Brasile e Turchia votano contro, astenuto il Libano Il Consiglio di sicurezza dell'Onu infligge dure e ingiuste sanzioni all'Iran Ahmadinejad: "Non valgono un soldo. Sono buone per la spazzatura" "Invece di condannare Israele per i suoi crimini, i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza hanno approvato sanzioni per penalizzare le attività pacifiche e trasparenti del nostro paese. Sono sanzioni politicizzate, ingiuste e prive di giustificazione giuridica", denunciava il ministro degli Esteri iraniano Manouchehr Mottaki, commentando la risoluzione approvata il 9 giugno all'Onu che infligge dure e ingiuste sanzioni all'Iran. Dopo sei mesi di pressioni da parte dell'amministrazione Obama, il Consiglio di sicurezza ha approvato la risoluzione numero 1929 con 12 voti favorevoli, due contrari da parte di Turchia e Brasile e un astenuto, il Libano, una risoluzione che impone un nuovo pacchetto di sanzioni contro l'Iran per il suo programma nucleare. La risoluzione prevede restrizioni nell'attività fuori dal paese di 15 aziende, di alcune compagnie di navigazione e di 22 imprese collegate alle attività atomiche o missilistiche, comprese l'università Malek Ashtar di Tehran e l'azienda iraniana di trasporto Irisl. Prevede il divieto all'Iran di investire in ricerche o estrazioni minerarie di uranio. Vieta la vendita di armi pesanti all'Iran e chiede agli stati di procedere a ispezioni dei cargo da e per l'Iran, in transito sul proprio territorio, porti o aeroporti, se hanno il "ragionevole sospetto" che trasportino materiale che potrebbe servire al programma nucleare o missilistico iraniano. Durante le discussioni sulla bozza di risoluzione, l'imperialismo americano avrebbe voluto inserire anche il boicottaggio di aziende del settore energetico e del sistema bancario iraniano, per strangolare il paese. Era riuscito a superare le obiezioni della Russia di Medvedev ma sono rimaste quelle della Cina che per dare il suo assenso ha fatto togliere l'embargo su petrolio e gas e sulle principali banche con le quali lavora in Iran. Gli imperialisti di Pechino una volta salvati gli affari con l'Iran, hanno accettato la politica del bastone e della carota di Obama e l'ambasciatore cinese all'Onu Li Baodong, ha ipocritamente commentato che le sanzioni servono a "riportare l'Iran al tavolo dei negoziati". Ma se così fosse perché i maggiori paesi imperialisti non hanno sfruttato il tavolo dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea) dove valutare il recente accordo firmato tra Iran, Brasile e Turchia per uno scambio di combustibile atomico sulla base di una proposta formulata dalla stessa Aiea alla fine di ottobre scorso: l'Iran consegnava il suo uranio arricchito alla Turchia e in cambio riceveva quello necessario per le attività civili. Per Ankara e Brasilia quell'accordo indicava una via negoziale e doveva escludere le nuove sanzioni cui hanno votato contro. Poche ore prima del voto al Consiglio di sicurezza, i rappresentanti di Usa, Russia e Francia presso l'Aiea a Vienna avevano consegnato una lettera al capo dell'Agenzia, il giapponese Yukiya Amano, con le loro obiezioni all'accordo. Ma non era il tavolo tecnico di Vienna che interessava alle tre potenze nucleari quanto quello dell'Onu per una nuova condanna politica dell'Iran. Il presidente americano Barack Obama affermava che la risoluzione è un "messaggio inequivocabile della comunità internazionale" all'Iran e ipocritamente ripeteva che "gli Stati Uniti riconoscono il diritto dell'Iran a usare l'energia atomica per fini pacifici e restano aperti al dialogo", sono per una "soluzione pacifica", purché l'Iran "rispetti i suoi obblighi e dimostri alla comunità internazionale la natura pacifica delle sue attività nucleari". Intanto metteva in tasca il quarto pacchetto di sanzioni Onu all'Iran dal 2006, in continuità con la tre precedenti volute da Bush. La risoluzione approvata contro l'Iran dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite "non conta niente" ed è "senza valore", affermava il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad: "queste risoluzioni non hanno alcun valore per noi. Le usiamo come uno di quei fazzolettini che finiscono nella pattumiera dopo che ci si è puliti la bocca. Non sono in grado di colpire la nazione iraniana". E ribadiva che "coloro che sono in possesso della bomba atomica e l'hanno pure usata contro altri popoli, oggi accusano senza alcun fondamento l'Iran di voler costruire l'arma nucleare. Ma sappiano che con queste misure non potranno mai danneggiare la Repubblica islamica". Una condanna della risoluzione Onu è stata espressa il 13 giugno anche dal Segretario generale dell'Unione interparlamentare dell'Organizzazione della Conferenza Islamica (Oci), Mahmoud Erol Qelic. In un comunicato dichiarava che le nuove azioni dei membri del Consiglio di Sicurezza erano basate su obiettivi politici contro la Repubblica Islamica dell'Iran e tendevano a impedire a questo paese di beneficiare della tecnologia nucleare pacifica. 16 giugno 2010 |