Negli Usa di Obama la disoccupazione è alle stelle Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è salito lo scorso novembre al 9,8%. Gli americani in cerca di lavoro sono 15 milioni, di cui quasi la metà, il 41,9%, è senza un'occupazione ormai da oltre sei mesi. Le stime degli analisti economici, incentrate sulla ripresa dalla crisi, prevedevano tra ottobre e novembre un aumento di circa 150 mila posti di lavoro; i disoccupati sono invece cresciuti di quasi 40 mila unità, una cifra dovuta al saldo negativo tra i 50 mila in più nel settore privato e i 90 mila posti persi nel settore pubblico, dove molti contratti a tempo determinato non sono stati rinnovati. L'Us Bureau of Labor Statistics, il dipartimento americano per il lavoro, ha sottolineato soprattutto il dato dei disoccupati da oltre sei mesi, che sono solo il segnale di una situazione ben più grave considerando il numero di coloro che hanno già smesso di cercare un posto di lavoro e che non compaiono più nelle statistiche ufficiali e quello di lavoratori che cercavano un lavoro a tempo pieno ma costretti a accettare una mansione partime. Una sottolineatura che evidenzia tra l'altro la differenza negativa tra i dati ufficiali e la situazione reale. Secondo varie stime la disoccupazione reale è ben oltre il 9,8%, sarebbe almeno al 17% e colpisce soprattutto i giovani, senza lavoro almeno uno su quattro, gli ispanici e i neri. La disoccupazione ufficiale negli Usa è sopra il 9% dal maggio del 2009, ovvero da 19 mesi, il periodo più lungo dopo la seconda guerra mondiale. Il consigliere economico della Casa Bianca, Austan Goolsbee, l'ha definita "un dato inaccettabile" ma gli interventi dell'amministrazione Obama vanno in tutt'altra direzione, dal sostegno alle banche all'immisione sul mercato di titoli di Stato per tenere artificialmente debole il dollaro e favorire le esportazioni. 22 dicembre 2010 |