Stati Uniti La sinistra dei democratici attacca Obama perché sull'Iraq "sposa la linea di Bush" Obama aveva promesso per il contingente in Iraq un "tutti a casa" in soli 16 mesi ma i generali lo hanno convinto che non si poteva fare per ragioni di sicurezza e il tempo del ritiro è diventato di 18 mesi. Ma non solo. Entro il 31 agosto prossimo saranno ritirati tutti i battaglioni da combattimento, circa 100 mila dei 142 mila uomini presenti, ma un contingente fino a 50 mila soldati resterà a Bagdad sino alla fine del 2011 con il compito di garantire la sicurezza dei civili, l'addestramento dell'esercito iracheno e in funzione anti terrorismo. Il piano annunciato da Obama lo scorso 28 febbraio in altre parole vuol dire che l'occupazione militare imperialista dell'Iraq continuerà almeno fino al 2011 con un numero di soldati superiore a quelli presenti in Afghanistan. Una posizione accolta con soddisfazione dai repubblicani ma che ha scontentato una parte dei democratici; i leader del partito di Obama al Congresso avrebbero preferito che in Iraq rimanesse soltanto un "piccolo" contingente di non più di 15 mila uomini, la sinistra dei democratici ha denunciato chiaramente che Obama "sposa la linea di Bush". Come ha sostenuto il corrispondente militare del Washington Post il giorno prima dell'annuncio ufficiale di Obama sul canale televisivo Msnbc, il canale che è stato quello più schierato col nuovo presidente in campagna elettorale, che ha contestato la falsa definizione di "missione di supporto" data al contingente che rimane in Iraq e ha evidenziato come Obama abbia sposato la linea di Bush quando ha affermato che "la situazione è migliorata e la violenza diminuita", promesso di andare via "lasciando un Iraq sovrano, stabile e autosufficiente" e ringraziato le truppe per aver portato a termine la missione assegnata. In questo modo ha affermato il giornalista "ha ripudiato le sue posizioni di candidato giustificando implicitamente quelle di George Bush". 11 marzo 2009 |