Il papa attacca le famiglie allargate In un incontro con un gruppo di vescovi brasiliani in visita in Vaticano il 25 settembre scorso, Ratzinger è tornato ad attaccare violentemente il divorzio al quale ha associato anche le convivenze e le famiglie allargate che sarebbero causa del "disordine" morale e sociale che imperversa nel mondo. Secondo Ratzinger infatti il mondo secolarizzato vive in una situazione di "incertezza" specialmente "da quando le società occidentali hanno legalizzato il divorzio" e "l'unico fondamento sembra essere il sentimento oppure la soggettività individuale che si esprime nella volontà di convivere". Tutto ciò sarebbe addirittura causa di "rovina" per la vita di molti bambini, spesso "privati dell'appoggio dei genitori, vittime del malessere e dell'abbandono", e "che si sentono orfani non perché figli senza genitori, ma perché figli che ne hanno troppi". "La chiesa non può restare indifferente davanti alla separazione dei coniugi e ai divorzi - ha detto Ratzinger - davanti alla rovina delle famiglie, e dalle conseguenze create nei figli dal divorzio. Questi, per essere istruiti ed educati, hanno bisogno di riferimenti estremamente precisi e concreti, di genitori determinati e certi che in modo diverso concorrano alla loro educazione". "Ora - ha aggiunto - è proprio questo principio che la pratica del divorzio sta minando e compromettendo con la cosiddetta famiglia allargata e mobile, che moltiplica i padri e le madri". "Questa situazione, come l'inevitabile interferenza e intreccio di relazioni - ha concluso il papa - non può non generare conflitti e confusioni interne, contribuendo a crescere e imprimere nei figli una tipologia alterata di famiglia, assimilabile in qualche modo proprio alla convivenza, a causa della sua precarietà". Insomma, per Ratzinger non sono accettabili altre forme di famiglia che non sia quella tradizionale basata sul matrimonio cattolico, unico, indissolubile e prolifico fra un uomo e una donna. Poco importa che questa famiglia non sia basata, o non lo sia più, sul sentimento di amore reciproco fra i coniugi, poiché per Ratzinger il sentimento non ne è motivo fondante. E per rendere chiaro il concetto di quale sia l'unica famiglia cui la chiesa fa riferimento, Ratzinger ripropone pari pari il modello della "Sacra Famiglia". L'unica vera soluzione a questo stato di cose - secondo il papa - sta infatti nel "ritorno alla solidità della famiglia cristiana, luogo di mutua fiducia, di dono reciproco, di rispetto della libertà e di educazione alla vita sociale". "Per aiutare le famiglia - ha consigliato ai vescovi - vi esorto a proporre loro, con convinzione, le virtù della Sacra Famiglia: la preghiera, pietra angolare di ogni famiglia fedele alla sua propria identità e missione; la laboriosità, asse di ogni matrimonio maturo e responsabile; il silenzio, cemento di ogni attività libera ed efficace". Quella che Ratzinger ripropone è dunque una classica famiglia cattolica, chiusa in se stessa, refrattaria ad ogni progresso politico, sociale, scientifico e morale, affogata nell'oscurantismo religioso e medievale. Poco importa a Ratzinger se questo modello di famiglia ormai è entrato fortemente in crisi perché fa i cozzi con la realtà, le esigenze e le aspirazioni delle masse popolari, femminili e giovanili anche cattoliche, e perché spesso è teatro di violenze e abusi sulle donne e sui figli. La famiglia cattolica rappresenta una delle fondamentali architravi dell'intera dottrina cattolica e, ad ogni costo, la chiesa non può permettere che sia messa in discussione e scardinata. 14 ottobre 2009 |