Golpe istituzionale con l'avallo del governo e del Consiglio supremo di difesa Sui caccia da guerra F35 Napolitano espropria il parlamento Per non dispiacere a Obama e per rafforzare l'interventismo dell'imperialismo italiano il nuovo Vittorio Emanuele III farà spendere all'Italia 13 miliardi di euro nei prossimi 12 anni Sull'acquisto dei caccia da guerra F35 decide il governo. Parola di Napolitano che con un vero e proprio golpe istituzionale, avallato dal governo e dal Consiglio supremo di difesa, ha espropriato il parlamento di ogni potere di veto rispetto all'acquisto dei costosissimi, anticostituzionali e peraltro difettosi 90 cacciabombardieri americani che costeranno all'Italia ben 13 miliardi nei prossimi 12 anni. Il 29 giugno il parlamento aveva infatti approvato una mozione PD-PDL che impegna il governo "relativamente al programma F-35, a non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il parlamento si sia espresso nel merito, ai sensi della legge 244/2012" e istituiva una commissione parlamentare che in sei mesi avrebbe dovuto valutare i pro e i contro dell'acquisto. Una mozione dunque assolutamente innocua che ha come obiettivo non certo quello di rimettere in discussione il programma di riarmo militare dell'Italia quanto di impedire nell'immediato la spaccatura interna al PD e dello stesso governo rimandando di qualche mese il problema. Innocua anche perché comunque il governo ha una maggioranza schiacciante in parlamento. Ma solo il fatto che il parlamento potesse dire la sua su tale faccenda ha suscitato la ferma e irata reazione del nuovo Vittorio Emanuele III, Napolitano, che ha immediatamente convocato il Consiglio supremo di difesa, da lui presieduto, alla presenza di mezzo governo: il presidente del consiglio, Enrico Letta; il ministro degli Affari Esteri, Emma Bonino, il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, il ministro dell'Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, il ministro della Difesa, Mario Mauro, il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, nonché il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Amm. Luigi Binelli Mantelli. A conclusione di tale Consiglio è stato emesso un comunicato che, pur non citando mai gli F35, di fatto smentisce la mozione ammonendo che "La facoltà del parlamento" riconosciuta dalla legge di riforma della difesa, la n. 244/2012, "non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell'esecutivo". Vale a dire, il parlamento non può impedire in nessun modo al governo di acquistare i caccia bombardieri e rafforzare l'interventismo dell'imperialismo italiano. Il parlamento è stato così di nuovo umiliato, svuotato di poteri e ridotto a organo di ratifica di provvedimenti già presi dal governo che avanza a suon di decreti e voti di fiducia. È come sancire nei fatti, per l'ennesima volta, che l'Italia non è più una repubblica parlamentare ma una repubblica presidenziale a cui manca solo il sigillo costituzionale. Peraltro l'atto di imperio di Napolitano non è stato stigmatizzato e respinto né dagli organi parlamentari, a cominciare dai presidenti di Camera e Senato, né dai partiti governativi. Solo qualche mugugno in casa PD. La presa di posizione del Consiglio superiore della difesa, che pure in quanto organo consultivo non ne ha la prerogativa, equivale a una sostanziale conferma dell'acquisto degli F35. L'aereo "super tecnologico" che sarà prodotto negli stabilimenti Lockheed Martin di Fort Worth vicino a Dallas è chiaramente un aereo per la guerra di aggressione e non certo per la difesa. Un aereo pieno di difetti che pure risulta il più costoso della storia. Tant'è vero che quasi tutti i Paesi che partecipano al programma di armamenti lanciato 16 anni fa per la realizzazione di 3.200 cacciabombardieri F35 hanno già annunciato di voler rivedere i loro impegni di spesa prima della stipula dei contratti definitivi per la fornitura dei nuovi aerei. Quasi tutti perché l'Italia invece ha di fatto confermato il suo impegno di spesa. Un ennesimo regalo che il rinnegato Napolitano ha confezionato per il neoduce Berlusconi e il PDL, da sempre schierati nettamente a favore degli F35, e soprattutto per il suo amico Obama e gli imperialisti americani che lo hanno sempre elogiato e sostenuto fin da quando militava nella corrente di destra del PCI, quella dei "miglioristi", lui primo esponente del partito revisionista a recarsi negli Usa. Mentre il nostro popolo soffre come mai per gli effetti devastanti della peggiore crisi economica e finanziaria del capitalismo, Napolitano ha preteso che l'Italia proseguisse imperterrita nella sua politica di riarmo militare per supportare la politica espansionista e imperialista dell'Italia. Davvero un bello sperpero di denaro pubblico estorto ai lavoratori e alle masse popolari mentre si tagliano scuole, ospedali, assistenza sociale e milioni di giovani, donne e lavoratori languono in cassa integrazione, nella precarietà e nella disoccupazione. 10 luglio 2013 |