In sostegno ai portuali Usa impegnati nelle lotte sindacali e contro "il meccanismo che avvantaggia i ricchi e le aziende" Occupy blocca i porti sul Pacifico Decine di arresti tra cui un vescovo Il movimento "Occupy Wall Street" sfrattato dalla polizia dalle piazze delle principali città americane aveva deciso di continuare la protesta contro la grande finanza e le diseguaglianze economiche con iniziative di vario genere. Tra queste il blocco dei porti americani sulla costa del Pacifico, organizzato per il 12 dicembre. Una iniziativa decisa in sostegno ai portuali impegnati nelle lotte sindacali e contro "il meccanismo economico che avvantaggia i ricchi e le aziende", come spiegavano sul proprio sito gli organizzatori delle proteste. Le manifestazioni più importanti e partecipate si sono svolte a Oakland in California, a Portland in Oregon, e a Longview nello stato di Washington. A Oakland un migliaio di manifestanti ha bloccato il porto per tutta la giornata e il traffico nelle vie adiacenti; a Portland sono bastate alcune centinaia di manifestanti per fermare le operazioni in alcuni terminal; chiuso anche il porto di Longview dove i manifestanti hanno portato solidarietà e appoggio alla lotta in corso per la difesa del posto di lavoro dei lavoratori portuali. Alcuni manifestanti sono stati arrestati per aver bloccato il traffico stradale. Blocco parziale del traffico dei container nel porto di Seattle dove i manifestanti si sono scontrati con la polizia; una decina gli arrestati. Manifestazioni senza blocco dei porti si sono svolte lungo tutta la costa dal porto di San Diego, al confine col Messico, a Anchorage in Alaska. Nei siti del movimento si spiegava l'iniziativa decisa dalla parte progressista con "occupiamo i porti per lottare contro lo sfruttamento locale e globale dei lavoratori e contro la negazione dei loro diritti sindacali"; si precisava che "l'un per cento ha imposto una legislazione del lavoro che limita le azioni sindacali e i sindacati si rifiutano di sfidare queste leggi, tocca quindi ai lavoratori e ai loro alleati di portare avanti la lotta. Occupy può mettersi alla testa di questo movimento". L'idea era stata lanciata da "Occupy Los Angeles" per prendere di mira simbolicamente i terminal di una azienda di proprietà della onnipresente banca Goldman Sachs. Una iniziativa in appoggio agli scaricatori e ai camionisti che lavorano nei porti e quale "preparazione verso uno sciopero generale nazionale il 1° Maggio 2012". Proposta accolta e rilanciata da "Occupy Oakland". Il modo di sviluppare le lotte del movimento era sintetizzata da un commento di un membro di "Occupy Los Angeles": "dobbiamo potenziare il movimento Occupy alleandoci con i lavoratori e i sindacati, con i migranti, gli studenti, i disoccupati, i senzatetto, con le comunità di resistenza e i gruppi religiosi (...) Usciamo dalle tende e impegniamoci concretamente accanto ai settori-chiave del 99% che sono già in lotta contro l'1%". Di fatto la protesta contro la grande finanza e le diseguaglianze economiche si era già estesa a altri obiettivi. Già il 6 dicembre il movimento "Occupy Wall Street" aveva portato a termine con successo una giornata di mobilitazione per l'occupazione delle case sequestrate per morosità da parte delle banche. Un fenomeno esteso in gran parte nei quartieri poveri delle grandi città americane dove la crisi economica aveva messo in condizione tante famiglie di non poter pagare il mutuo per l'acquisto della casa. La banca sequestrava la casa e cacciava la famiglia che l'abitava. A New York i manifestanti si sono dati appuntamento nel quartiere East, percorso da un corteo che ha raccolto adesioni e simpatia dagli abitanti che hanno dato man forte nell'indicare le case sequestrate che venivano aperte, ripulite e consegnate a famiglie di senzatetto. Iniziative simili si sono svolte in altre 25 città. Sempre a New York il movimento ha cercato di formare un nuovo accampamento presso la chiesa di Trinity Church, a pochi passi dai palazzi della Borsa. Il tentativo del 17 dicembre di occupare il cortile di un cantiere privato vicino alla chiesa è stato bloccato dalla polizia che ha arrestato una cinquantina di dimostranti fra i quali alcuni religiosi, compreso un vescovo, che appoggiavano l'iniziativa. 21 dicembre 2011 |