Dichiarazione di stato di emergenza contro i rom Varato il "pacchetto sicurezza" fascista, razzista e xenofobo contro i migranti Introdotto il reato di immigrazione clandestina. Estesa la detenzione nei Cpt fino a 18 mesi. Espulsioni più facili. Poteri di polizia ai sindaci. Poteri straordinari ai prefetti contro i nomadi Avevamo già detto che la riproposizione sotto forma di decreto legislativo del "pacchetto sicurezza" Amato da parte del governo Prodi quando questi era già decaduto non poteva servire che a tenere "in caldo" il tema per il nuovo governo, per varare un provvedimento ancor più fascista, razzista e xenofobo: e così è stato. Il "pacchetto sicurezza" che porta la firma dei ministri dell'Interno Maroni e della Giustizia Alfano, varato dal Consiglio dei ministri del governo neofascista Berlusconi a Napoli il 21 maggio scorso, infatti, non solo riprende gran parte delle misure contro i migranti e gli stranieri in generale già contenute nel precedente decreto del "centro-sinistra", ma da lì riparte per aggravarle ed estenderle oltre ogni limite legale e costituzionale, con la sicumera fascista di chi sa di non avere più alcun serio ostacolo davanti. Il "pacchetto" si articola in un decreto legge recante "misure urgenti in materia di sicurezza pubblica", in un disegno di legge recante "disposizioni in materia di sicurezza pubblica", tra cui il famigerato reato di immigrazione clandestina, e una serie di decreti legislativi sempre riguardanti il trattamento degli stranieri in Italia. Il decreto legge, immediatamente firmato da Napolitano insieme al decreto fascista sull'emergenza rifiuti in Campania e quindi già entrato in vigore, contiene tutta una serie di misure repressive e punitive contro i migranti, senza più distinzione tra extracomunitari e comunitari, anche con il conferimento di nuovi e maggiori poteri ai sindaci e ai prefetti, più alcune misure sotto il titolo di "lotta alla mafia", come il divieto di patteggiamento in appello per i mafiosi e la confisca dei beni loro sequestrati, che nel corpo del provvedimento assumono un peso nettamente secondario e sembrano messi lì apposta per meglio legittimare tutto il resto. Sotto la voce "norme per contrastare l'immigrazione clandestina" il decreto amplia la facoltà di espulsione di stranieri da parte del giudice in caso di condanna penale, abbassando il limite da 10 a 2 anni di pena. Basteranno cioè reati minimi, di quelli per cui normalmente un italiano non farebbe neanche un giorno di prigione, per essere cacciati dal Paese. La trasgressione dell'ordine di espulsione viene punita con la reclusione da uno a quattro anni. È punita inoltre con la reclusione da 6 mesi a 3 anni, l'ammenda da 10 mila a 50 mila euro e la confisca del bene, la concessione di locali a "stranieri irregolarmente soggiornanti senza osservare l'obbligo di comunicazione all'autorità di pubblica sicurezza". Aumenti di pena se il reato è commesso da uno straniero Vengono aumentate le pene per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e per chi provoca incidenti mortali: reclusione da 3 a 10 anni, revoca della patente e confisca del mezzo. Ma se il fatto penalmente rilevante è commesso da uno straniero irregolare ciò costituisce un'aggravante fino a un terzo di pena. E le eventuali circostanze attenuanti non valgono. Qui viene introdotto per la prima volta il concetto giuridicamente mostruoso che un reato può assumere diversa gravità (e quindi punibilità) a seconda del soggetto che lo commette. Un concetto fascista e razzista che ricorre in tutto il "pacchetto". Sono concessi nuovi poteri ai sindaci per adottare provvedimenti "contingibili e urgenti" per prevenire ed eliminare "gravi pericoli per l'incolumità pubblica e per la sicurezza urbana". Sarà inoltre rafforzata la "cooperazione" tra la polizia municipale e le "forze dell'ordine", sia nel controllo del territorio e nella prevenzione e repressione dei reati, sia nella gestione delle banche dati del Dipartimento di Pubblica sicurezza. Nella direzione della fascistizzazione dei municipi vanno anche gli inasprimenti di pena, contenuti questi nel disegno di legge, per i reati che offendono il "decoro urbano": vedi scritte sui muri, occupazione di suolo pubblico, ambulanti abusivi, accattonaggio, lavavetri, ecc. Vengono inoltre apportate