Sotto sequestro la "Berta", covo storico dei mazzieri fascisti di Napoli Arrestati decine di nazifascisti per associazione sovversiva e banda armata Casapound e tutti i gruppi fascisti vanno sciolti Redazione di Napoli Associazione sovversiva, banda armata, detenzione e porto illegale di armi e materiale esplosivo, lesioni e aggressioni a pubblico ufficiale, riunioni non autorizzate in luogo pubblico, progettazione e realizzazione di attentati con lancio di bottiglie incendiarie contro i Centri sociali. Questo il campionario emerso in più di un anno e mezzo di indagini condotte dalla Procura di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, che ha portato agli arresti della teppaglia nazifascista racchiusa in Casapound. Dieci indagati, tra cui tre candidati alle prossime politiche, di cui due in carcere, cinque ai domiciliari e tre con l'obbligo di dimora: il capo del gruppo, Enrico Tarantino (già candidato con Lettieri, PDL, alle amministrative del 2011), Emmanuela Florino (seconda in lista nel collegio Campania 1 e ultima su Campania 2 per Casapound e figlia dell'ex senatore fascista Michele Florino, oggi in quota alla Fiamma Tricolore di Romagnoli), Giuseppe Savuto (candidato numero tre alla Camera collegio Campania 1), Mario Mascolo (fascista storico e numero uno nella lista dei candidati al Senato), Aniello Fiengo, Giuseppe Guida, Massimo Marchionne e Giovanni Senatore (tutti agli arresti domiciliari), Raffaele Palladino, Andrea Coppola e Alessandro Mennella (questi ultimi destinatari della misura dell'obbligo di dimora). "Mein kampf" e stupri Dalle indagini emergono particolari inquietanti: l'organizzazione di attentati contro alcuni commercianti ebrei e in particolar modo un gioielliere; l'organizzazione di uno stupro ai danni di una studentessa universitaria ebrea; la lettura sistematica del "Mein Kampf" di Hitler e degli scritti di Mussolini; la scoperta nel covo sequestrato a via Foria di decine di manifesti inneggianti all'odio etnico e all'antisemitismo, confermato nelle intercettazioni telefoniche. Emergono le personalità nere e violente dei fascisti, come Tarantino che sul profilo Facebook inneggia a Hitler, porta sempre un coltello in tasca e lo considerano nell'ambiente un "fuso di testa" e vuole organizzare con Andrea Coppola (leader di Blocco studentesco, anche questi indagato) l'incendio di un negozio. In un'altra conversazione intercettata il 15 dicembre 2011, si afferma letteralmente che "qua andiamo a finire coi mitra in mano da mò ad un anno"; in un'altra ancora si pensa allo stupro di una ragazza ebrea: "questa passa e la salutano tutti, anche i palestinesi, gli arabi: la cosa mi sta facendo stizzire troppo, io questa la devo picchiare o me la chiavo e gli faccio uscire anche il sangue". La Florino, nell'organizzare un corteo, parla di "una camionetta piena di caschi e mazze: Napoli deve avere bombe a mano e quant'altro". Infatti, il procuratore Cantelmo delinea un quadro più completo aggiungendo alle accuse anche quelle delle aggressioni di tipo squadrista contro avversari politici, di organizzazione a puntino degli scontri di piazza della primavera 2011, di indottrinamento dei giovani fascisti all'odio razziale ed etnico e all'antisemitismo. Il covo dei nazifascisti: la sezione "Berta" Punto centrale dell'inchiesta è anche il luogo (sottoposto a sequestro da parte della Procura napoletana) dove si riunivano i topi di fogna fascisti ossia la famigerata sezione "Berta" di via Foria, ritrovo storico dei mazzieri fascisti, crocevia delle trame nere degli ultimi quarant'anni, covo dello squadrismo napoletano. Dedicato al fascista fiorentino Gianni Berta giustiziato nel 1921 dagli antifascisti, il covo servì ai fascisti per organizzare sistematicamente decine di violenze in città che culminarono con la morte di Jolanda Palladino nel 1975 rimasta intrappolata nella sua auto arsa viva da una molotov lanciata da Umberto Fiore, poi riconosciuto come appartenente alla sezione nera, che fece solo sei anni di carcere. Oggi, come allora, Casapound Napoli pianificava nuove violenze contro i giovani antifascisti e ebrei, mantenendo ferme le immagini di Mussolini e del repubblichino e doppiogiochista spia al servizio della CIA in funzione antipartigiana, il "poeta" Ezra Pound, con la targa ben in vista dedicata al fucilatore di partigiani Giorgio Almirante. Sciogliere Casapound e tutti i gruppi nazifascisti Il ministro della Giustizia Severino ha parlato di "orrore, sdegno e ribrezzo"; il presidente della Comunità ebraica di Napoli, Pierluigi Campagnano ha criticato la Procura perché bisogna almeno "metterci in allarme: quei folli programmavano stupri e attentati contro nostri rappresentanti e chi indagava non si è neppure preoccupato di farcelo sapere. L'orrore non è ancora finito". Parole assolutamente condivisibili e già marcate da tempo nei nostri comunicati stampa dove denunciavamo che non bisognava dare alcuno spazio alla teppaglia fascista. Perciò non condividiamo lo sdegno tardivo dell'ex pm De Magistris che prima ha sbandierato l'antifascismo come punto indefettibile del suo programma per farsi eleggere sindaco per poi disertare la piazza, assieme ai suoi accoliti arancioni, quando bisognava respingere le orde nazifasciste che infestano Napoli, città Medaglia d'Oro alla Resistenza. Occorre continuare ad indagare, atteso che dalle intercettazioni telefoniche la fascista Florino parla di "disposizioni ricevute da Casapound Italia in merito agli aspetti operativi delle manifestazioni", chiamando in causa anche la direzione nazionale del gruppo nazifascista. L'operazione della Procura napoletana si è estesa anche a Salerno e Latina, segno che le trame nere del gruppo non si limitano all'hinterland napoletano ma vanno ben oltre. Casapound come tutti gli altri gruppi nazifascisti aperti o mascherati vanno sciolti senza se e senza ma applicando la legge n. 645 del 1952 che punisce la riorganizzazione del partito fascista sotto qualsiasi forma. 30 gennaio 2013 |