Per Berlusconi e Moratti non è un atto razzista Un giovane italiano originario del Burkina Faso ucciso a sprangate Vasta solidarietà degli antirazzisti verso la vittima È nel putrido ventre del razzismo e della xenofobia predicati e alimentati dalla destra fascioleghista e berlusconiana che è maturato il barbaro assassinio di Abdul Guibre, appena diciannove anni, nato in Burkina Faso e cittadino italiano. Abdul era arrivato in Italia quasi in fasce e viveva con il padre Assane, operaio, la madre Aminata e quattro tra fratelli e sorelle a Cernusco sul Naviglio, dove, dopo aver abbandonato la scuola superiore, svolgeva qualche lavoretto saltuario come operaio. Domenica 14 settembre i proprietari di un bar, Fausto e Daniele Cristofoli, padre e figlio, hanno massacrato a sprangate Abdul mentre gridavano "negro di merda ti ammazziamo", "muori sporco negro" e altri insulti simili, giacché lo sospettavano di aver rubato un pacchetto di biscotti nel loro bar. Secondo la ricostruzione della squadra mobile di Milano, Abdul insieme a due amici, all'alba di domenica entra nel bar dei Cristofoli, non trova nessuno e ne esce. I proprietari intravedono i giovani, e sospettando che si siano appropriati di qualcosa (i biscotti, e anche parte dell'incasso, diranno agli inquirenti per cercare di scagiornarsi, ma del furto non c'è traccia), li inseguono, accerchiano Abdul e iniziano a prenderlo a sprangate. Il ragazzo soccorso dagli amici morirà alcune ore dopo al Fatebenefratelli, dopo una delicata quanto inutile operazione. La verità è che si è trattato di un vigliacco quanto feroce raid punitivo degno dei seguaci del Kxu Klux Klan. Infatti da quanto emerge dall'autopsia sul corpo del ragazzo sono state riscontrate diverse ferite. Un colpo mortale alla tempia, altri cinque più leggeri poco distanti e nessun segno di colluttazione. Particolare quest'ultimo non secondario, visto che i due arrestati nel primo interrogatorio davanti al gip avevano sostenuto di essersi semplicemente difesi nel corso di una collutazione e di aver colpito accidentalmente il ragazzo, con un solo colpo di spranga. Grave e pericolosa è quindi la decisione del pm di Milano, Roberta Brera, che ha derubricato l'omicidio di Abdul a un semplice fatto di "balordi" incriminando i Cristofoli per "omicidio volontario aggravato da futili motivi". Una scelta questa che copre i responsabili politici di questo omicidio, i mandanti, che sono la destra neofascista locale e nazionale, sono i vari Bossi, Fini e Berlusconi, che ora, guarda caso in questo caso, non possono cavalcare i loro tradizionali cavalli di battaglia quali la "sicurezza" e la "tolleranza zero", e si difendono negando la matrice razzista e sbraitando sul fatto che la morte del giovane non "venga strumentalizzata". E giustificano gli assassini, riproponendo la ripugnante equazione immigrazione-insicurezza-allarme sociale Come dire, Adbul, in fondo se l'è cercata. Lo ha fatto Berlusconi, che dal vespasiano di Porta a Porta ha escluso qualsiasi movente razzista giacché Maroni lo avrebbe rassicurato sul fatto che "la questione razziale e il colore della pelle non c'entrano nulla". Per poi subito aggiungere che sarebbe da attribuire alla "politica delle porte aperte" di cui sarebbe responsabile il precedente governo Prodi che "fa sentire gli italiani meno sicuri", perché "l'immigrato che ha la possibilità di lavorare è una risorsa per la nostra economia ma chi viene e non ha un lavoro è un pericolo". Stessi argomenti li ha usati la neopodestà di Milano, Letizia Moratti. "la morte del giovane - ha detto - non va strumentalizzata come un episodio racchiuso nella violenza xenofoba... A una minima forma di sopruso in questo caso si è collegata una forma di violenza drammatica". Per la Moratti "il razzismo" sarebbe "un sentimento estraneo al cuore e alla cultura sociale di Milano". In realtà è molto di più: il razzismo è parte della politica di governo della sua giunta come dimostrano i rastrellamenti dei rom ordinati dal vicesindaco De Corato, la negazione del diritto di preghiera per migliaia di musulmani braccati e scacciati da viale Jenner, gli stessi che per anni sono stati accusati di terrorismo, lo stillicidio di atti di violenza per motivi razziali, le ossessive campagne di odio fomentate quotidianamente dai fascioleghisti contro gli immigrati, i gay, i lavavetri e i "diversi" in generale. Ancor più vergognosa è stata la reazione del PD, che per bocca del presidente della provincia Filippo Penati ci ha messo meno di un giorno a fotocopiare e far proprio l'ordine del giorno della destra affermando che "non bisogna dare una connotazione razzista all'episodio" e aggiungendo: "Milano non è una città razzista, anche se la politica non è riuscita ad assorbire come doveva il grande flusso migratorio di questi anni". Né possono ingannare le ipocrite lacrime di coccodrillo del leader del PD Veltroni che, di fronte alla testa spaccata di Abdul, ora dice che è "il frutto del clima di odio nel paese". Come se lui, in tutti questi anni su "sicurezza" e immigrazione non avesse contribuito, assieme ai suoi compari Cofferati, Chiamparino, Domenici, Zanonato ecc., a sdoganare ogni discorso xenofobo e a portare avanti le stesse posizioni della destra neofascista. Solo dalla Diocesi di Milano è venuto un forte richiamo a ragionare sulle "menti e i cuori offuscati dalla paura", chiedendosi se "sarebbe finita comunque così se il giovane ladro che si è indebitamente impossessato di alcuni biscotti, anziché quei tratti somatici fosse apparso agli aggressori come un milanese doc". La risposta è no. Vasta invece è stata la solidarietà degli antirazzisti, che si sono mobilitati dando vita a diverse manifestazioni di piazza. Gli studenti sono sfilati in corteo giovedì 18 chiedendo di mettere fine a "paure e discriminazioni", e "nessuna impunità per chi fomenta campagne di odio nei confronti dei migranti 'legittimando' razzisti e xenofobi'"; quindi la grande manifestazione di sabato 20 a cui hanno partecipato ben 50 mila antirazzisti e antifascisti, e di cui tratta il servizio della Redazione di Milano pubblicato in questa stessa pagina. 24 settembre 2008 |