L'Enac dà l'assenso per la pista parallela-convergente. I piddini Rossi e Renzi assieme alla borghesia e alla destra premono per una rapida realizzazione No all'ampliamento dell'aeroporto di Firenze Si attende solo l'ok del Consiglio regionale. Si oppongono la popolazione della Piana, le associazioni ambientaliste e anche i circoli locali del PD Mettere al primo posto la salute della popolazione, declassare l'aeroporto di Peretola potenziando i collegamenti con quello di Pisa Redazione di Firenze L'annosa questione dell'ampliamento dell'aeroporto Amerigo Vespucci di Peretola è ormai alle ultime battute, nonostante l'aeroporto sia vicino alle abitazioni (in linea d'aria a poco più di 5 km dal Duomo di Firenze) e contro il suo ampliamento si sia schierata la popolazione della Piana fra Sesto Fiorentino e Firenze, che non ne può più di vivere in un territorio super inquinato (rumore, discarica, progetto di inceneritore, industrie inquinanti, autostrada e traffico pesante). È il governatore della Toscana Enrico Rossi (PD) che si propone come capofila nell'ampliare e rilanciare l'aeroporto, secondo i desideri della borghesia cittadina e regionale. Nel marzo scorso la Regione ha acquistato dal Monte dei Paschi il 5% della società ADF (Aeroporto di Firenze) che gestisce Peretola, mentre già possedeva il 17% di SAT, proprietaria dell'aeroporto Galileo Galilei di Pisa e si è fatta promotrice di un protocollo di intesa fra le due società che prevede l'integrazione fra Pisa, su cui indirizzare i voli lowcost e il grosso del traffico, e Firenze, orientato a una clientela legata al mondo degli affari. L'ambizione è far diventare questo il terzo polo aeroportuale d'Italia. La creazione della nuova pista parallela convergente rispetto all'autostrada si inserisce in questo progetto. Breve storia dell'aeroporto di Peretola L'aeroporto di Firenze è stato trasferito nell'attuale sito di Peretola nel 1928, quando si rese necessario uno spostamento dal Campo di Marte dove la pista in terra si trovava in mezzo alle abitazioni dal 1910. All'epoca nella Piana tra Castello e Sesto Fiorentino esistevano agglomerati molto distanti dalla città che facevono parte del comune di Brozzi, poi assorbito in gran parte da Firenze. Nel 1938 il regime fascista mussoliniano realizzò una pista asfaltata in direzione nord-est lunga un chilometro; da qui nel dopoguerra si aprirono le rotte verso Milano, Roma e Venezia e negli anni Settanta il primo collegamento internazionale con Zurigo. Nel 1984 nacque la società SAF (adesso ADF), che allungò la pista di quattrocento metri e ammodernò l'intera infrastruttura facendone uno scalo frequentato. Questa operazione si colloca nell'ambito della megaspeculazione edilizia nell'area Nord-Ovest, il progetto Fiat-Fondiaria voluto pervicacemente dalla massoneria cittadina e sostenuto allora sia dall'amministrazione guidata dal pentapartito egemonizzato dalla DC che da quelle seguenti guidate dal PCI revisionista, che prevedeva lo spostamento dello stabilimento Fiat di Novoli e la creazione al suo posto di abitazioni, il nuovo tribunale e una sede universitaria, ormai praticamente realizzato e la cementificazione dell'area della società Fondiaria, guidata dal plurinquisito Salvatore Ligresti, dove ora sta sorgendo la mega scuola ufficiali dei carabinieri. I progetti si sono in parte arenati per gli scandali emersi a ripetizione; in questa area di 80 ettari dovrebbe nascere anche il Parco della Piana, "concesso" per mitigare le proteste per la cementificazione di questa ultima grande zona verde fra Firenze e Prato e "alleggerire" gli effetti dell'inceneritore che le amministrazioni regionale, provinciale e fiorentina vorrebbero farvi sorgere. Nel 2006 un nuovo intervento, del costo complessivo di 18 milioni di euro consentì un nuovo allungamento della pista di Peretola a 1.750 metri. Già allora la città era abbondantemente cresciuta in direzione della Piana facendo sì che i limiti di rumorosità fossero quotidianamente superati: alla fine degli anni Novanta l'aeroporto funzionava soltanto grazie a deroghe sulla normativa sul rumore, poi divenute la normalità. La VIS (Valutazione Impatto Ambientale) del 2006 descrisse