Legge marziale in Pakistan Nuovo golpe di Musharraf per salvare il suo potere Il presidente golpista sostituisce il giudice della Corte suprema che doveva decidere sulla sua presidenza Migliaia gli arrestati Il 3 novembre il presidente del Pakistan, il generale Pervez Musharraf si è presentato in televisione per annunciare che aveva imposto lo stato di emergenza nel paese. "Bisognava agire perché il paese rischia il suicidio: l'estremismo islamico dilaga senza limiti e la magistratura paralizza il lavoro del governo" ha detto indicando nei movimenti di opposizione islamici e nelle file della magistratura che non condivide la sua politica le cause che renderebbero necessario il nuovo golpe. Il secondo dopo quello del 1999 che lo aveva portato al potere e che nasce dalla necessità di Musharraf di mantenerlo. Il 6 ottobre scorso Musharraf era stato rieletto capo dello stato dal parlamento uscente invece che da quello che dovrebbe nascere dalle elezioni in programma a gennaio, come prevede la costituzione. Il vecchio mandato scade il 15 novembre e la corte suprema aveva in programma una riunioine entro il 12 novembre per confermare o meno il voto parlamentare del 6 ottobre; un voto contestato dalle opposizioni parlamentari che accusavano Musharraf di volere restare in sella per un terzo mandato e di non aver mantenuto la promessa di lasciare la guida delle forze armate. La sentenza attesa era di condanna per il presidente che ha agito in via preventiva col golpe del 3 novembre. Musharraf si presentava alla televisione come capo delle forze armate e dichiarava lo stato di emergenza e annunciava la sospensione della Costituzione. L'esercito veniva schierato per le strade e occupava le sedi delle emittenti televisive e radiofoniche. Reparti delle forze speciali circondavano la sede della Corte suprema alla cui presidenza si insediava un giudice di fiducia di Musharraf al posto del destituito Iftikhar Mohammed Chaudry. Arrestati oltre 2 mila tra responsabili e attivisti politici dell'opposizione parlamentare. Altri arresti nel corso delle manifestazioni che si svolgevano il 4 e 5 novembre a Lahore, Karachi, Rawualpindi, Peshawar e Mulatan interrotte dalla polizia che caricava i dimostranti con manganelli e gas lacrimogeni. Nel 1999 Pervez Musharraf aveva preso il potere con un golpe, destituito l'allora premier Nawaz Sharif e promesso di riportare il paese a una "vera" democrazia. Nella pratica ha accentrato nelle sue mani le funzioni di capo dell'esercito e dello stato, e per un certo periodo anche di capo dell'esecutivo, facendosi rieleggere per due volte nella carica presidenziale. Un potere che manteneva col pugno di ferro come confermato con l'attacco lanciato la mattina del 10 luglio scorso dall'esercito contro gli islamici asserragliati nella Lal Massjid, la Moschea rossa, e nelle adiacenti scuole coraniche di Islamabad. Il suo tentativo di restare in carica con un nuovo mandato non previsto dalla costituzione aveva tra l'altro aperto la crisi con la Corte suprema; nel marzo scorso aveva destituito il responsabile Chaudhry. Alcune sentenze di Chaudhry avevano attaccato il governo su questioni come i prigionieri "scomparsi", la vessazone delle donne e le privatizzazioni. La decisione aveva sollevato le proteste di piazza degli avvocati solidali con Chaudhry e delle opposizioni parlamentari. Nel luglio scorso un tribunale di supremi giudici aveva invalidato la decisione del presidente Musharraf e reinsediato Chaudhry. Era la prima volta che la Corte suprema prendeva una decisione contraria ai voleri di un capo dello stato militare dopo che fin dagli anni '50 aveva sempre avallato le successive dittature militari, compreso il colpo di stato nel '99. E si apprestava a dichiarare illegale la rielezione di Musharraf. Da notizie di stampa risulterebbe che Musharraf prima di lanciare il nuovo golpe ha informato sia gli Usa che la Gran Bretagna, ottenendo il via libera dal premier inglese Gordon Brown e dall'ammiraglio William Fallon, comandante del Comando centrale (Centcom) delle forze armate Usa. Appaiono comunque poco credibili le espressioni di condanna degli Usa verso il figlioccio Musharraf, alleato necessario per appoggiare l'occupazione imperialista dell'Afghanistan con gli attacchi alle basi della resistenza talebana nelle aree tribali pachistane. Il 5 novembre Pervez Musharraf ha annunciato che le elezioni si terranno come previsto, e come richiesto da Bush, a gennaio; non ha però revocato lo stato di emergenza come non ha allentato le repressione sulle dimostrazioni che proseguono contro il golpe. 7 novembre 2007 |