Su iniziativa dei centri sociali Contestata la beatificazione dei "martiri franchisti" I seguaci dell'Opus Dei li aggrediscono inneggiando a Franco Proprio nel giorno dell'anniversario della marcia mussoliniana su Roma, il Vaticano ha beatificato in piazza San Pietro 498 franchisti, tra appartenenti al clero e laici in quanto sarebbero "martiri della Repubblica che hanno pagato negli anni 1934, '36 e '37. con la loro vita la fedeltà a Cristo". La scandalosa maxi-beatificazione, la più numerosa cerimonia nella storia della Chiesa, è stata presentata dal cardinale Josè Saraiva Martins, delegato dal papa che ha celebrato in spagnolo. A rappresentare il governo spagnolo, in piazza San Pietro, c'era il ministro degli Affari esteri del governo Zapatero, Miguel Moratinos. I nuovi santi erano tutti al fianco del generale Francisco Franco, il 18 luglio del 1936, quando il dittatore fascista protetto dall'Opus Dei, scatenò la sanguinosa guerra civile contro il legittimo governo repubblicano. Con l'aiuto di Adolf Hitler, Benito Mussolini e appoggiato dalla Chiesa spagnola e dal Vaticano, instaurò una delle più sanguinose dittature della storia. I fucilati e i garrotati (strangolati orribilmente) furono tra 100 e 200 mila. Il generale Franco, che rimase al potere in Spagna per ben 39 anni, passò buona parte della sua vita firmando condanne capitali. Le ultime cinque, quelle del "processo di Burgos", furono eseguite appena un mese prima della sua morte. Se il valore di un'equazione è sempre valida, con questo gesto l'attuale gerarchia ecclesiale con a capo Ratzinger, sdogana e legittima il franchismo, il suo regime terrorista ed oscurantista figlio dell'Inquisizione e delle dittature fasciste e naziste, a cui il papa nero evidentemente si ispira. Nel discorso, il cardinale Martins ha infatti citato più volte l'insegnamento di Benedetto XVI all'insegna del motto Dio, Patria e famiglia: "essere cristiani coerenti impone di non inibirsi di fronte al dovere di modellare la società... difendendo le nostre convinzioni sulla dignità della persona, sulla vita, dal concepimento fino alla morte naturale, sulla famiglia fondata sull'unione matrimoniale indissolubile tra un uomo e una donna e sul dovere primario dei genitori all'educazione dei figli". Poco lontano da San Pietro sul sacrato della chiesa Sant'Eugenio frequentata da fedeli dell'Opus Dei in via delle Belle Arti, un gruppo di manifestanti dei centri sociali ha protestato contro la beatificazione affiggendo uno striscione su cui era scritto "Chi ha ucciso, torturato e sfruttato non può essere beato" con alcuni pannelli del quadro Guernica (dipinto da Picasso per stigmatizzare il barbaro bombardamento nazista e franchista che rase al suolo la cittadina repubblicana) e gettando vernice rossa in strada. Una trentina di clerico-fascisti, inneggianti a Franco, si è avventata sui manifestanti, ha strappato lo striscione e fatto a pezzi la riproduzione del celebre dipinto. Nei giorni precedenti "Facciamobreccia" aveva diffuso una presa di posizione contro la beatificazione dei franchisti in cui si legge tra l'altro: "La beatificazione dei 498 franchisti presentati come martiri è un esempio vergognoso di revisionismo storico, la strategia vaticana è ancora il vittimismo: si costruisce un'iniziativa per mostrare il clero come vittima di sanguinari comunisti quando la realtà storica racconta che la chiesa fu parte di una reazione fascista che portò in Spagna alla guerra civile e all'instaurazione della dittatura. D'altra parte in Italia conosciamo bene questa tattica vaticana: negli ultimi mesi si cerca di far passare la chiesa cattolica, gli esponenti del clero e persino i politici che chiaramente ne supportano le istanze come vittime di una campagna anticlericale, quando, al contrario, la chiesa cattolica condiziona in modo sempre più palese la vita culturale, politica e sociale del nostro paese e conduce una campagna di istigazione all'odio e alla violenza contro donne, lesbiche, gay e trans che produce aggressioni, stupri, omicidi e diffusa intolleranza". E si aggiunge: "Dall'operazione revisionista... ne fanno le spese, ancora una volta, tutte le soggettività non conformi al modello unico dominante, la verità storica, l'antifascismo fondamento del nostro vivere civile". 7 novembre 2007 |