Strage neonazista in Norvegia 76 le vittime, 5 dispersi, 31 feriti gravi Una potente esplosione scuoteva nel pomeriggio del 22 luglio il centro della capitale norvegese Oslo, devastando diversi uffici governativi; pochi minuti dopo un uomo in uniforme di polizia apriva il fuoco sull'isola di Utoya in un campeggio estivo della gioventù laburista, il partito del premier Jens Stoltenberg. Un attacco coordinato compiuto da un neonazista, che forse non ha agito da solo, con un bilancio di almeno 76 vittime, 68 delle quali sull'isola di Utoya, 5 dispersi, 31 feriti gravi e altre decine di feriti. La potente carica esplosiva piazzata probabilmente in un'auto bomba ha semidistrutto diversi edifici tra i quali quello che ospita diversi uffici governativi, compreso quello del premier, e quello di fronte sede del ministero del Petrolio. La notizia subito rimbalzata sugli organi di informazione era seguita da quella di un uomo vestito da poliziotto che si era messo a sparare in un campeggio estivo affollato di ragazzi di 15 e 16 anni, sull'isola di Utoya, nel fiordo di Oslo, a una quarantina di chilometri a nord-ovest della capitale, prima di essere fermato dalla polizia. Una strage che colpiva un paese ritenuto tra i modelli di società "aperta", "tranquilla" e relativamente benestante, seppur membro della Nato e presente coi suoi soldati nell'occupazione imperialista dell'Afghanistan e fra i primi a partecipare ala guerra contro la Libia. Solo nello scorso febbraio un rapporto dei servizi norvegesi sosteneva che l'estremismo islamico era una grave minaccia, "la nostra principale priorità e preoccupazione", e evocava il pericolo di attentati a politici o capitalisti. Una traccia sulla quale si buttavano vergognosamente a capofitto tanti organi di informazione della destra, e non solo, smentita in poche ore dalla notizia dell'arresto del protagonista della strage, un giovane norvegese di 32 anni, agricoltore, "anti marxista, anti Islam, anti multiculturale"; un neonazista. Che teneva in casa legalmente una mitraglietta Ruger Mini 14 semi-automatica, acquistata "per la caccia al cervo (sic!)" e che era già stato segnalato dai servizi di sicurezza lo scorso marzo per aver acquistato prodotti chimici in Polonia, che gli sono serviti per confezionare l'ordigno dell'auto bomba, e per aver cercato di comprare armi a Praga. Che sul suo sito Internet ha affermato di aver pianificato e preparato il massacro dal 2009 contro il partito laburista accusato di non voler respingere "l'invasione" degli immigrati, colpendo le nuove leve di quel partito. In molti scritti l'assassino norvegese si dichiara difensore della "cultura nordica" e condanna il multiculturalismo, in particolare la contaminazione araba. Con argomenti razzisti e xenofobi che non sono molto dissimili da quelli sostenuti non solo dai gruppi neonazisti che proliferano con la connivenza dei governi imperialisti in tanti paesi europei ma anche dai partiti di destra, dal Front National francese, cui contende il primato della difesa dell'identità "nazionale" lo stesso presidente Sarkozy, alla Lega italiana (si pensi al deputato europeo leghista Mario Borghezio, già sottosegretario del primo governo Berlusconi e presidente del cosiddetto "Governo della Padania", il quale ha difeso il neonazista norvegese il 25 luglio a Radio24 con queste parole: "molte sue idee sono buone, alcune ottime. È per colpa dell'invasione degli immigrati se poi sono sfociate nella violenza"). A costoro si sono uniti recentemente nella condanna del multiculturalismo figure quali il primo ministro inglese David Cameron e la cancelliera tedesca Angela Merkel, Per restare alla Norvegia, le idee naziste dell'attentatore sono molto vicine a quelle del Partito del Progresso (FrP), nato come partito contro le tasse negli anni '70 ma trasformatosi negli '80 nel principale partito xenofobo del paese. Che accusa l'immigrazione di essere la principale minaccia alle protezioni del sistema sociale del paese, già potate invece dalla politica neoliberista del governo. Il giovane biondo norvegese appare come un assassino solitario, un individuo affetto da paranoia; può darsi ma è certamente il prodotto della società capitalista della quale il volto neonazista è una della facce della medaglia. 27 luglio 2011 |