Strenua difesa degli Hezbollah I nazisti sionisti invadono il Libano La superbomba Usa per Israele passa da Camp Darby Dopo quasi una settimana di bombardamenti dal cielo e dal mare in particolare contro la capitale Beirut, le città portuali e la regione meridionale, le truppe dei nazisti sionisti hanno iniziato l'invasione del Libano occupando la località di Marun al Ras e mettendo sotto assedio la cittadina di Bint Jbeil. Il 25 luglio il ministro della Difesa israeliano, il laburista Amir Peretz, dichiarava che l'obiettivo dell'esercito di Tel Aviv era quello di occupare una fascia di territorio libanese larga da 4 a 10 chilometri per "costruire una nuova striscia di sicurezza per proteggere le nostre truppe fino a quando arriverà la forza multinazionale". Quella forza a guida Onu o Nato di cui aveva discusso nell'incontro col segretario di Stato americano Condoleezza Rice che potrebbe essere messa in campo dopo la Conferenza sul Libano di Roma per completare il lavoro di liquidazione della resistenza di Hezbollah iniziato dai sionisti. L'obiettivo di Israele non è più solo la liberazione dei due soldati catturati dalle formazioni di Hezbollah e la distruzioni di basi della formazione libanese come inizialmente dichiarato, con un'operazione che doveva durare una o due settimane; è la nuova occupazione di una parte del Libano del Sud da cui i sionisti erano stati cacciati nel 2000 dalla resistenza di Hezbollah. Una resistenza, una strenua difesa del territorio da parte di Hezbollah che si contrappone all'avanzata delle colonne corazzate sioniste, una difesa costituita da bunker e campi minati, da imboscate o colpi di mano. Con risultati quali la distruzione di carri armati o l'abbattimento di due elicotteri che i comandi israeliani smentiscono. Dopo l'occupazione di Marun al Ras il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah ha dichiarato al quotidiano libanese As-Safir che "i media israeliani parlano di Marun al Ras come se parlassero della conquista di Stalingrado ma le incursioni israeliane non otterranno risultati". Il bilancio dell'invasione del Libano al 24 luglio è di 390 libanesi morti, in gran parte civili, e 42 israeliani; oltre mezzo milione i profughi. Enormi le distruzioni causate dai sionisti in Libano. Secondo l'organizzazione umanitaria Human Rights Watch (Hrw) Israele ha anche fatto uso di armi proibite quali i proiettili di artiglieria a frammentazione perlomeno durante il bombardamento del 19 luglio contro il villaggio di Blida, nel sud del Libano. E da metà luglio i bombardieri sionisti dispongono anche delle superbombe Gbu-28, ordigni di 5 mila chili di esplosivo a guida laser per distruggere bunker sotterranei fornitegli dagli Usa. Bombe che con molta probabilità erano immagazzinate nella base americana di Camp Darby tra Livorno e Pisa in Italia, il magazzino delle forze aeree e terrestri Usa nell'area mediterranea. Bombe che possono transitare legalmente tra Italia e Israele in base alla legge del 17 maggio 2005 sulla cooperazione militare tra i due paesi, una legge voluta dal governo Berlusconi che quello Prodi non intende ridiscutere. Neanche quando sarebbe necessario mettere al bando Israele per l'aggressione al Libano, per i reiterati attacchi nei territori palestinesi. La principale preoccupazione di Prodi e del ministro degli Esteri D'Alema è stata quella di occupare il posto di copresidenza con gli Usa alla Conferenza sul Libano concepita dai paesi imperialisti per appoggiare i nazisti sionisti di Tel Aviv. Eppure anche il vicesegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, Jan England, dopo una visita a Beirut dove ha osservato le distruzioni dei bombardamenti sionsiti ha commentato che "tutto ciò rappresenta una violazione delle leggi umanitarie". Ma