Messaggio del capo dello Stato al Forum Ambrosetti L'ossessione di Napolitano: arrivare a un accordo tra le due coalizioni per le controriforme istituzionali e costituzionali Prodi: "il governo non farà nessuna riforma a colpi di maggioranza" "È tempo che anche in Italia si realizzi una effettiva maturità del confronto o del sistema politico bipolare". Con questa esortazione rivolta ad entrambi i poli del regime neofascista, rappresentati in sala da Prodi e Padoa Schioppa per il governo e da Fini e Tremonti per l'opposizione, Giorgio Napolitano è intervenuto il 3 settembre al Forum Ambrosetti in corso a Cernobbio, con un messaggio in videoconferenza, per dare corpo a quella che da quando è stato eletto alla massima carica dello Stato è apparsa subito come una sua vera e propria ossessione: completare la stagione delle controriforme istituzionali e costituzionali interrotta dal referendum dello scorso 25 giugno. Da molti anni Napolitano - evidentemente grazie ai meriti acquisiti come antesignano dei rinnegati e dei riformisti italiani - è regolarmente invitato a partecipare ai lavori del workshop Ambrosetti, dove annualmente si riunisce in una cornice fastosa il Gotha dell'industria, della finanza e del mondo politico borghese, per discutere le linee guida dell'economia e della politica del Paese. Quale migliore uditorio, quindi, per il neo inquilino del Quirinale, per un appello a riprendere il "dialogo" sulle "riforme" che tanto gli sta a cuore? Per questo, nell'auspicare la "maturità del confronto" tra i due poli, li ha invitati a "individuare dei temi sui quali sia possibile una convergenza come in tutti i Paesi democratici europei, e più in generale nei Paesi dove c'è un sistema politico bipolare con l'alternarsi di diverse coalizioni o di diversi partiti alla guida del Paese". A questo riguardo a Napolitano è sembrato di poter cogliere "segnali confortanti" di ripresa di dialogo e di spirito "bipartisan" tra maggioranza e opposizione nell'elezione del nuovo Consiglio superiore della magistratura, ma soprattutto nella "scelta della missione in Libano e dell'impegno italiano in quella missione". "Ovviamente - sottolinea arrivando al dunque l'inquilino del Quirinale - un tema su cui bisogna cercare il massimo della convergenza tra i due schieramenti di maggioranza e di opposizione, è precisamente quello delle riforme istituzionali e costituzionali. Non è chiuso il capitolo, anche di modifiche della Costituzione repubblicana, dopo che il referendum ha segnato il rigetto dell'ampio progetto di revisione che era stato approvato dal Parlamento nella scorsa legislatura". Napolitano si fa cioè beffa della volontà popolare che ha mandato in pezzi col referendum di giugno la controriforma costituzionale della Casa del fascio, esortando senza pudore la destra e la "sinistra" del regime neofascista a rimetterne insieme i cocci e proseguire come se niente fosse - stavolta di comune accordo - su quella stessa strada neofascista, presidenzialista e federalista che la volontà popolare ha sonoramente bocciato. "Il cantiere - insiste infatti il capo dello Stato - non si deve considerare chiuso per sempre, e anzi io penso che si possa riaprire, che si debba riaprire, che di fatto si stia riaprendo. Anche questo è un segnale positivo: nelle due Commissioni Affari costituzionali della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, si è avviata una discussione, a cominciare dalla tematica dei poteri decentrati, del federalismo, della revisione del titolo V della Costituzione (o se si vuole della riforma della riforma che di quel titolo V della Costituzione aveva portato avanti la maggioranza di centrosinistra a conclusione della legislatura 1996-2001). Anche questa, a mio avviso, è una strada percorribile, ed è una strada da percorrere con il massimo impegno di ricerca della convergenza e dell'intesa". Il sermone di Napolitano ha trovato subito orecchie sensibili nel presidente del Consiglio e leader del "centro-sinistra", Prodi, il quale ha assicurato che il suo governo "non farà nessuna riforma a colpi di maggioranza", e che con l'opposizione ci potrà essere "una convergenza ampia o stretta solo a seconda delle contingenze e dei temi che saranno sul tavolo". "Il cantiere delle riforme è appena aperto. Noi muoveremo la produttività del sistema solo con profonde riforme", ha aggiunto l'economista democristiano, rassicurando al tempo stesso Napolitano, la Confindustria e la Casa del fascio, in barba alla volontà e alle aspettative del suo stesso elettorato, che la "sinistra" borghese non solo non considera chiuso il discorso sulla controriforma istituzionale e costituzionale, ma intende riprenderlo da subito e in pieno, di comune accordo con la destra borghese, nell'esclusivo interesse del rafforzamento del sistema capitalistico e dello Stato borghese. 27 settembre 2006 |