Rispondendo all'appello lanciato alla mobilitazione del 12 ottobre Occupazioni, autogestioni e cortei degli studenti in tutta Italia È stata una settimana assai intensa e importante per il movimento studentesco quella fra il 12 ottobre, data della mobilitazione che ha attraversato 90 città, al 27 ottobre, giornata del "No Monti Day" che ha visto una nutrita partecipazione studentesca. Le studentesse e gli studenti della Rete della Conoscenza avevano infatti convocato tre giornate di mobilitazioni dal 24 al 26 ottobre. Dal Nord al Sud, migliaia di studenti medi e universitari hanno risposto alla chiamata, mettendo in campo occupazioni, autogestioni, cortei, sit-in e altre iniziative. L'obiettivo, ben raggiunto, era quello di interrompere le attività ordinarie per richiamare nuovamente l'attenzione sull'opera demolitrice dell'istruzione pubblica portata avanti da questo governo e dalla maggioranza parlamentare che lo sostiene, ridare la parola alle studentesse e agli studenti e rivendicare con forza scuola e università pubbliche e aperte a tutti. "Gli studenti - scriveva il Coordinamento universitario Link in un comunicato diffuso per fare il bilancio della prima giornata - si oppongono radicalmente alla legge 953 (ex Aprea) che mira a privatizzare le scuole e cancellare i diritti degli studenti, ai tagli all'istruzione della legge di stabilità assieme ai docenti e allo smantellamento del sistema di diritto allo studio universitario attraverso l'introduzione del prestito d'onore". Le tre giornate si sono aperte il 24 con svariate iniziative: a Torino gli studenti hanno occupato la presidenza di lingue e il rettorato per protestare contro il sovraffollamento delle aule, a Pisa hanno bloccato la seduta del Senato accademico per protestare contro i privati nel Consiglio di amministrazione. A Bari gli studenti hanno occupato la facoltà di scienze della formazione, obbligando il Consiglio di facoltà del giorno successivo ad accogliere la loro richiesta per il riordino degli orari di lezione e la riorganizzazione generale degli spazi. Intanto, in decine di scuole, soprattutto al Sud, si sono tenute assemblee autoconvocate sfociate in cortei, occupazioni e autogestioni. Il 25 ottobre a Roma gli studenti della Sapienza hanno occupato le strutture della Scuola superiore di studi avanzati, una scuola d'élite retta da Alessandro Schiesaro (ex collaboratore di Gelmini, mente della legge Gelmini del 2010, ma anche nelle grazie del PD) e aperta a soli 16 studenti, per la quale però sono stati stanziati 200 milioni su 10 anni. Gli studenti romani protestavano contro "l'idea che si possa creare un'università di serie A accessibile a pochi, e che solo a quei pochi si possano garantire qualità dei saperi e diritti, e università di serie B sempre più dequalificate e sempre più escludenti a causa dei continui tagli e dei conseguenti innalzamenti delle tasse". Lo stesso giorno a Salerno si è tenuto un corteo studentesco antifascista contro le incursioni dei giorni scorsi dei teppisti di "Blocco studentesco". Le iniziative sono proseguite a pieno ritmo fino a tutta la giornata del 26 ottobre, in certi casi senza fermarsi nemmeno di notte. In questo stesso giorno, istituzioni sono state "assaltate" e occupate a Pisa (l'INAIL, contro la mancata apertura di una residenza studentesca di sua proprietà), Genova (l'Ufficio scolastico provinciale per rivendicare "Stop Aprea", "Stop 24 ore", "Stop fondi alle private") e Torino (la sede della Regione governata dal fascio-leghista Cota). Sentito anche il tema dell'edilizia scolastica, come a Trieste dove ha portato in piazza centinaia di studenti. Molto diffuse le lezioni in piazza. Questi i tratti salienti di tre giornate comunque molto piene. Le occupazioni, le autogestioni e i cortei si sono susseguiti a macchia d'olio in tutta la penisola e sulle isole. Tanti, ancora, sono gli appuntamenti in vista. Nell'ambito dell'assemblea per i 10 anni del Social Forum del 2002 in programma a Firenze dall'8 all'11 novembre, si terrà un'assemblea studentesca internazionale dall'8 al 9 novembre. Intorno al 14 novembre, data dello "sciopero europeo", si prevedono altre iniziative nelle scuole e nelle università. Per arrivare al 16 novembre, data in cui gli studenti italiani si mobiliteranno, con un giorno d'anticipo, per la giornata internazionale dei diritti degli studenti, che cade il 17 novembre. Dal 3 al 4 novembre, inoltre, a Roma si terrà l'assemblea del network StudAut. Importante la dichiarazione dell'UdS a conclusione delle tre giornate: "È evidente però che l'opposizione a tali misure (ddl 953, tagli, ecc., ndr) è una condizione necessaria ma non sufficiente per uscire dalla crisi con un nuovo modello di sviluppo socialmente ed ecologicamente sostenibile, e con più diritti per tutte e tutti. Anche per questo noi studenti non ci fermiamo qui". Perché, come abbiamo già rilevato, dà prova che gli studenti sono alla ricerca di un'alternativa al capitalismo fallimentare. Un'alternativa per i marxisti-leninisti non può che essere il socialismo. Insomma, si può proprio dire che gli studenti hanno infranto i sogni di Monti e della sua maggioranza, PD in primis, che li avrebbero voluti in un gelido inverno di letargo, per scatenare un autunno di fuoco. Si confermano le ottime premesse e prospettive perché il movimento studentesco si compatti, vada in fondo nella sua lotta e nelle sue rivendicazioni e ottenga dei risultati. Sta alle studentesse e agli studenti marxisti-leninisti, impegnarsi, non solo nelle manifestazioni ma anche, dove possibile, all'interno delle scuole e facoltà, per la scuola e l'università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti. Nell'immediato urge convincere il movimento studentesco ad assumere come prima rivendicazione la cacciata del governo Monti della grande finanza, dell'UE e della macelleria sociale. 31 ottobre 2012 |