la Piana come "zona satura di problematicità ambientale e sanitaria con necessità di mitigazione", questo prima di prevedere il potenziamento dell'aeroporto e l'annunciato inceneritore di Case Passerini. Per dirla tutta, già nel 2003 ADF ipotizzò una possibile pista parallela all'autostrada A11, per aggirare tutti i limiti tecnici dell'attuale. Nel febbraio del 2011, benché l'ampliamento di Peretola non fosse neanche menzionato nel Programma di governo di Rossi, la giunta regionale approva la variazione del PIT (Piano di indirizzo territoriale) lasciando aperte tre possibilità quali la nuova pista parallela, la obliqua, oppure un "nessun intervento", fin dall'inizio tacciato di essere solo di facciata. Quest'approvazione, in sostanza, significa che per Rossi e compagnia l'intervento si farà anche a costo di sacrificare il Parco. Rimangono da sbrigare il più rapidamente le procedure di VAS (Valutazione ambientale strategica) e via di seguito tutto il resto. I progetti principali L'ENAC (Ente nazionale aviazione civile) nel luglio scorso si è espressa a favore della pista "parallela convergente", dopo uno studio congiunto con ENAV (Ente Nazionale per l'Assistenza al Volo), ARPAT (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) ed altri. Questi esperti sono partiti da un precedente studio presentato nel dicembre 2011 dalla regione, relativo all'originaria pista parallela modificandola nella soluzione convergente verso nord e riducendo ma non eliminando l'impatto sul Parco della Piana. Questo è uno dei motivi per il quale ENAC propone l'ipotesi nel suo studio come l'indiscutibilmente migliore. Secondo le stime del ministero dei Trasporti nel 2030 i passeggeri che transiteranno dai tre scali del centro (Bologna, Pisa e Firenze) saranno 21 milioni; ENAC abbraccia acriticamente questa analisi sostenendo che gli aeroporti di questo territorio hanno necessità di un potenziamento sia come numero di voli sia come velivoli in grado di trasportare più passeggeri. Dal punto di vista morfologico del territorio, sempre secondo l'ente, la pista parallela convergente non ha problemi con le montagne circostanti e subisce una minore incidenza dei venti. La pista sarà monodirezionale con decolli ed atterraggi su Prato. Nessun volo quindi andrebbe ad interessare il cielo sopra Firenze. Il nome, 12/30, indica che la pista sarà orientata a 120 gradi a sud est e 300 a nord. Una valutazione ritenuta largamente insufficiente, perché prevede l'utilizzo della pista in una unica direzione, mentre spetta al pilota l'ultima parola su come effettuare decolli e atterraggi. Nel luglio scorso anche la Provincia di Firenze, "ritenendo 'incompleta' quella presentata da Enac alla Regione", ha prodotto una sua valutazione secondo cui con la nuova pista parallela convergente dell'aeroporto di Firenze, "in casi estremi'' il cupolone del Duomo si troverebbe a 500 metri dalla verticale di transito degli aerei e, nel caso di un mancato avvicinamento allo scalo, i piani di volo prevedono il sorvolo della Scuola Marescialli, dell'area Mercafir, del quartiere il Poggetto, di piazza della Libertà e dell'attuale stadio di Firenze. Per creare la nuova pista dovranno essere espropriati terreni che sono rispettivamente il 96% del totale nel comune di Sesto Fiorentino e solo per il 4% di Firenze; la stragrande maggioranza dei terreni è di proprietà di privati, con un valore di mercato tra 10 e 150 euro al metro quadrato. Un esborso quindi milionario. Secondo ADF ed ENAC sarebbero sufficienti 75 milioni di euro per la realizzazione della pista e non i 98 inizialmente previsti. I tempi della realizzazione su stima ottimistica parlano di nuova pista entro il 2014. Nel frattempo il Consiglio regionale dovrà modificare e approvare nuovamente il PIT, vi saranno presentate le osservazioni e poi tornerà in aula per il voto finale. Successivamente ADF presenterà il progetto in conferenza dei servizi e scatteranno gli espropri con la contestuale resistenza dei privati e dei Comuni della Piana contrari al progetto. Se queste procedure andranno in porto, sono previsti anche lavori di risistemazione del Fosso Reale che dovrà essere spostato per un tratto di