Privatizzazione degli aeroporti e taglio dei sussidi sociali Nuova stangata del governo Zapatero Con lo stato di allerta e la militarizzazione degli aeroporti il governo, per la prima volta dai tempi di Franco, stronca lo sciopero dei controllori di volo Il premier socialista spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero ha annunciato, con un intervento in parlamento l'1 dicembre, un nuovo pacchetto di provvedimenti per rastrellare alcuni miliardi a favore delle esauste casse del Tesoro e tentare di tamponare il buco del deficit. Una nuova stangata che nelle intenzioni dell'esecutivo di Madrid dovrrebbe anche frenare gli attacchi speculativi contro la Spagna e impedire che faccia la fine di Grecia e Irlanda. La lista delle misure anticrisi annunciate da Zapatero ha al centro la privatizzazione degli aeroporti e del sistema di gestione di lotterie e scommesse e il taglio a partire dal prossimo febbraio dei sussidi ai disoccupati di lunga durata e senza altra protezione sociale che ammonta a 426 euro. Il progetto governativo prevede che entro 3 mesi gli enti pubblici Aena (Aeropuertos españoles y navigación aérea) e Loterías y apuestas del Estado siano trasformati in società statali aperte al capitale privato. Con un limite del 49% per quella degli aeroporti e del 30% almeno in una fase iniziale quella delle lotterie. I primi aeroporti a essere interessati alla privatizzazione saranno i due principali aeroporti del paese, quello di Barajas a Madrid e di El Prat a Barcellona, gli altri seguiranno. Dalle stime governative risulta che la privatizzazione di Aena dovrebbe portare alle casse dello Stato ben 9 miliardi di euro; altri 9 miliardi dovrebbero arrivare dalla privatizzazione dell'aeroporto di Barajas e 5 miliardi da quella di El Prat. Una montagna di soldi che serviranno per coprire parte del deficit; nulla è previsto per affrontare fra gli altri il grave problema della disoccupazione che è già oltre il 20%, il doppio della media Ue e in crescita anche nel 2011. Contro la stangata governativa si sono pronunciate le principali organizzazioni sindacali, che già il 29 settembre scorso avevano organizzato il primo sciopero generale contro Zapatero per la sua riforma del "mercato del lavoro" e hanno annunciato nuove mobilitazioni. Non hanno aspettato a protestare i controllori di volo degli aeroporti che già erano in lotta per migliorare le loro condizioni di lavoro e che il 3 dicembre hanno incrociato le braccia contro una modifica degli orari di lavoro e il piano di privatizzazioni del governo. Lo sciopero improvviso ha bloccato gli aeroporti in tutto il paese. Allo sciopero il governo ha risposto col pugno di ferro. Nel pomeriggio del 3 dicembre ha deciso di trasferire l'organizzazione, la pianificazione, la supervisione e il controllo dei voli sotto la responsabilità del ministero della Difesa e ha inviato i militari negli aeroporti. Una decisione grave seguita il 4 dicembre da un'altra peggiore, la decretazione dello stato di emergenza, per la prima volta dal 1977, in base al quale la mancata obbedienza alle autorità superiori dei lavoratori precettati può essere sanzionata anche con la denuncia alla Corte marziale per delitto di disobbedienza previsto dal codice militare, l'arresto, la condanna a diversi anni di reclusione e la perdita del lavoro. Misure fasciste che hanno costretto i controllori di volo a sospendere lo sciopero. 9 dicembre 2010 |