Lo rivela il giornale "New Yorker" Operazioni segrete Usa per rovesciare il presidente iraniano È d'accordo anche il partito democratico Sono stati stanziati 400 milioni di dollari La commissione sui servizi segreti del parlamento americano alla fine dello scorso anno ha dato il via libera alla proposta di Bush, una direttiva presidenziale, di stanziare altri 400 milioni di dollari per finanziare operazioni coperte e segrete contro l'Iran e rovesciare il governo del presidente Ahmadinejad. Altre operazioni clandestine oltre a quelle già portate avanti da tempo dalla Cia e dal Pentagono. Lo ha rivelato il settimanale New Yorker con un servizio pubblicato a fine giugno e costruito sulla base di un'inchiesta che ha avuto come fonti alcuni parlamentari, militari e personale dei servizi. Secondo l'inchiesta i fondi sono serviti per finanziare gruppi di dissidenti, operazioni clandestine della Cia per raccogliere prove sul programma nucleare iraniano e incursioni delle forze speciali oltre il confine con l'Iraq. Nel corso di questi sconfinamenti sarebbero stati rapiti membri della Guardia Rivoluzionaria iraniana e interrogati per ottenere prove sul presunto supporto dato dall'organizzazione alla guerriglia sciita irachena. Si tratta di azioni di inammissibile ingerenza negli affari interni di un altro paese, fino alla evidente violazione dei diritti sovrani dell'Iran. Azioni illegittime, sottolinea il settimanale americano, che non sono una novità ma che hanno conosciuto una significativa escalation negli ultimi mesi, tanto che alcuni membri del Congresso hanno chiesto alla Casa Bianca di rendere noto quali iniziative sono in corso e come sono stati spesi i soldi. In base alle leggi americane, le richieste presidenziali che riguardano temi quali quelli legati alla sicurezza nazionale possono essere segrete e il via libera deve essere dato dai leader democratici e repubblicani del Congresso e dal gruppo ristretto dei membri del comitato parlamentare che si occupa dei servizi segreti. Il consenso alla delibera presidenziale, l'"ordine esecutivo" di Bush, è quindi venuto anche dagli esponenti democratici, dal presidente della Camera, Nancy Pelosi, al presidente della commissione, il senatore John Rockefeller. Un vergognoso via libera bipartisan alla "guerra sporca" di Bush che non è un caso raro, soprattutto quando sono in gioco gli interessi imperialisti degli Usa. Ne è un ulteriore esempio la "dura" critica del senatore Rockefeller al Pentagono ma solo per aver agito alle spalle del Congresso, senza riferire ai deputati le informazioni su una delle tante iniziative illegali compiute nel passato e che coinvolgono anche i servizi italiani nel periodo del precedente governo Berlusconi. Una iniziativa eversiva in piena regola, raccontata come una vicenda normale da un rapporto parlamentare americano. L'ipocrita protesta del senatore democratico è parte delle conclusioni di un rapporto della sua commissione nel quale tra l'altro si parla di una riunione, tenutasi a Roma alla fine del 2001, a cui hanno partecipato funzionari dei servizi segreti statunitensi e italiani e personaggi iraniani. Il rapporto indica Michael Ledeen, ricercatore dell'American Enterprise Institute e coinvolto nelle trame golpiste e piduiste in Italia, come l'organizzatore dell'incontro che mise a punto un piano che comprendeva una serie di iniziative destabilizzanti Iran, per attaccare il legittimo governo e tentare di rovesciarlo puntando sull'azione degli oppositori riparati all'estero. Un piano eversivo finanziato dagli Usa, da aziende straniere, interessate alle risorse naturali iraniane, e un servizio segreto straniero. 9 luglio 2008 |