circa 4 km. Per lo spostamento del fosso e per garantire la sicurezza idraulica della nuova pista, l'autostrada dovrà essere rialzata di circa sette metri dall'ingresso in A11 fino all'area di servizio di Peretola. In questa operazione sparirà la cassa di espansione del polo scientifico universitario, essenziale anche in questo caso per la sicurezza idraulica del territorio che, secondo le stime del Consorzio di Bonifica Area Fiorentina, non sarebbe possibile ricostituire altrove. Per non parlare dei costi aggiuntivi, valutati al minimo in 30 milioni di euro. Al termine dei lavori della Parallela, Peretola dovrebbe passare dai 2 ai 4 milioni di passeggeri all'anno, rimanendo uno scalo di medie-piccole dimensioni. Abbandonato il progetto di pista parallela, a suo tempo sponsorizzato dal neopodestà fiorentino Matteo Renzi (PD), perché più costoso, prevedeva in ogni caso il sorvolo di aree industriali e commerciali a rischio, e prevedeva l'espropriazione di una parte dei terreni di Castello di proprietà Ligresti ed attualmente sotto sequestro da parte della magistratura. La pista obliqua, in un primo tempo sponsorizzata dallo stesso Rossi, è stata abbandonata perché avrebbe creato ancora più problemi delle altre. Altra ipotesi sostenuta assieme alle altre due dal penultimo consulente della Regione, l'ex generale dell'aeronautica Luciano Battisti ma immediatamente bocciata dagli organi di controllo, era il prolungamento della pista attuale. Gli interessi economici e politici sull'aeroporto Nel 2000 la Regione Toscana ha venduto le sue quote di ADF a 8,1 euro ciascuna. Ancora nel 2003 i soci pubblici fra i quali regione e Comune di Firenze, si liberarono di un altro 30% di ADF a 11 euro ad azione quando sul mercato ne valevano oltre 14, incassando molto meno delle reali possibilità. L'ultimo recente passaggio di proprietà registra il riacquisto della Regione del 5% di azioni ADF a 11 euro ciascuna dal Monte dei Paschi. Al di là delle strategie economico finanziarie che avrebbero potuto indurre la Regione a tentar di porre un argine alla precaria situazione della Banca senese con altro denaro pubblico, ci vuol poco a capire che la Regione stessa in questo decennio ha venduto e poi ricomprato le stesse azioni gettando al vento (stime) intorno al milione e mezzo di euro di soldi pubblici, in un investimento di circa 4,8 milioni di euro. Oggi la dichiarata volontà della Regione è quella di crescere ancora di più all'interno di ADF dato che il Consiglio regionale ha dato mandato alla giunta di acquisire una quota compresa tra il 5% e il 15%. Come dicevamo in precedenza, l'intervento del 2006 e la volontà di aumentare in futuro in maniera considerevole il traffico aereo, vedeva fra i favorevoli ADF, allora costituita da Sagat (Società Gestione Aeroporto Torino, legata ai Benetton) per il 31%, da Meridiana SPA (Agha Kan), per il 15%, dalla Camera di Commercio di Firenze per il 13,50%, So.G.Im. Spa con l'11,70%, MPS con il 4,90%, Comune di Firenze col 2,18%, Premiafin Finanziaria (Ligresti) col 2%, e altri. Già allora la popolazione si opponeva al progetto per i molti disagi innanzitutto sanitari e ambientali. In seguito le percentuali di proprietà sono variate ma i proprietari, sostanzialmente, sono rimasti gli stessi. Quando nell'ottobre 2011 Rossi ha dato il via libera in Consiglio regionale per acquistare quote di ADF, società di gestione dello scalo fiorentino, sfacciatamente affermava: "Avrei fatto a meno di acquistare quote di ADF ma mi pare che l'ingresso della Regione nel pacchetto azionario sia fondamentale perché funziona da elemento di garanzia per tutto il territorio". Il Consiglio comunale di Torino a maggio 2012 ha messo all'asta il 28% di azioni di sua proprietà di Sagat, società che detiene il controllo di Aeroporti Holding. Cosa c'entra Torino con Firenze? Niente, a parte il fatto che Aeroporti Holding è il primo azionista di ADF che gestisce Peretola. Il pacchetto azionario torinese del valore di oltre 58 milioni di euro non frazionabile, potrebbe interessare sia a Benetton, sia alla Regione Piemonte. Fra l'altro entrambi hanno il diritto di prelazione all'acquisto essendo già soci, così come il fondo