Vertice a Sharm el Sheikh Il sionista Olmert sostiene il golpista Abu Mazen Aiuti militari al governo illegale palestinese per controllare la Cisgiordania Nel vertice del 25 giugno di Sharm el Sheikh il primo ministro isrealiano Ehud Olmert ha rinnovato il sostegno degli imperialisti sionisti al presidente palestinese Abu Mazen e al suo governo golpista nominato in Cisgiordania dopo che Hamas aveva preso il controllo della striscia di Gaza e cacciato i corrotti di Al Fatah. Un sostegno certificato dalla benedizione di Egitto e Giordania, presenti al vertice. Il summit ha riunito nella località egiziana il re Abdallah di Giordania, il presidente egiziano Hosni Mubarak, Mahmoud Abbas ("Abu Mazen") e il primo ministro israeliano Ehud Olmert che ne è stato il protagonista. Alla vigilia del vertice Yasser Abed Rabbo, un assistente di Abu Mazen, aveva affermato che la parte palestinese si aspettava tra l'altro decisioni concrete per la "rimozione dell'assedio economico e dei check point che stanno soffocando la vita dei palestinesi" e la ripresa dei colloqui "di pace per porre fine all'occupazione israeliana e fondare uno Stato palestinese". In altre parole alcune misure per iniziare a recuperare il sostegno della maggioranza del popolo palestinese da parte di Abu Mazen e del gruppo dirigente di Al Fatah. Nel disegno di Olmert e del governo sionista di Tel Aviv il governo golpista di Abu Mazen, diretto da Salam Fayyad, ha il compito di assicurarsi il controllo della parte di Cisgiordania non occupata direttamente dagli israeliani e gli "aiuti" promessi al vertice egiziano vanno in questo senso. Col benestare di Egitto e Giordania, espresso sul posto, e quello del padrino imperialista americano intascato da Olmert nella sua recente visita a Bush alla Casa Bianca. La richiesta del presidente palestinese di ridurre gli oltre 500 posti di blocco che impediscono ai palestinesi di muoversi liberamente anche tra villaggi attigui nella Cisgiordania era stata bocciata dal governo di Tel Aviv alla vigilia del vertice. Così Olmert non l'ha neanche presa in considerazione sostituendola con la promessa di emettere nuovi permessi di viaggio in Israele per i dirigenti e gli uomini d'affari garantiti dalla presidenza palestinese. Quali atti concreti di aiuto a Abu Mazen Olmert ha elencato la proposta che presenterà al suo governo di liberare 250 "prigionieri di Fatah che non abbiano versato sangue", a fronte dei circa 10.000 detenuti palestinesi nelle carceri israeliane; il riconoscimento ufficiale israeliano al "governo di emergenza" nominato da Abu Mazen; la conferma della promessa di "scongelare" i fondi palestinesi provenienti dalle tasse, che Israele ha illegalmente sequestrato. Abu Mazen ha chiesto il rientro in Cisgiordania delle Brigate Badr, le milizie di Fatah di stanza in Giordania, per rafforzare le sue milizie della Guardia presidenziale nei compiti di controllo del territorio. Olmert non ha accolto la richiesta, ha preso tempo rimandandola a una prossima decisione del suo governo. Ha accettato però di passare dei mezzi blindati alle forze di Fatah in Cisgiordania che potrebbero avviarsi a diventare una versione palestinese dell'"Esercito del Libano sud", un gruppo di milizie fantoccio che hanno collaborato con le forze armate israeliane nell'occupazione del sud Libano fino a quando non sono state cacciate da Hezbollah nel 2000. 27 giugno 2007 |