Palermo Le piazze palermitane tornano incandescenti sotto il fuoco della lotta studentesca e operaia. Partecipati e combattivi i cortei: 5 mila il 14 e 10 mila il 16 novembre. Attiva presenza del PMLI Dal corrispondente della Cellula "1° Maggio-Portella 1947" di Palermo In un continuo crescendo le masse palermitane stanno mettendo a dura prova le istituzioni borghesi e i centri del potere borghese racchiusi nei diversi palazzi "storici" della città. L'esasperazione per le condizioni disumane imposte dalle politiche di lacrime e sangue del governo del tecnocrate liberista borghese Monti - fiancheggiate dai comportamenti criminali del ministro manganellatore Cancellieri e della "nuova Marchionne" Fornero - ha dato i suoi frutti nella vittoria incontrastata dell'astensionismo alle comunali e regionali scorse, ed ha portato in piazza sempre più larghe fette delle masse. Dagli studenti medi a quelli universitari, passando per i lavoratori della Gesip e delle municipalizzate che da mesi protestano a gran voce contro il neopodestà Orlando. Non c'è angolo della città che non sia in fermento e che non si mobiliti per protestare a tutti i livelli. Il culmine, che ha costituito una giornata storica per la lotta di classe, si è avuto nei due grandi cortei del 14 e del 16 novembre. Lo sciopero generale del 14 novembre Lo sciopero generale del 14 novembre, seppure di sole quattro ore, ha raccolto grandissima partecipazione nei due cortei organizzati a Palermo: il primo, cui ha partecipato attivamente la Cellula "1° Maggio-Portella 1947" di Palermo del PMLI, è stato indetto dai Cobas con la partecipazione di comitati di insegnanti costituitisi in numerose scuole. Grande successo della diffusione del volantino "Uniamoci contro il capitalismo, per il socialismo" e per "Il Bolscevico" preso da diversi studenti incuriositi dall'effige di Mao sulla bandiera e sulla testata. Il corteo, partito da piazza Castelnuovo, ha bloccato mezza città concludendosi di fronte alla Prefettura in via Cavour. Almeno in cinquemila i partecipanti che hanno scandito slogan contro il governo Monti e il neopodestà Orlando: i marxisti-leninisti hanno diffuso durante il corteo e lanciato le parole d'ordine dal Partito. Il secondo corteo, organizzato dagli "Studenti Medi" e dal Centro sociale "ExKarcere" cui hanno partecipato anche i lavoratori della Gesip, ha raccolto i partecipanti a piazza Pretoria, di fronte al comune. Anche qui i numerosi manifestanti hanno bloccato tutta la via Maqueda, piazza Giulio Cesare e la Stazione Centrale. La Cgil da parte sua è confluita in piazza Massimo, dove erano presenti i gazebo con una larga rappresentanza della Camera del Lavoro della provincia. La manifestazione del 16 novembre Un bilancio decisamente positivo per le masse in lotta presto raccolto e rilanciato dagli studenti palermitani: il 16 novembre, a due soli giorni dallo sciopero, è riesplosa la protesta culminata in un corteo che ha visto la partecipazione di almeno diecimila studentesse e studenti profondamente determinati a lanciare un messaggio ben chiaro alle istituzioni borghesi e ai neo eletti consigli regionale e comunale. "Noi il futuro ce lo prendiamo a spinta", recitava lo striscione in testa al corteo degli "Studenti Medi". Al concentramento di fronte al teatro Massimo sono arrivate le delegazioni dagli istituti scolastici della città, di intere classi e in alcuni casi, di intere scuole. In testa al corteo si sono posizionate diverse studentesse con vassoi di "crocchè" e cannoli, chiara ed intelligente "provocazione" lanciata al nuovo presidente della regione Crocetta e ai suoi inciuci col separatista Miccichè per la creazione della giunta e i necessari appoggi in Assemblea. "Croc-Chè" infatti, oltre la squisita pietanza è anche l'unione delle lettere iniziali e finali dei due allegri compari, i cui faccioni in cartone, indossati da due studenti, hanno proseguito per tutto il corteo a braccetto, scambiandosi gesti d'affetto. Quegli stessi studenti che alla vigilia delle elezioni bruciavano le tessere elettorali di fronte a palazzo D'Orleans hanno continuato a contestare i volti "noti" della politica siciliana cercando di dimostrare anche con ironia la continuità delle politiche mafiose dei governi Cuffaro, Lombardo e del neo insediato Crocetta. I cannoli erano riferiti alle pagliacciate cuffariane. La nostra Cellula ha portato le rosse bandiere dei cinque Maestri e del Partito in piazza, uniche bandiere rosse in tutto il corteo. Grande la curiosità dei ragazzi che a decine ci fermavano per ammirare meglio la poderosa falce e martello e ci chiedevano il significato dell'acronimo PMLI. Alcuni di loro hanno voluto leggere "Il Bolscevico", altri lo hanno preso. Il corteo degli studenti medi si è poi unito ai Quattro canti col corteo degli