diffusione apprezzata dagli operai (vedi cronaca a parte). Sit-in di operai e lavoratori si sono svolti presso le prefetture di Agrigento e di Messina. In Sardegna, il 22 marzo nella zona industriale del comune di Sarroch (Cagliari) si è tenuto lo sciopero di due ore con manifestazione davanti ai cancelli della raffineria Saras. Moltissime altre le proteste in tutta l'isola. Siamo nel pieno di una mobilitazione che sta mostrando tutta la determinazione della classe operaia italiana forte e compatta da Nord a Sud nel difendere l'articolo 18. Una mobilitazione che, trainata dagli operai metalmeccanici, mostra che la forza per vincere questa battaglia esiste. Ma questa mobilitazione avrebbe bisogno che la Cgil sostenesse fino in fondo la lotta. Occorre la mobilitazione generalizzata dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, dei giovani, occorre muovere la piazza. Sarebbe necessaria la immediata proclamazione dello sciopero generale di 8 ore con manifestazione nazionale a Roma per respingere la controriforma del lavoro e mandare a casa Monti, degno successore di Berlusconi, e Elsa Fornero, la Marchionne del governo Monti. 28 marzo 2012 |