Invitato a Casapound a Roma L'ex terrorista Morucci d'accordo coi fascisti per cancellare l'antifascismo Per chi come noi, fedeli all'insegnamento di Lenin, ha sempre sostenuto che il terrorismo nero e quello sedicente rosso sono due facce della stessa medaglia perché entrambi fanno il gioco della classe dominante borghese, il primo direttamente al suo servizio e il secondo come suo strumento manovrato a distanza, non è certo una sorpresa che l'ex brigatista "rosso" Valerio Morucci sia stato invitato e accolto con tutti gli onori e applauditissimo il 6 febbraio scorso ad un dibattito nel famigerato covo fascista romano di Casapound. Quello, per intenderci, a cui fanno capo gli squadristi provocatori del Blocco studentesco che aggredirono con cinghie e bastoni tricolori gli studenti dell'Onda in piazza Navona lo scorso 29 ottobre, e che pochi giorni dopo effettuarono il raid terroristico notturno nella sede di Rai3. Ma è anche, più in generale, un ricettacolo di tutto il fascistume che si muove alla destra di AN (La destra, Fiamma tricolore, Terza posizione, ecc.) e persino oltre. Il suo omologo milanese, per esempio, è il famigerato Cuore nero. Trattasi insomma di una fogna che si traveste ambiguamente da "centro sociale autogestito" di tipo anarco-fascista e maschera la sua attività prezzolata di infiltrazione nei movimenti giovanili, di spionaggio e di provocazione dietro pretese "iniziative culturali" come questa con Morucci. L'ex "brigatista", che partecipò al sequestro e all'uccisione di Moro dichiarandosi poi "dissociato" dopo la sua cattura, il che gli è valso un congruo sconto di pena pur non avendo fatto nessuna "rivelazione" significativa sugli oscuri retroscena che ancora avvolgono questa vicenda, ci è andato a presentare un suo libro sulla sua esperienza carceraria, ma in realtà il tema dominante dell'incontro è stato la negazione dell'antifascismo. Quell'antifascismo che oggi è il bersaglio più odiato e attaccato tanto dai fascisti quanto dai rinnegati del comunismo alla Pansa, ma anche da pentiti ed ex falsi "rivoluzionari" ritornati all'ovile della borghesia come Morucci. Anzi, per l'esattezza l'iniziativa è partita proprio da quest'ultimo, con una lettera di solidarietà inviata ai fascisti del Blocco studentesco per l'"aggressione" da loro "subita" in piazza Navona da parte dei centri sociali, nella quale, spiegava il "Secolo d'Italia" del 30 gennaio nell'annunciare il dibattito con un'intera pagina e una foto di Morucci, l'ex "Br" "condannava la logica della contrapposizione ideologica e l'antifascismo come arma per alimentarla", chiedendo un confronto con i suoi interlocutori su questo tema. Richiesta accolta ben volentieri dal presidente di Casapound, Gianluca Iannone, con il solito frasario finto anarcoide tipico di questo covo di provocatori: "A Casapound il confronto è libero e noi pensiamo che Morucci sia una persona che ha delle cose da dire". Ma il clamore mediatico che ha accompagnato l'evento (trasmesso anche da Radiobandieranera, oltre al grande spazio che gli ha dato la stampa) e la partecipazione di altri noti arnesi della destra neofascista, come i giornalisti Angelo Mellone, Gabriele Adinolfi (Terza posizione) e il figlio Carlomanno (della rivista Occidentale, diretta da Iannone), il consigliere del Pdl al comune di Roma Luca Gramazio, e della ex "sinistra" pseudorivoluzionaria e trotzkista, come l'ex direttore di "Lotta continua" oggi lautamente remunerato dal sistema, Giampiero Mughini, nonché il giornalista ex "autonomo" Ugo Maria Tassinari, oggi scrittore revisionista di successo alla Pansa per aver negato la pista nera sulla strage di Bologna, fanno piuttosto pensare ad una regia ben più ampia ed esperta dietro l'invito di Iannone. Sta di fatto che in questa fogna malleodorante ci hanno sguazzato felici e contenti, fascisti, trotzkisti pentiti ed ex terroristi "rossi", tutti uniti in nome della fine dell'antifascismo che, come ha detto il narcisista e megalomane Mughini, "oggi è solo una cretineria". E anche per Morucci l'antifascismo è "un'idea cristallizzata, stereotipata", un "residuo che bisogna provare a sciogliere". Alla fine, insomma, è stata una bella rimpatriata tra "ex nemici" accomunati dall'odio per l'antifascismo, a dimostrazione di quanto il terrorismo nero e quello sedicente "rosso", apparentemente opposti, fossero in realtà contigui e servissero lo stesso disegno reazionario e anticomunista. 1 aprile 2009 |