Obama blocca gli stipendi dei dipendenti pubblici e riduce le tasse ai ricchi Il blocco dei salari dei dipendenti pubblici è diventato uno degli strumenti dei governi occidentali per scaricare sui lavoratori il costo della crisi economica. Alla lista dei governi che hanno adottato il provvedimento mancavano gli Usa. Fino al 28 novembre quando il presidente Barack Obama ha presentato la proposta del congelamento dei salari dei circa 2 milioni di dipendenti civili pubblici per quest'anno e il prossimo. Il blocco non riguarderà i militari. Per gestire "l'insostenibile" peso dei conti pubblici, ha sostenuto il presidente americano, servono "scelte difficili" e "sacrifici" da parte di tutti, così anche gli statali dovranno "fare la loro parte" e non saranno i soli dato che "guardando avanti altre difficili decisioni saranno prese", ha aggiunto. Secondo l'amministrazione americana, il dispositivo consentirà al bilancio statale un risparmio di 2 miliardi di dollari nell'esercizio fiscale 2011, che salirà a 28 miliardi se prorogato per 5 anni. "Dobbiamo assicurarci che nel futuro il deficit di lungo termine non faccia da zavorra all'economia. E questa è una sfida che tutti i partiti hanno la responsabilità di affrontare: dobbiamo riportare sotto controllo la spesa pubblica e far scendere il debito e il deficit che sono cresciuti per oltre 10 anni" ha spiegato Obama invitando all'approvazione del provvedimento sia i democratici che i repubblicani. Un'intesa bipartisan che si è realizzata nei due rami del parlamento con l'accordo fra repubblicani e democratici sulla proroga dei tagli fiscali varati dall'amministrazione Bush, decreto approvato definitivamente il 17 dicembre. "Ci sono cose che neanche a me piacciono, come ad esempio l'estensione degli tagli fiscali per i cittadini più ricchi, ma questi sgravi scadranno fra due anni" ha commentato Obama minimizzando l'intesa raggiunta alla camera che prevede una proroga degli sgravi fiscali per tutti i contribuenti, un regalo soprattutto per i più ricchi. Nel 2008 Obama si era impegnato a confermare i tagli ma solo per le famiglie con un reddito inferiore ai 190.000 euro. Il Congresso ha invece confermato tutti i tagli, compresi quelli che interessano i super ricchi, col solo voto contrario dell'ala liberal dei democratici. A vantaggio dei ricchi va un'altra misura prevista nella legge, la riduzione della tassa di successione. Finora erano esenti dalle tasse le eredità inferiori a 3,5 milioni di dollari per un singolo o a 7 milioni per una coppia; sopra queste cifre l'eredità era tassata al 45%. Con la nuova legge il regalo è doppio: la quota esentasse sale a 5 milioni per i singoli e a 10 per le coppie mentre per le cifre superiori la quota delle tasse scende al 35%. 22 dicembre 2010 |