L'assemblea generale dell'Onu condanna l'embargo degli Usa contro Cuba L'Assemblea generale delle Nazioni unite ha approvato lo scorso 28 ottobre una risoluzione di condanna dell'embargo economico, commerciale e finanziario degli Usa contro Cuba. La mozione è passata a larghissima maggioranza con 187 voti a favore, 3 contrari (Usa, Israele e Palau) e 2 astenuti (Micronesia e Isole Marshall). Il voto favorevole sulla mozione era stato sollecitato dal rappresentante cubano che aveva definito l'embargo americano "un atto di genocidio illegale" e denunciato il danno subito dal suo paese, stimato nell'astronomica cifra di 224 miliardi di dollari. Nel dibattito in aula la mozione è stata appoggiata dagli interventi, tra gli altri, di Iran, Venezuela, Sudan, Algeria, Nicaragua, Messico, Vietnam, Sudafrica, Russia e India. E dai rappresentanti di Antigua e Barbuda a nome del G77, di Cina e Egitto a nome del Movimento dei paesi non allineati e della Guyana per la Comunità dei Caraibi. L'embargo era stato deciso dalla Casa Bianca nel 1960 dopo che gli Usa erano stati cacciati dall'isola e era stato mantenuto con poche variazioni dai governi americani, democratici o repubblicani che fossero. Financo l'ultimo presidente, Barack Obama, il 13 aprile scorso aveva ordinato solo la revoca alle restrizioni ai viaggi e alle rimesse dei cubano-americani che hanno ancora parenti a Cuba; una misura decisa nel 1962 dal suo predecessore John F. Kennedy. La direttiva firmata da Obama permetteva inoltre l'invio di oggetti quali abiti, oggetti di igiene personale e attrezzature da pesca e consentiva alle compagnie americane di telecomunicazioni di partecipare a gare per ottenere le licenze a Cuba per i servizi televisivi e di telefonia mobile. Ma sul famigerato embargo, osservato dalle aziende americane e che riguarda anche componenti o programmi degli Stati Uniti prodotti in altri paesi, Obama non diceva una parola. E il rappresentante americano all'Assemblea generale dell'Onu continua a votare contro la revoca. 11 novembre 2009 |