F2i di Gamberale, colui che ad oggi pare favorito. L'ADF ha letteralmente sperperato 4 milioni di euro per creare un'area commerciale prima del check-in, inutilizzata. A luglio scorso ADF ha pubblicato un bando per la realizzazione di un nuovo piazzale ovest, con una base d'asta di 6 milioni e 770 mila euro. Da decenni va avanti una lotta tutta interna al PD, fra i pisani e la regione, in quanto un potenziamento dello scalo di Peretola avrebbe potuto causare una perdita di utenti sul Galilei che oggi ha un indotto turistico milionario. Rossi e Renzi invece si sono trovati d'accordo nel sostenere una sinergia fra Firenze e Pisa, tirando dalla loro parte anche il presidente della provincia di Pisa, Andrea Pieroni (PD). Quest'ultimo preme anche per la realizzazione dell'inceneritore di Case Passerini tanto caro anche a Renzi, Rossi e Barducci (presidente della provincia di Firenze). Com'era naturale aspettarsi, i vertici del PD premono per la nuova pista; a loro si oppongono le amministrazioni della Piana, tutte in mano al PD e pressate dalla popolazione, poiché sarà proprio quell'area che subirà le conseguenze del potenziale nuovo scalo internazionale di Peretola. Una battaglia interna al PD che non accenna a placarsi: da un lato la popolazione, dall'altro i vertici regionali con alla testa Rossi, Renzi e l'intera destra fiorentina compatta. La borghesia cittadina non vuol perdere Peretola, che senza un adeguamento della pista l'ENAC ha minacciato di cancellare dalla lista degli aeroporti strategici, con relativo taglio ai finanziamenti. Per raggiungere questo scopo il governatore Rossi ha attuato un vero e proprio golpe istituzionale: con decreto del 15 giugno scorso ha tolto all'assessorato all'Ambiente e riservato a se stesso le competenze su VIA (Valutazione Impatto Ambientale) e VAS (Valutazione Ambientale Strategica) senza alcuna dichiarata motivazione. Ciò all'indomani delle sue insistenze sull'assoluta necessità di procedere con le grandi opere infrastrutturali che interessano massicciamente la regione quali aeroporto, inceneritori, varianti e sottopassi vari. Unire le competenze al potere di Rossi equivale di fatto a svuotare gli strumenti di controllo ed eliminare quindi ogni ostacolo agli appetiti dei cementificatori e a tutti gli interessi che vi stanno dietro. Italia Nostra lo definisce un "piccolo golpe" istituzionale che dimostra l'ottuso e arrogante bisogno di amministrazioni e speculatori di non fermarsi davanti a nulla. Rossi a questo punto ha presidenzialisticamente accentrato nelle sue mani: il coordinamento dei rapporti con la UE e delle politiche regionali di "coesione", la comunicazione istituzionale, la cooperazione internazionale, il monitoraggio del programma di governo, la sicurezza e la legalità, il credito e la partecipazione a società e fondazioni, l'attività legislativa, la protezione civile, le politiche per la montagna, i rapporti col volontariato, le politiche giovanili e le già citate VIA e VAS. Un chiaro segnale della capacità di cambiare con una rapidità imbarazzante e infischiandosene totalmente del parere della popolazione era già stato dato poco tempo fa quando il Consiglio regionale aveva modificato a larga maggioranza una norma, voluta fra l'altro dallo stesso Rossi in seguito alle alluvioni in Lunigiana del 2010, che rettificava la classificazione delle aree ad alto rischio idrogeologico, consentendo così di costruire in pratica anche in riva ai fiumi. La modifica alla legge "Antialluvione" 66/2011 è stata voluta urgentemente per sbloccare la costruzione del nuovo inceneritore di Selvapiana a Pontassieve (Firenze), come prontamente denunciato dai Comitati locali e dall'Organizzazione di Rufina del PMLI, ma favorirà senz'altro anche altre situazioni in stallo. Non dobbiamo poi dimenticarci che il parco della Piana è stato deciso con la VIS del 2003 proprio come un'opera di compensazione sull'inceneritore e ora la Piana rischia di avere inceneritore e nuova pista aeroportuale ma nessun polmone verde. Uno stile ducesco che piace a Renzi: "sono d'accordo con Rossi, si decida". Un "accordo" con Rossi che nasce dalle sue alte mire politiche borghesi ma non riesce a nascondere