Obama contestato in SudAfrica La polizia usa granate stordenti per disperdere i manifestanti "No, You Can't" (No, non potete), "Obama e Netanyahu schiavisti", "Stop alla guerra contro la libertà", in riferimento allo spionaggio dei servizi americani rivelato dall'ex agente Snowden, era scritto sui cartelli di protesta che hanno accolto, assieme al presidente sudafricano Jacob Zuma, il 28 giugno il presidente americano Obama al suo arrivo in Sudafrica, a Pretoria. Altre proteste a Johannesburg davanti all'ambasciata Usa che mettevano sotto accusa in particolare la politica estera della Casa Bianca. Erano un acconto di quelle ancora più forti che lo aspettavano il giorno seguente nel campus universitario di Soweto, dove avrebbe parlato agli studenti e ricevuto una laurea ad honorem. A Pretoria almeno un migliaio di manifestanti si radunavano presso l'ospedale dove è ricoverato Nelson Mandela. Alla manifestazione organizzata fra gli altri dal sindacato confederale Cosatu, da associazioni studentesche e da associazioni quali quella che propone il boicottaggio e le sanzioni contro Israele, i dimostranti urlavano slogan contro gli Usa la cui politica nel mondo era definita "arrogante e oppressiva". E protestavano contro Obama definendolo "una delusione". Stessi toni nelle manifestazioni del 29 giugno a Soweto, la grande township dove le proteste scoppiate nel giugno 1976 furono represse duramente dalla polizia che uccise centinaia di manifestanti e che rimangono uno dei momenti determinanti della lotta contro l'apartheid. A due decenni quasi dalla fine dell'apartheid la disoccupazione è al 25%, le baraccopoli sono rimaste le stesse, le proteste nelle miniere si susseguono nonostante la sanguinosa repressione poliziesca. Polizia protagonista anche il 29 giugno a Soweto quando ha sparato granate stordenti contro i manifestanti e li ha dispersi con cariche coi mezzi antisommossa. 3 luglio 2013 |