universitari, lanciando slogan durissimi contro il tecnocrate Monti e il capitalismo, gridando alla lotta di classe contro ogni forma di soggezione partitica e promessa elettorale. Assieme agli studenti i lavoratori della Gesip, che con una "Ape" trasportavano un lavoratore dentro la cassa da morto, e l'Unione sindacale di base (USB) che intonavano i loro slogan e marciavano l'uno al fianco dell'altro. In piazza Indipendenza il corteo si è fermato davanti alla presidenza della regione, presidiata dai manganellatori di Cancellieri: solo una delegazione del corteo si è avvicinata per chiedere un incontro col presidente Crocetta. Al consueto diniego gli studenti hanno cominciato a lanciare i cannoli e le crocchè contro gli agenti che hanno risposto con una violenta carica prontamente respinta dalla testa del corteo. Per alcuni secondi il corteo ha pressato contro l'ingresso del palazzo avendo la meglio finché la ferocia poliziesca e l'uso dei lacrimogeni ha fatto arretrare gli studenti. Venuti a conoscenza di un incontro tra Orlando, Crocetta e Schifani presso la biblioteca regionale "Bombace", i manifestanti si sono diretti verso tale mèta con l'intenzione di far sentire la propria voce, seppure doloranti e con gli occhi in fiamme per i gas lacrimogeni. Una sorta di "zona rossa" era stata creata in fretta e furia con l'ausilio di rinforzi da ogni tipo di forza repressiva in divisa, Guardia di Finanza compresa, e elicotteri a spiare dall'alto: l'area attorno alla cattedrale era stata sigillata in ogni suo vicolo dalla presenza di agenti in tenuta antisommossa determinati a proteggere gli esponenti delle istituzioni affamatrici del popolo. Ancora una volta la repressione poliziesca non si fa attendere e parte un'altra durissima carica. Volano manganelli, pietre, bottiglie, qualsiasi cosa sia a portata di mano. Intanto lungo il percorso, i ragazzi hanno spostato cassonetti e vasi in mezzo alle strade per impedire il passaggio dei veicoli. Nei tafferugli viene catturato uno studente sedicenne, trascinato di peso da cinque agenti verso la vicinissima questura da cui cominciano a scendere "caschi blu" col manganello pronti a dare una mano nella repressione. I nostri compagni che si trovavano a poca distanza dalla testa del corteo sono comunque riusciti ad evitare cariche e lacrimogeni e hanno proseguito nella protesta assieme agli altri. Una volta respinto ancora il corteo è ritornato indietro verso Viale delle Scienze. Un secondo corteo meno numeroso ha invece sfilato contemporaneamente nel centro storico sotto le insegne delle organizzazioni studentesche vicine a Rifondazione, Vendola e Rizzo. Un militante della Cellula del PMLI ha rilasciato un'intervista al giornale online Livesicilia.it che, dimostrando di unirsi al coro della stampa oscurantista e di regime, non ha pubblicato il video né citato i compagni nell'articolo. La stessa stampa che ha cercato di dividere i giovani così compatti e combattivi, in buoni e cattivi, ribadendo la vecchia solfa del legalitarismo e del pacifismo spicciolo. Tutti coloro che sono scesi in piazza il 16 novembre a protestare contro l'oppressione istituzionale, la disoccupazione, i tagli all'istruzione, e fondamentalmente contro il capitalismo, rappresentavano le masse palermitane per intero, senza distinzioni. Criminalizzare gli scontri è funzionale ai tentativi di subdola repressione inconscia di ogni impeto di protesta. In un immediato comunicato stampa, la Cellula palermitana del PMLI ha espresso la sua posizione su quanto accaduto (vedi testo pubblicato in questa stessa pagina). Una nuova storica pagina è stata scritta nella lotta di classe per le masse palermitane: i numeri e l'intensa attività di piazza parlano chiaro, è innegabile che in questo momento occorre impegnarsi nella costruzione del fronte unito per far cadere il governo Monti, portando avanti con fermezza il progetto dell'"Italia unita, rossa e socialista". A Palermo il PMLI si sta attivamente impegnando a partecipare alle assemblee cittadine, a diffondere i volantini e il suo giornale nei principali luoghi di aggregazione e sviluppo consapevole della lotta come scuole, università, presidi dei lavoratori in lotta. Solo triplicando i nostri sforzi per cercare di guadagnare fiducia, rispetto e consenso riusciremo a spingere sempre più avanti il movimento di lotta delle masse. Partecipiamo dunque con orgoglio rivoluzionario alle manifestazioni di massa, cerchiamo di conquistare posti importanti nelle organizzazioni di lotta e dimostriamo la giustezza della linea del PMLI e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, unico strumento che ci guida verso il socialismo per chiudere una volta e per tutte con le crisi, la mafia, la disoccupazione e il degrado sociale, effetti diretti del capitalismo. 14 novembre 2012 |