Con la rimozione di McChrystal, sostituito da Petraeus Obama è passato dall'antimilitarismo al sostegno della dottrina della contro-insurrezione Il 23 giugno il generale Stanley McChrystal che guidava i quasi 150.000 soldati del contingente imperialista di occupazione dell'Afghanistan ha presentato le sue dimissioni a Obama che le ha accettate e ha nominato al suo posto il generale David Petraeus, capo del Comando Centrale americano di Tampa in Florida per le guerre in Afghanistan e Iraq. Un passaggio scontato dopo le critiche che l'ex responsabile delle forze in Afghanistan aveva espresso contro l'amministrazione americana, a suo dire "indecisa" nella strategia da seguire nel combattere la resistenza all'occupazione. McChrystal è il secondo generale rimosso da Obama in Afghanistan da quando è alla Casa Bianca, lo scorso anno aveva sollevato dall'incarico David McKiernan giudicato troppo prudente per vincere la guerra. Contrasti tra il generale sostituito e la Casa Bianca erano emersi lo scorso anno quando McChrystal aveva pressato l'amministrazione Usa per avere un consistente rinforzo del contingente di occupazione ed era stato accontentato in parte con l'invio di 30 mila soldati e un numero superiore di mercenari. Vedeva difficile l'obiettivo, sbandierato da Obama nella campagna elettorale che lo avrebbe portato alla presidenza, di lasciare l'Afghanistan entro la metà del prossimo anno, che poi era lo stesso annunciato da Bush, e chiedeva più uomini da schierare contro la resistenza. Per far scoppiare il caso ha scelto un modo particolare, rilasciando un'intervista al vetriolo alla rivista Rolling Stone, storico magazine musicale, in uscita a fine giugno, nella quale tra l'altro sbeffeggiava il vice presidente Joe Biden, affermava di aver trovato Obama assolutamente impreparato sulla strategia da seguire nel suo primo colloquio alla Casa Bianca e di aver assunto il controllo della guerra in Afghanistan senza però mai perdere di vista "il vero nemico: i pusillanimi alla Casa Bianca". "L'articolo del Rolling Stone è piuttosto inopportuno, ma è solo un articolo" minimizzava il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, riaffermando in una nota la sua fiducia nel generale: "siamo nel mezzo di un conflitto reale e ho piena fiducia in McChrystal come comandante Nato e nella sua strategia". Anche il presidente afgano, Hamid Karzai, lo sosteneva tramite il suo portavoce che lo definiva "il miglior comandante che gli Stati Uniti abbiano mandato in Afghanistan in nove anni". Quali che siano le motivazioni dello scontro, la Casa Bianca non poteva affatto minimizzare, preoccupata di tenere ben coeso il fronte interno necessario per giustificare le ingenti risorse che in piena crisi economica destina alla guerra e le sempre più numerose perdite. Conseguente la decisione di accettare le dimissioni di McChrystal e la sua sostituzione con Petraeus, il generale di fiducia di Bush indicato come il "padre" della strategia cosiddetta del "surge" (rinforzi) per una guerra di contro-insurrezione adottata quando era al comando dell'occupazione dell'Iraq. La stessa che seguiva McChrystal ma con risultati non ancora sufficienti, la resistenza afghana è ancora forte. Obama, il Nobel per la pace presentatosi quasi come antimilitarista, vorrebbe chiudere il capitolo afghano con un successo e non con una vergognosa ritirata. E al momento della sostituzione del capo al comando ha precisato che l'avvicendamento rappresenta "un cambio di personalità, ma non modifica la nostra politica" di occupazione imperialista e di guerra in Afghanistan. 14 luglio 2010 |