Nuovo crimine dei sionisti a Gaza: uccisi 25 palestinesi I soldati sparano su un corteo di donne. Il nuovo ministro fascista Lieberman: "Farò come Putin in Cecenia" Reparti speciali dell'esercito sionista, preceduti dai blindati e dagli elicotteri e sotto la protezione delle motovedette che sparavano dal mare, sono entrati l'1 novembre nella striscia di Gaza diretti verso la città settentrionale di Beit Hanun; era l'inizio della nuova offensiva pianificata dal governo di Tel Aviv contro la resistenza palestinese. Offensiva denominata "Nuvole d'autunno" che segue l'operazione "Pioggia d'Estate", iniziata il 25 giugno scorso dopo la cattura di un soldato da parte della resistenza e proseguita anche durante l'aggressione al Libano. Cambiano i nomi ma non la sostanza, il massacro della popolazione palestinese rinchiusa nel lager di Gaza; centinaia le vittime, in gran parte civili, dell'attacco estivo, già una ventina in pochi giorni quelle della ennesima aggressione militare che prefigura un nuovo crimine dei sionisti imperialisti nei territori occupati. Un crimine commesso col via libera dei paesi imperialisti. Il presidente palestinese Abu Mazen ha chiesto l'intervento dell'Onu, solerte nel caso del Libano per levare dai guai gli aggressori sionisti, battuti dalla resistenza di Hezbollah, e sostituire con pari compiti i soldati israeliani occupanti con i "caschi blu". Nel caso dei crimini sionisti nei territori palestinesi complice silenzio. I soldati sionisti sono entrati a Beit Hanun e come i nazisti hanno rastrellato casa per casa, a caccia dei militanti della resistenza palestinese che hanno ingaggiato battaglia. Il bilancio della prima giornata di scontri era di otto palestinesi morti e almeno 35 feriti; un segnale della violenza dell'attacco sionista che, secondo fonti palestinesi, registrerà in tre giorni di combattimenti nel nord di Gaza 25 morti e 150-200 feriti. "Quello compiuto da Israele a Gaza è un crimine odioso", protestava il presidente Abu Mazen che chiedeva l'intervento della comunità internazionale sul governo Olmert "per far cessare queste aggressioni". Il premier palestinese Ismail Haniyeh denunciava l'ennesimo massacro dei sionisti, accusava Israele di aver attaccato Gaza per rifarsi degli insuccessi militari in Libano e di usare i palestinesi come "cavie" per nuovi tipi di armamenti "non convenzionali". Il premier di Hamas aggiungeva che l'attacco lanciato il primo novembre era anche "la prima conseguenza dell'entrata di Avigdor Lieberman nel governo israeliano". Difatti lo stesso giorno il nuovo ministro fascista, leader del partito Israel Beitenu e riferimento per la comunità russofona in Israele, esordiva nella riunione di gabinetto nel ruolo di ministro per gli Affari Strategici e sosteneva che "nella striscia di Gaza le forze israeliane dovrebbero adottare le medesime tecniche di combattimento utilizzate dalle forze russe in Cecenia". A dire il vero non sono le tecniche militari contro la resistenza e la popolazione da parte dei due eserciti occupanti a essere molto diverse, casomai a Tel Aviv manca il sostegno attivo di un governo fantoccio. Non a caso Lieberman ha precisato il suo pensiero sostenendo che "non sia il caso di abbattere il regime di Hamas finché non abbiamo trovato fra i palestinesi di Gaza un partner adeguato". Il rispetto del risultato elettorale che ha segnato la vittoria di Hamas non passa neanche per l'anticamera del cervello del ministro fascista, come di tutti i governi imperialisti. A Beit Hanun i soldati sionisti, in perfetto stile nazista, ordinavano a tutti gli abitanti di sesso maschile di radunarsi al centro del villaggio per essere registrati e interrogati. Molti non rispondevano all'ordine e diverse decine si rifugiavano in una moschea che veniva circondata dagli occupanti. L'agenzia di stampa palestinese Ramattan riferiva che nelle retate dei primi due giorni erano almeno 1.500 i palestinesi fermati, centinaia arrestati e trasferiti ad Erez. In soccorso dei palestinesi rifugiati nella moschea assediata, il 3 novembre, scendevano in piazza le donne; circa 200 in corteo si dirigevano verso la moschea al-Nasser, sfilavano coraggiosamente davanti i carri armati e cercavano di raggiungere l'edificio. I soldati hanno sparato contro il corteo. Un portavoce militare a Tel Aviv riferiva che i militari avevano colpito sei miliziani armati che cercavano di allontanarsi ma le immagini televisive mandate in onda da Al-Jazeera e Rainews24 mostravano il corteo che procedeva lungo una strada e le improvvise raffiche di mitra che lasciavano a terra due donne: una madre di 40 anni e una giovane. Cadute come tante altre per difendere la loro terra dai criminali occupanti sionisti. Il 4 novembre a Beit Hanun cadrà sotto i colpi di un tiratore israeliano anche una bambina di 12 anni. A Tel Aviv pacifisti israeliani manifestavano contro il governo Olmert liberando 2 mila palloncini con la scritta "Sos Gaza" mentre il ministro della difesa, il laburista Amir Peretz, dava ordine alle forze armate di portare avanti l'offensiva "nel formato attuale" e si congratulava con il capo di stato maggiore Dan Halutz per "il successo dell'operazione". 8 novembre 2006 |