la loro unità di intenti sull'aeroporto di Peretola. I sindaci della Piana Gianassi, (Sesto), che è arrivato anche a minacciare le proprie dimissioni, Chini (Campi Bisenzio) e quelli di Calenzano e di Signa, tutti PD, si sono dichiarati contrari all'ipotesi di pista parallela. Chiedono una nuova VIS. L'ultima VIS della Piana risale a circa dieci anni fa quando fu deciso l'inceneritore di Case Passerini e già allora saltò fuori che la Piana era satura e che non dovevano essere previsti altri carichi ambientali. I sindaci si dichiarano pronti ad eseguire la VIS con i loro mezzi e con i migliori istituti disponibili, e assieme ai circoli del PD locali attaccano Rossi denunciando il fatto che stavolta "ha sposato convintamente uno dei cavalli di battaglia della destra fiorentina". Barducci sta mettendo da parte tutte le perplessità per lanciare la collaborazione integrata con Pisa. Il PDL toscano da parte sua ha sempre sostenuto l'ampliamento di Peretola, anche se ora strumentalmente sulla sua stampa dà risalto alle proteste della popolazione. Anche il sindaco PDL di Prato, Cenni, pur dicendosi "preoccupato" non si schiera contro la nuova pista. Per forza di cose più difficoltosa appare la composizione nell'area della "sinistra" parlamentare nella quale una pluralità di pareri si sintetizzano comunque nell'OK di massima sulla parallela, salvo un paio di isolati casi che sembrano opporsi al progetto. L'IDV, inizialmente contraria all'ampliamento di Peretola, converge poi con Rossi limitandosi a chiedere attraverso Cinzia Niccolai, responsabile dell'organizzazione regionale, di "fugare ogni dubbio sulla realizzazione, sull'impatto sociale, sanitario ed ambientale e sull'operatività della nuova pista". Sostanzialmente con Rossi anche la "sinistra" del palazzo regionale. Pur con qualche mugugno pare che ci sia il sì di massima del gruppo di maggioranza di SEL in regione anche se i suoi circoli della Piana dichiarano di opporsi all'ampliamento. Anche Monica Sgherri, PRC, e capogruppo della Federazione della sinistra, inizialmente ha espresso un giudizio positivo sulla pista convergente, così come Paolo Marini dei Verdi. Adesso, dopo le polemiche con la base, la posizione di FdS appare ancora incerta. Critica Ornella De Zordo (unaltracittà) sull'intero progetto. Alle proteste degli abitanti si aggiungono WWF e Legambiente. Per il WWF l'unica soluzione logica è l'abbandono di ogni ipotesi di nuove piste aeroportuali. Legambiente minaccia il ricorso al referendum. D'accordo con l'ampliamento, insieme a Confindustria, Confesercenti, Confartigianato, la Cassa di Risparmio di Firenze (azionista al 18% di ADF) e Uil trasporti. La posizione del PMLI Al centro delle nostre rivendicazioni sta la salvaguardia della salute della popolazione della Piana fiorentina, una delle aree più inquinate della Toscana, e delle migliaia di lavoratori che giornalmente vi si recano nella vasta zona industriale. Qui Rossi, Barducci e Renzi vorrebbero anche realizzare un nuovo inceneritore, fieramente combattuto dalla popolazione e da associazioni e gruppi politici, fra cui il PMLI. Per la Piana, già divorata da mille speculazioni e inquinata oltre misura, è indispensabile fare rapidamente un serio progetto di risanamento ambientale puntando, in alternativa all'inceneritore, sul riutilizzo e riciclaggio, verso la pratica "rifiuti zero". Occorre la celere realizzazione del Parco. L'aeroporto di Peretola dovrebbe da subito essere declassato e utilizzato meno intensamente, potenziando altresì i collegamenti soprattutto ferroviari con l'aeroporto di Pisa che si trova a un'ora dal centro di Firenze. Occorre salvaguardare i posti di lavoro fino a che non si trovano soluzioni alternative per i dipendenti. Il trasporto aereo dovrebbe essere al servizio delle esigenze delle masse, un servizio pubblico, con tariffe popolari e biglietti gratuiti per disabili, per disoccupati e per chi si sposta per lavoro. In conclusione, riteniamo che l'ammodernamento dell'aeroporto Vespucci, che costerà alla fine oltre 100 milioni di euro, sia una ulteriore opera al servizio della grande borghesia cittadina e regionale da respingere completamente. 24 ottobre 2012 |