modifiche al codice di procedura penale per ampliare i casi perseguibili con il rito direttissimo e con il giudizio immediato, così come i casi in cui non può valere la sospensione dell'esecuzione della pena, ed infine vengono introdotte norme specifiche per facilitare la distruzione delle merci contraffatte sequestrate. Il reato di immigrazione clandestina Il disegno di legge contiene se possibile una serie di norme ancor più fasciste, razziste e xenofobe del decreto, tra cui la più emblematica del "nuovo corso" impresso dal governo del triumvirato neofascista Berlusconi-Fini-Bossi è quella dell'introduzione del nuovo reato di immigrazione clandestina, punibile con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Una norma già bollata come giuridicamente aberrante e anticostituzionale da molti e autorevoli giuristi e magistrati e organizzazioni umanitarie, nonché sospettata di violare i diritti della persona anche da parte della Corte europea, tanto da aver provocato un'accesa discussione in seno allo stesso parlamento di Strasburgo, inquantoché trasformerebbe in reato penale una condizione soggettiva e temporanea delle persone. A tutto ciò vanno aggiunte le ripetute e aperte critiche di razzismo del governo spagnolo al governo Berlusconi, che per alcuni giorni hanno provocato una certa tensione tra Roma e Madrid. E poco vale la furbata di aver trasferito questa norma dal decreto al disegno di legge: è evidente che ciò è stato fatto solo all'ultimo momento e perché ci sono state le proteste e i sospetti di cui sopra, e al solo scopo di dare una copertura parlamentare a questo provvedimento mostruoso, attraverso il coinvolgimento anche della "opposizione di sua maestà" del PD, e permettendo così a Napolitano di controfirmarlo senza dare l'impressione, di fronte agli osservatori stranieri, di avallare un golpe anticostituzionale, razzista e xenofobo contro i diritti umani. Oltre a tutto questo è prevalsa nel governo anche l'esigenza di studiare misure atte a fronteggiare gli enormi problemi che avrebbe comportato l'improvvisa trasformazione di centinaia di migliaia di lavoratori irregolari, tra cui badanti, colf, manovali, operai, ecc., in criminali a cui dare la caccia, processare e imprigionare, con tutti i problemi connessi per le famiglie e l'economia del Paese, l'aggravamento del carico di lavoro ai magistrati e il sovraffollamento già insostenibile delle carceri. Il reato di "ingresso illegale nel territorio dello Stato" è accompagnato da altre misure persecutorie contro i migranti, come la possibilità di prolungare la detenzione nei famigerati Cpt (ribattezzati significativamente "Centri di identificazione ed espulsione") dagli attuali 60 giorni fino a 18 mesi. Che in questo modo saranno ancor più assimilabili a veri e propri lager, tanto che il fascioleghista Maroni ne vorrebbe raddoppiare il numero rispetto ai dieci attuali, almeno uno per regione, attrezzando in tutta fretta allo scopo le caserme dismesse. Raffica di norme persecutorie e vessatorie contro i migranti Seguono poi norme più severe per il trasferimento di denaro all'estero (il gestore del "money transfer" deve chiedere i documenti e il permesso di soggiorno al richiedente e denunciarlo alla polizia se questi è un irregolare). La concessione della residenza allo straniero sarà fatta solo se dispone già di un'abitazione in regola con le norme igienico-sanitarie (norma razzista che ricalca quella già applicata nel nord da alcuni neopodestà leghisti). Vi saranno ulteriori restrizioni alla concessione della cittadinanza ai coniugi stranieri, dagli attuali sei mesi a due anni dopo il matrimonio e nuove norme per il "contrasto dell'impiego di minori nell'accattonaggio", che puniscono con la reclusione fino a tre anni l'adulto che le infrange. Se questi è il genitore, si arriva fino alla sottrazione dei figli per darli in affidamento ad altri: un provvedimento ciecamente indiscriminato e disumano, che pretende di "risolvere" con un colpo d'ascia comportamenti attribuibili più a miseria, ignoranza ed emarginazione che a consapevole volontà criminale, e che può provocare conseguenze spaventose e tragiche. Come ha già dimostrato la recente ispezione di una inviata della Ue ai campi rom in Italia, dopo l'incendio del campo nomadi di Ponticelli, la quale ha rilevato tra