Montegiovi, simbolo della lotta partigiana

Molti sono gli avvenimenti che legano a doppio filo le popolazioni locali a questo territorio: subito dopo l'8 settembre 1943 Monte Giovi fu uno dei luoghi dove i primi "ribelli" si aggregano in formazioni partigiane. Ed è qui che vengono formate alcune delle più famose brigate partigiane che attirano nella zona centinaia di giovani provenienti da Firenze e dal Mugello.
Quello che rende particolari gli avvenimenti su Monte Giovi nella storia della Resistenza in Toscana è il legame che si instaurò fra i partigiani e le popolazioni locali. Sebbene in molti altri luoghi i partigiani trovassero generosa accoglienza, in questo caso interi paesi, su tutti Acone, offrirono spontaneamente rifugio e collaborazione che non venne mai meno anche quando le popolazioni stesse dovettero subire la vendetta nazifascista come a Padulivo sul versante del monte che guarda Vicchio di Mugello, alla Pievecchia nei pressi di Pontassieve e a Berceto nel comune di Rufina.
I partigiani ricambiarono queste attenzioni in particolare salvando più volte i beni dei contadini dai sequestri che operavano i tedeschi o dall'ammasso obbligatorio che esigevano i fascisti. Ed anche il rapporto coi proprietari di queste terre, i conti Spalletti, fu particolarmente proficuo. Più d'uno furono gli "agguati di copertura" cui fortunosamente sfuggirono e che regolarmente si concludevano con una bevuta tutti assieme.
Fra i primi gruppi partigiani che si formarono sul Giovi ci fu il "Gruppo Pontassieve" rimasto noto per la volontà di agire in totale indipendenza al punto che i partigiani che lo costituivano non si aggregarono alle altre formazioni se non dopo il suo scioglimento.
Sempre a Monte Giovi si formarono la "Faliero Pucci" e la "Spartaco Lavagnini" ed operarono la brigata "Caiani" e la "Lanciotto Ballerini". Ai partigiani si unirono alcuni prigionieri di guerra russi che erano stati fino ad allora reclusi in un campo nei pressi della vetta del monte, al Tamburino, e che dopo la fuga avevano trovato rifugio ad Acone.
Monte Giovi ha rappresentato per molti partigiani una sorta di luogo inespugnabile soprattutto perché, cosa più unica che rara, negli scontri coi fascisti e con i tedeschi le brigate partigiane non ebbero mai caduti e solo pochissimi feriti. Infine, nell'agosto del '44 da qui partì o transitò buona parte dei partigiani che contribuirono alla battaglia per la Liberazione di Firenze.
Ecco perché questa montagna è un simbolo indelebile della vittoriosa lotta contro il mostro nazifascista.

17 luglio 2013