Sit-in e conferenza stampa a Fontanarossa (Catania) No ai droni e al Muos. Smilitarizzare la Sicilia Più che mai attuale la parola d'ordine lanciata dal PMLI "Via l'Italia dalla Nato. Via la Nato dall'Italia" Dal corrispondente della Cellula "Stalin" della provincia di Catania Mercoledì 27 giugno, presso la piazzola della vecchia aerostazione dell'aeroporto Fontanarossa a Catania, ha avuto luogo un sit-in/conferenza stampa sul tema "Noi non vogliamo un'altra Ustica, No ai droni". Un'occasione per ricordare il disastro aereo del DC9 inabissatosi 32 anni fa nei pressi dell'isola di Ustica con 81 persone a bordo. Strage che, come denunciò "Il Bolscevico": "Ustica: DC9 abbattuto in un atto di guerra", a partire dalla ampia documentazione fornita dal giudice istruttore Priore, indica l'esistenza di molteplici prove del diretto coinvolgimento degli aerei militari americani nella strage e della "volontà di un "livello superiore" in Italia di mantenere i rapporti completi della tragedia di Ustica segreti, in modo che non fossero divulgati per "ragioni di Stato". Al ricordo della strage di Ustica è stato allacciato l'attuale discorso della gravissima presenza dei droni, gli aerei senza pilota, nella base Nato di Sigonella che minacciano l'incolumità della popolazione e rischiano di interferire con i voli civili dell'aeroporto di Catania. Per l'occasione il giornalista Antonio Mazzeo, il responsabile nazionale Lavoro dei Comunisti Italiani Fosco Giannini e Alfonso Di Stefano della "Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella" hanno tenuto un comizio per denunciare la presenza dei droni e dire no alla militarizzazione in Sicilia. Compagne e compagni della Cellula "Stalin" della provincia di Catania del PMLI presenti all'iniziativa hanno distribuito volantini con gli articoli "Cancellare il criminale progetto Muos" pubblicato su "Il Bolscevico" n. 16/2012 e "Tornare a far vivere in Sicilia il grande movimento per la smilitarizzazione del territorio regionale", pubblicato su "Il Bolscevico n. 15/2012. Le compagne ed i compagni hanno inoltre tenuto alto il manifesto tratto da "Il Bolscevico": "NO F-35. Liberiamoci dal governo Monti interventista e imperialista". La conferenza stampa ha avuto inizio con l'intervento di Antonio Mazzeo che ha spiegato come da qualche mese sarebbero state sospese nell'aeroporto di Fontanarossa le "attività di strumentazione standard" per via delle esercitazioni dei droni e dei grandi aerei spia del tipo Global Hawk, con elevate capacità nel settore di intelligence, sorveglianza e ricognizione, mentre sono stati avvertiti i piloti civili di prestare la massima attenzione in fase di decollo e atterraggio per evitare il rischio di collisione con aerei militari. Mazzeo ha inoltre denunciato il silenzio del governo, del parlamento, della regione Sicilia e delle amministrazioni locali che non hanno posto attenzione al rischio gravissimo di collisioni che scaturisce dall'attività degli aerei senza pilota nei nostri cieli. Ugualmente colpevoli l'ENAC (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile) e l'ENAV (Ente Nazionale Assistenza al Volo) che, come afferma Mazzeo, "non sono mai intervenuti per denunciare i pericoli per il traffico aereo siciliano". Successivamente ha preso la parola Alfonso Di Stefano che ha ricordato la manifestazione in cui 15.000 siciliani protestarono a Sigonella. Da allora la situazione si è deteriorata, rendendo sempre più la Sicilia un base di guerra a causa dello "stazionamento dei droni nei cieli siciliani". Ha inoltre parlato dell'entrata in funzione del Muos (sistema di comunicazione per utenti mobili) a Niscemi le cui onde elettromagnetiche potrebbero disturbare I voli civili e quelli dei droni, nonché delle disastrose conseguenze che avrebbe sulla salute della popolazione. Infine, Giannini ha ricordato i militari italiani morti nella guerra imperialista in Afghanistan voluta dagli USA con il fine di ottenere il monopolio del petrolio e il controllo degli oleodotti; mentre l'Italia rivestirebbe a parer suo un ruolo di totale subordinazione al potere statunitense. Invece il nostro Paese riveste un proprio ruolo attivissimo nelle guerre imperialiste in giro per il mondo, come dimostra anche la politica dei governi italiani di fare delle Sicilia una portaerei imperialista nel Mediterraneo. Come leggiamo nel documento "Sciogliere la Nato", tratto dal 5° Congresso nazionale del PMLI, è proprio il concetto strategico dell'alleanza militare dell'imperialismo occidentale che decreta che la Nato può intervenire dentro e fuori i suoi confini ogni qualvolta ritenga minacciate la stabilità e la sicurezza degli alleati, in maniera unilaterale e insindacabile. "Bisogna battersi affinché l'Italia esca da questa alleanza imperialista, iniziando dallo smantellamento delle sue basi, logistiche e militari, presenti nel nostro Paese, che già più di una volta sono servite da trampolino per aggressioni militari a popoli e Stati sovrani". La parola d'ordine "Via l'Italia dalla Nato. Via la Nato dall'Italia" è dunque più attuale che mai. 4 luglio 2012 |