Nuovo fronte di attacco dell'oscurantista Ratzinger Il papa invita i farmacisti a rifiutarsi di fornire la pillola del giorno dopo Lunedì 29 ottobre il papa nero Ratzinger ha parlato ai membri del 25° Congresso Internazionale dei Farmacisti Cattolici. "Lo sviluppo attuale dell'arsenale di medicine e delle possibilità terapeutiche che ne derivano comporta che i farmacisti riflettano sulle funzioni sempre più ampie che sono chiamati a svolgere", ha esordito. Ma che non si stava riferendo all'uso scorretto delle medicine sponsorizzato dalle fameliche case farmaceutiche grazie a medici compiacenti e corrotti, ma alla cosiddetta "pillola del giorno dopo", lo si è capito immediatamente quando ha affermato "In questo ambito, non è possibile anestetizzare le coscienze, ad esempio sugli effetti di molecole che hanno come fine quello di evitare l'annidamento di un embrione... Il farmacista deve invitare ognuno a un sussulto di umanità, affinché ogni essere sia tutelato dal suo concepimento fino alla sua morte naturale" concludendo con uno dei suoi soliti, insopportabili ed inaccettabili diktat: "Nell'ambito morale, la vostra federazione è invitata ad affrontare la questione dell'obiezione di coscienza, che è un diritto che deve essere riconosciuto alla vostra professione, permettendovi di non collaborare, direttamente o indirettamente, alla fornitura di prodotti aventi come fine scelte chiaramente immorali, come ad esempio l'aborto e l'eutanasia". Dunque l'oscurantista Ratzinger ha aperto un nuovo fronte di attacco diretto ad intimidire medici e farmacisti nell'ambito della crociata antiabortista lanciata dall'ala più reazionaria e fascista delle gerarchie ecclesiastiche che egli rappresenta. All'inizio dell'anno era stata l'udienza concessa ai vertici delle amministrazioni locali del Lazio, a dare l'occasione al papa per ribadire il proprio veto verso la pillola RU486. Alla vigilia di due manifestazioni promosse per difendere la legge sull'aborto e i Pacs, il pontefice ammonì che bisogna "evitare di introdurre farmaci che nascondano in qualche modo la gravità dell'aborto come scelta contro la vita''. Se il governo, compresa la "sinistra radicale", ha preferito minimizzare la estrema gravità delle sue parole, pronta è stata la risposta di Federfarma, l'associazione che riunisce le 16 mila farmacie italiane, all'appello del papa: ''È un obbligo per i farmacisti, così come previsto dalla legge - ha detto Franco Caprino, segretario dell'associazione, garantire ai cittadini di trovare in farmacia i medicinali prescritti dal medico''. Caprino ha voluto sottolineare il ruolo delle farmacie che non possono fare obiezione di coscienza nella vendita di medicinali, come per esempio la pillola del giorno dopo, così come previsto dalla legge. Secondo il segretario di Federfarma, infatti, ''interferirebbe con il lavoro e le decisioni del medico. E costringerebbe i cittadini alla caccia della farmacia in cui si possono acquistare i medicinali 'incriminati'. Una soluzione - ha concluso - che neppure i cittadini capirebbero o accetterebbero''. "Se non si modifica l'articolo 38 del testo unico delle leggi sanitarie non si può fare altrimenti e i farmacisti sono tenuti, dietro prescrizione medica, a consegnare il farmaco o a procurarlo, se non disponibile, nel più breve tempo possibile''. Ma si sa delle leggi italiane, in particolar modo quelle poche che vengono incontro ai problemi delle donne, il papa se ne infischia altamente! 21 novembre 2007 |