No al permesso di soggiorno a punti e ai referendum sulla presenza dei campi rom e dei luoghi di culto Il sadismo dei leghisti nell'inventare sempre nuove persecuzioni a danno dei migranti è veramente senza limiti. Ha fatto scalpore la mozione parlamentare della Lega per la creazione di "classi di inserimento" per i bambini extracomunitari, in pratica le famigerate e medievali "classi differenziali" riesumate appositamente per ghettizzare i figli degli immigrati. Meno scalpore ha destato un'altra proposta, non meno grave e intollerabile, avanzata pochi giorni prima dai senatori del partito di Bossi e Maroni come emendamento al disegno di legge sulla sicurezza: il permesso di soggiorno a punti. Come il titolo suggerisce si tratta proprio di un meccanismo simile alla patente a punti, solo che in ballo non c'è la possibilità o meno di guidare una macchina, ma il rischio per un immigrato regolare, cioè dotato di regolare permesso di soggiorno, di vederselo revocare ed essere rispedito al paese di provenienza, perdendo tutto quello che nel frattempo si era costruito in Italia: un lavoro, un'abitazione, fors'anche una famiglia. Infatti l'emendamento illustrato dal fascioleghista Mazzatorta (un nome un destino, non c'è che dire), prevede l'assegnazione al cittadino extracomunitario che richiede il permesso di soggiorno un totale di dieci crediti, decurtabili a scalare in caso di "comportamenti illeciti", fino ad arrivare all'espulsione una volta esaurito il punteggio. Proprio come la patente, insomma, al punto che si prevede perfino la possibilità di recuperare i punti persi attraverso appositi corsi di integrazione "volti a coinvolgere lo straniero in attività socialmente utili" (lavoro coatto?). Quali sarebbero i "comportamenti illeciti" di cui si parla? Sono di tre tipi: condanne penali per reati che prevedono condanne inferiori a due anni. Da notare che il ddl sicurezza prevede già l'espulsione per quelli superiori a due anni, per cui l'emendamento punta semplicemente ad allargare questa norma a tutti i reati penali senza distinzioni, a partire dal famoso furto della mela. Illeciti amministrativi, come per esempio una semplice multa, e infine illeciti fiscali, come per esempio il mancato pagamento della stessa. È evidente che per questi due tipi di illeciti la casistica è praticamente infinita, specie adesso con i nuovi poteri attribuiti ai sindaci in materia di ordine e "decoro" pubblici. Attenzione, però: per ottenere il permesso di soggiorno a punteggio pieno sarà necessario dimostrare di avere i seguenti requisiti: 1) un "livello adeguato" di conoscenza dell'italiano; 2) l'adesione alla "Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione" sancita dal ministero dell'Interno; 3) la "conoscenza basilare delle regole fondamentali dell'ordinamento giuridico". Non basta: al momento del rinnovo il cittadino extracomunitario dovrà non solo dimostrare di non aver avuto nel frattempo nessuno dei "comportamenti illeciti" di cui sopra, per non vedersi tagliare i crediti, ma dovrà altresì consolidare quelli rimasti mediante "superamento di un corso atto a verificare il livello di integrazione sociale e culturale", e dimostrare di aver raggiunto "un livello adeguato di partecipazione economica e sociale alla vita della comunità nazionale e locale". Se si pensa che i permessi scadono anche dopo sei mesi, e che a tenere questi "corsi" e compiere queste "verifiche" alla fine dovrebbero essere le stesse autorità che rilasciano i permessi (uffici immigrazione delle questure, sostanzialmente), e che già non riescono a far fronte alla situazione così com'è, c'è di che stare allegri! Per giunta questa del permesso di soggiorno a punti è solo una delle assurdità escogitate dai fascio-leghisti per rendere la vita ai migranti un inferno. Ci sono altre vere e proprie vessazioni partorite della fantasia malata dei tanti aspiranti Goebbels padani, come i referendum comunali sulla presenza dei campi rom e sulla costruzione di luoghi di culto per confessioni religiose che non hanno stipulato intese con lo Stato (leggi moschee musulmane). C'è l'inasprimento degli ostacoli ai matrimoni misti, per cui nessun immigrato può contrarre matrimonio se prima non ha ottenuto il permesso di soggiorno, con i comuni che potranno perfino controllare la "idoneità alloggiativa" della casa in cui i coniugi intendono andare a vivere. C'è l'aggiunta di un esoso balzello di 200 euro alla tassa di 70 euro che l'immigrato paga per ottenere il permesso, con la scusa provocatoria che metà di questa sovrattassa servirà a finanziare coattamente un "fondo" finalizzato a "progetti di sviluppo locale" nei paesi che accettano accordi per la limitazione dei flussi, in base allo slogan "aiutarli a casa loro per essere più sicuri a casa nostra": fanno 540 euro l'anno a persona, nel caso di permesso rinnovato ogni sei mesi. E c'è perfino la legalizzazione delle ronde cittadine e l'obbligo per i medici di denunciare i "clandestini" che ricorrono alle loro cure. Non è detto che queste proposte passino nel ddl, o che passino tutte e nella forma attuale, dato il loro sfacciato e ributtante carattere razzista e xenofobo, ma già l'averle potute impunemente formulare e avanzare in parlamento dà la misura del clima razzista e xenofobo che si è ormai impiantato come un cancro nel putrido ventre del regime neofascista, e che si può estirpare solo con l'unità e la lotta dei migranti e delle masse popolari antifasciste, democratiche e progressiste italiane. 26 novembre 2008 |