l'altro la raccapricciante scomparsa di 12 bambini sottratti alle famiglie su intervento delle autorità e della magistratura. Altre norme vessatorie e fasciste contro i migranti sono contenute poi nei decreti legislativi, tra cui particolarmente emblematiche della mentalità sadicamente razzista del loro ideatore Maroni, quelle che restringono pesantemente i ricongiungimenti familiari dei migranti, anche con l'esame del DNA (e quindi la creazione di una banca dati del DNA come già previsto dal governo Prodi) per accertare la parentela in mancanza di documentazione o di dubbi sulla stessa. Quelle che restringono la concessione dell'asilo ai rifugiati politici, con il ritorno alle pesanti e cavillose condizioni della Bossi-Fini. E infine quelle che restringono la libera circolazione dei cittadini comunitari, con l'obbligo di registrare il loro ingresso in Italia e di dimostrare di avere risorse economiche sufficienti, lecite e dimostrabili se intendono soggiornare oltre i tre mesi. Una spada di Damocle appositamente concepita contro i rumeni e i rom, che comunque restano soggetti a detenzione nei Cpt e ad espulsione anche in base ai famigerati "motivi imperativi di pubblica sicurezza", qualora rappresentino una "minaccia" per la sicurezza, la moralità e la "decenza" pubbliche. A tutto ciò va aggiunto, come parte integrante del provvedimento, l'approvazione da parte del Cdm insediato a Napoli dello "stato di emergenza rom", con il conferimento ai prefetti di Milano, Roma e Napoli della nomina di "commissari per l'emergenza rom", con il potere di "delocalizzare" i campi nomadi anche "in deroga alle leggi vigenti". Vale a dire di distruggere gli accampamenti e deportarne gli abitanti su richiesta dei neopodestà o a proprio insindacabile giudizio. Un provvedimento intrinsecamente razzista, questo, nel momento stesso in cui istituisce una figura appositamente preposta a una particolare popolazione. Ancora una volta si torna a criminalizzare un'intera minoranza etnica o sociale per i reati commessi da suoi singoli componenti. "Non vale, il governo ci copia" Incredibile e disgustoso l'atteggiamento arrendevole fino alla complicità del Partito democratico nei confronti del "pacchetto sicurezza" del governo Berlusconi. Anzi, è arrivato al punto di rivendicare il copyright sul complesso dei provvedimenti. Già Veltroni, alla vigilia del summit di Napoli, nel dichiarare la sua contrarietà al reato di immigrazione clandestina, ma solo perché "sarebbe una misura inutile e persino dannosa" (non perché è semplicemente una misura fascista, razzista e xenofoba), si era dichiarato favorevole "a riprendere, integrandole coerentemente, le proposte del pacchetto Amato, cioè una idea fondata sull'equilibrio tra sicurezza e diritti". A pacchetto varato il "ministro ombra" di Maroni, il dalemiano Marco Minniti, se n'era poi uscito con questa impermalita dichiarazione: "Leggeremo i testi. Ma stando ai titoli, gran parte delle questioni poste dal governo Berlusconi erano già contenute nel pacchetto Amato. Parola per parola, ai limiti del dettaglio". E ne aveva fatto l'elenco, citando i maggiori poteri ai sindaci, l'impegno contro la mafia (sì, vabbé), la banca dati del DNA, le misure sulla "sicurezza urbana" e contro lo sfruttamento dei minori, la cancellazione del patteggiamento allargato e le misure contro la contraffazione. Insomma, buona parte del pacchetto, come del resto ammesso dallo stesso Maroni, sembra preso di peso da quello del governo Prodi, e a detta di Minniti sarebbe pienamente condivisibile dal PD, se non fosse per quel reato di clandestinità che però sembra "più una bandiera politica che un provvedimento in cui si crede". Se a ciò si aggiunge anche la vibrata protesta di Fassino contro il governo Zapatero per le accuse di razzismo al governo Berlusconi, ce n'è abbastanza per capire che da questo lato, come del resto dal lato del rinnegato del Quirinale, il governo neofascista Berlusconi può dormire tra due guanciali. Almeno all'interno del Paese nessuna forza parlamentare si metterà di traverso alla sua politica fascista del pugno di ferro con cui intende riaffermare "l'autorità dello Stato", cioè del regime neofascista, nel Paese. Ma hanno fatto i conti senza l'oste. Le masse non ci stanno e già si sollevano delle fiammate. 28 maggio 2008 |