Nuova tattica della Casa Bianca per normalizzare l'isola Obama revocherà le restrizioni di viaggi e rimesse dei cubani-americani con familiari a Cuba Neanche una parola sul famigerato embargo Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha ordinato il 13 aprile scorso la revoca alle restrizioni ai viaggi e alle rimesse dei cubano-americani che hanno ancora parenti a Cuba. I cubani che vivono negli Stati Uniti, che secondo dati ufficiali del 2007 sono più di 1,5 milioni, saranno liberi di recarsi in visita nell'isola e di inviare alle loro famiglie aiuti in denaro senza limiti. Finora le restrizioni, aggiornate da Bush nel 2004, prevedevano il limite di 100 dollari al mese e un viaggio ogni tre anni. Secondo il Wall Street Journal l'ammontare dei soldi inviati ai parenti sull'isola ammontano a almeno un miliardo di dollari, che si aggiunge a un altro mezzo miliardo che arriva dai cubani residenti in altri paesi, dal Messico a Portorico alla Spagna. Denari che arrivavano ugualmente nonostante il divieto posto da Bush. La direttiva firmata da Obama toglie l'embargo all'invio di altri oggetti quali abiti, oggetti di igiene personale e attrezzature da pesca e consente inoltre alle compagnie americane di telecomunicazioni a partecipare a gare per ottenere le licenze a Cuba per i servizi televisivi e di telefonia mobile. Possibile a breve anche la ripresa di collegamenti aerei diretti tra i due paesi. Le limitazioni ai viaggi e ai trasferimenti di denaro furono introdotte dal presidente John F.Kennedy nel 1962 quali complemento dell'embargo deciso due anni prima contro il governo di Fidel Castro che aveva cacciato gli Usa dall'isola e mantenute con poche variazioni dai successori, democratici o repubblicani che fossero. Obama le elimina ma sul famigerato embargo non ha detto una parola. Un embargo osservato dalle aziende americane e che riguarda anche componenti o programmi degli Stati Uniti prodotti in altri paesi. Alla timida "apertura" degli Usa rispondeva il presidente cubano Raul Castro che il 18 aprile, in visita nel Venezuela per un incontro con Chavez, affermava che "abbiamo mandato a dire al governo nordamericano, in privato e in pubblico, che quando loro vorranno potremo discutere tutto: diritti umani, libertà di stampa, prigionieri politici, qualunque cosa, qualunque cosa di cui vogliano parlare". La direttiva firmata da Obama era contenuta in una legge approvata lo scorso 12 marzo dal Congresso americano su pressioni di parlamentari e soprattutto di imprenditori e petrolieri che vogliono sfruttare le opportunità economiche offerte da Cuba e dalle quali finora sono dovuti rimanere fuori. La firma sulla direttiva da parte del presidente americano era spiegata dalla segretario di Stato Hillary Clinton il 17 aprile con le parole "continuiamo a cercare strade più produttive da seguire perché per il presidente Obama, per me e per la nostra amministrazione l'attuale politica su Cuba è fallimentare". L'embargo non ha funzionato. E Obama per normalizzare Cuba cambia tattica e rimuove alcune restrizioni con lo scopo di "rendere il popolo cubano meno dipendente dal regime castrista". 22 aprile 2009 |