Approvata dalla camera una legge bipartisan PDL-PD Nazionalismo imperialista sui banchi di scuola Gli studenti obbligati a cantare l'inno di Mameli Se non fosse stato riportato dal berlusconiano "Il Giornale", con un commento entusiasta del suo editorialista Marcello Veneziani, il fatto sarebbe passato completamente sotto silenzio: il 14 giugno la commissione Cultura della Camera dei deputati ha approvato una legge bipartisan, presentata congiuntamente dalla PDL Paola Frassinetti e dalla PD Maria Coscia, per introdurre l'inno di Mameli nelle scuole italiane, contestualmente all'istituzione della giornata dell'unità nazionale, della bandiera e della Costituzione. Si tratta di una proposta di legge nazionalista e patriottarda presentata non adesso, sotto il "governo dei tecnici" sostenuto da PDL, PD e UDC-Terzo polo, ma durante il governo Berlusconi, il che rende ancor più vergognosa l'associazione del PD. Tanto più che tra i firmatari vi figurano fior di neofascisti come l'ultraclericale e nemica giurata della scuola pubblica, Valentina Aprea, e la spia del Sismi Renato Farina, il famigerato "agente betulla" implicato per favoreggiamento nella vicenda del rapimento di Abu Omar da parte della Cia. Nel testo della legge si parla di introdurre nelle scuole del primo ciclo di istruzione, cioè nelle elementari, "l'insegnamento dell'inno nazionale e dei suoi fondamenti storici e ideali, attraverso il supporto degli strumenti didattici necessari". Il che fa pensare che potrà esserci anche l'obbligo per gli scolari di cantare l'inno nazionale in classe. Che comunque sia questa l'intenzione malcelata di chi l'ha scritta lo si capisce anche dal riferimento che la Frassinetti, nella relazione allegata alla legge, fa ad una recente proposta francese di "far cantare agli studenti l'inno nazionale La Marsigliese". E che sia questa anche l'aspettativa di tutta la destra neofascista e nazionalista lo si intuisce dall'esaltazione in chiave patriottarda e nostalgica che ne fa Veneziani, che lo dà per scontato e conclude il suo apologetico commento con un "dai Italia, alza la testa e dai voce sotto le macerie". Non è difficile capire, pertanto, che questo rappresenta un altro tassello del radicamento tra le masse del rinato nazionalismo imperialista: nella fattispecie cominciando fin dai banchi delle elementari, come avveniva durante il ventennio mussoliniano. 11 luglio 2012 |