Pioggia di prescrizioni sul processo per la mattanza dei manifestanti no global del 17 marzo 2001 a Napoli Con un epilogo vergognoso lo Stato borghese insabbia uno dei fatti più gravi degli ultimi trent'anni Il governo di "centro-sinistra" Amato fu complice dell'elaborazione del piano di "ordine pubblico" per non disturbare il G8 imperialista Furono le prove generali di quello che si verificò a Genova 4 mesi dopo Redazione di Napoli Mercoledì 9 gennaio, con una sentenza preannunciata, la Corte di Appello di Napoli ha dichiarato il non doversi procedere, per prescrizione, nei confronti degli agenti delle "forze dell'ordine" che il 17 marzo 2001 repressero duramente, nel capoluogo campano, i 40mila manifestanti no-global in piazza Municipio. La prescrizione ha investito il reato più grave contestato agli imputati, il sequestro di persona, mentre i reati di abuso di ufficio e lesioni personali erano caduti, sempre per prescrizione, con la sentenza di primo grado che aveva comunque accertato le responsabilità penali. Gli agenti Raffaele Manna e Damiano Tedesco, che avevano rinunciato alla prescrizione, escono dal processo con una doppia condanna a 10 mesi e 6 mesi pena sospesa (in primo grado il collegio giudicante li aveva puniti a pene di gran lunga maggiore: due anni e due mesi e due anni e 6 mesi). Fabio Ciccimarra e Carlo Solimene (due anni e otto mesi in primo grado), Pietro Bandiera, Michele Pellegrino, Franco Incalza, Paolo Chianese, Damiano Avallone, Espedito Avellino escono indenni dal processo per quanto concerne la pena finale che viene congelata per sempre con la prescrizione (ben 12 anni per avere il secondo grado di giudizio!). Per le parti civili non rimane altro che la strada del risarcimento dei danni in sede civile, atteso che la Corte di Appello napoletana ha riconosciuto il danno da quantificare davanti il giudice civile in diverso e nuovo procedimento. Un epilogo vergognoso con il quale lo Stato borghese getta la spugna su uno degli episodi più gravi degli ultimi trent'anni, insabbiando, di fatto, le condanne e non facendo alcuna giustizia processuale dei gravi fatti del 17 marzo 2001. Il verdetto storico dei fatti è stato, invece, ben tracciato: quella giornata vi fu un piano ben studiato a tavolino per non disturbare il G8 imperialista, organizzato sotto l'egida del governo di "centro-sinistra" Amato che, peraltro, aveva nominato gli uomini che a Genova diressero poi polizia, carabinieri, finanzieri e servizi segreti. Una inquietante repressione durante il Global Forum sull'e-government, scatenata dal medesimo governo di "centro-sinistra", appoggiato da una coalizione che andava dall'Ulivo all'UDEUR fondata dal capo dei gladiatori, Cossiga, passando per il falso partito comunista PdCI. Ministro degli Interni era Enzo Bianco (oggi PD) che negò l'incontro tra una delegazione dei manifestanti e i partecipanti al G8, nonché la possibilità di continuare a far manifestare anche oltre la "zona rossa". Un diniego che nascondeva una strategia ben precisa e costruita nei minimi particolari tesa con modalità assassine contro i manifestanti che, accerchiati e intrappolati in Piazza Municipio, asfissiati con i lacrimogeni, caricati e manganellati da ogni lato, furono spinti in massa verso il fossato del Maschio Angioino. Il morto non ci scappò solo per caso, ma i feriti non si contarono: furono le prove generali poi espressa nel massimo della repressione neofascista pochi mesi più tardi a Genova, quando verrà assassinato il giovane Carlo Giuliani. Duri i commenti alla sentenza: per gli avvocati Liana Nesta e Giancarlo Pezzuti fu un "vero e proprio rastrellamento: nulla poteva giustificare, nessuna disposizione normativa, il trattenimento dei giovani all'interno della caserma Raniero" dove per ore e senza motivo furono trattenuti quasi un centinaio di manifestanti. Mauro, all'epoca portavoce del Collettivo "Studenti di Giurisprudenza in Lotta" e del Comitato Antifascista "Vincenzo De Waure" e oggi avvocato penalista, afferma: "subii un colpo alla testa e poi fui accompagnato all'ospedale del Vecchio Pellegrini dove i medici mi riscontrarono un sospetto trauma cranico prescrivendomi riposo assoluto. Così non fu: fui perquisito diverse volte e trattenuto per tutto il pomeriggio alla caserma Raniero". Una ragazza, raccontano gli avvocati, ricevette gli sputi in viso dopo essere stata tirata per i capelli, e fu vittima di pesanti allusioni sessuali, come così altre studentesse. Grave il silenzio di tutto il "centro-sinistra" sulla vicenda (inclusi i trotzkisti e neorevisionisti annidati in SEL, PdCI e FdS), corresponsabile con il governo Amato e il ministro degli Interni Bianco di tutta l'organizzazione repressiva sia del G8 di Napoli che di quello di Genova, gestito sul campo da Berlusconi e Fini, che già fecero fallire e boicottarono la commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti del 2001. 16 gennaio 2013 |