la reazione dell'Onu si è limitata all'invocazione del cessate il fuoco e alla "conquista" di una poltrona di primo piano per il segretario Kofi Annan alla conferenza di Roma. Fra le reazioni a favore dei popoli libanese e palestinese registriamo quella dell'Associazione islamica Imam Mahdi che con un comunicato diffuso il 24 luglio ha espresso una dura denuncia dell'aggressione sionista al Libano. "Sono oramai più di 60 anni - afferma il comunicato - che l'entità criminale autoproclamatasi 'Stato d'Israele' va disseminando di stragi e rovine il Vicino Oriente, anzi il mondo intero, dato che le sue azioni terroristiche hanno oramai assunto dimensioni planetarie. Ma nel Vicino Oriente non è certo di terrorismo che possiamo parlare, ma bensì di qualcosa di ben più grave, di genocidio, che viene perpetrato sotto lo sguardo benevolo del regime razzista e guerrafondaio statunitense, e dei suoi servitorelli europei. In questi giorni l'entità criminale sionista, non paga d'avere sterminato e disperso il popolo palestinese, non paga delle guerre d'aggressione di cui si nutre, scatenate a scadenza decennale, non paga dell'opera di traviamento ed obnubilamento delle coscienze che i suoi agenti disinformatori e i collaborazionisti prezzolati vanno conducendo da anni nel mondo intero, ha scatenato quella che potrebbe essere la sua avventura decisiva: l'aggressione al Libano, ed alla punta avanzata della resistenza dei popoli al sionismo, il movimento Hezbollah. Le conseguenze dell'aggressione, che non è se non la rabbiosa reazione ai reiterati e clamorosi successi militari degli Hezbollah, che hanno sempre fatto di tutto per evitare di coinvolgere i civili nelle loro azioni, sono sotto gli occhi di tutti: interi quartieri distrutti, numerosi civili, tra cui molte donne, vecchi, bambini, uccisi o feriti, sovente bruciati vivi da quelle bombe incendiarie di cui i sionisti, seguendo l'esempio americano, non fanno nessun risparmio. Ma è proprio qui che le loro folli illusioni di dominazione globale dovranno fermarsi ed infrangersi: non soltanto le forze popolari islamiche non hanno mostrato nessun cenno di cedimento, ma anzi sono state capaci di infliggere al nemico colpi durissimi, che non hanno nessun precedente nella storia dell'autoproclamatosi 'Stato d'Israele', sin troppo bene abituatosi alle facili vittorie contro gli imbelli eserciti da operetta dei regimi arabi corrotti e traditori. La lotta dei libanesi va oramai saldandosi con quella dei non più inermi palestinesi, e potrebbe presto coinvolgere l'intera Umma Islamica, a dispetto delle mene diplomatiche, dei giochi di parole, della viltà e dei tradimenti dei regimi rinnegati e oppressori della maggior parte dei paesi arabi e islamici. Nel ribadire tutta la nostra solidarietà ai popoli della Palestina e del Libano, impegnati in prima linea nella lotta contro la sanguinaria bestia sionista, il nostro appello va a tutti gli uomini di buona volontà, ai nobili e liberi, ivi inclusi i non pochi ebrei sinceri che coraggiosamente s'oppongono a questa aberrazione che ne ha usurpato il nome e l'immagine, ad adoperarsi per contribuire anch'essi a porre fine una volta per tutte al sedicente 'Stato d'Israele', a questo incubo orrendo, a questo mostro immondo che si nutre di sangue innocente: obiettivo che potrà essere conseguito con la cancellazione del sionismo dalle pagine della storia, con la cattura e la punizione esemplare dei criminali responsabili del pluridecennale genocidio, e dei collaborazionisti prezzolati e corresponsabili morali, e con un processo di decolonizzazione che restituisca l'intera terra di Palestina ai suoi legittimi abitanti, musulmani, ebrei, o cristiani che siano, affinché vi possano alfine vivere in tutta pace e concordia". 26 luglio 2006 |