Parisi: un golpe nell'ex Margherita L'ex ministro prodiano sbatte la porta per nulla convinto della gestione di Rutelli dell'Assemblea dello scioglimento del partito Il 16 giugno si è svolta a Roma l'ultima Assemblea federale de La Margherita, il partito nato come lista elettorale nel 2000, nei giorni della candidatura a premier di Francesco Rutelli e poi confluito nel Pd nel 2007. L'Assise si è tenuta a porte chiuse con un centinaio di delegati che hanno deciso lo scioglimento del partito, azzerato cariche ed organismi dirigenti, oltre a ratificare il bilancio finale ivi compreso il malloppo di circa 30 milioni di euro rubati dall'ex tesoriere Luigi Lusi. In un clima di autentica Caporetto giudiziaria, i boss del partito con alla testa Rutelli, Marini, Bindi, Franceschini e Enrico Letta hanno fatto a gara nel tirarsi fuori da ogni responsabilità non solo penale ma anche politica addossando tutte le colpe al "mariuolo" Lusi. Insomma sono volati letteralmente gli stracci fra la maggioranza dei rutelliani e i "dissidenti" capeggiati dall'ex ministro prodiano della Difesa, Arturo Parisi. Le polemiche sono esplose in riferimento al libretto di circa 100 pagine che illustra i conti del partito e da cui emerge che dal 2001 al 2010 La Margherita ha incassato 228 milioni di euro rubati al popolo e di questi solo 176,5 sono stati "regolarmente" spesi, gli altri, a parte quelli rimasti in cassa, sono finiti a Lusi o in spese non documentate. Nel dettaglio, dei 26,3 milioni circa di rettifiche al bilancio, 13,6 sono finiti nelle casse della società Ttt creata ad hoc dall'ex tesoriere e 12,7 in spese non rendicontate. Quel che resta, oltre a quello che verrà recuperato dai conti di Lusi, sarà devoluto allo Stato. La cifra complessiva, alla fine, dovrebbe aggirarsi intorno ai 30 milioni di euro. Cifre e resoconti che sono stati distribuiti ai delegati solo pochi minuti prima dell'inizio dell'Assemblea scatenando la dura protesta di Arturo Parisi e diversi altri delegati che hanno lasciato la riunione sbattendo la porta. "È un'Assemblea che ha una conclusione già prefissata, si punta a impedire qualunque forma di dibattito e di confronto", ha denunciato Parisi "Se fossimo in Parlamento sarebbe un colpo di Stato. Sulle cause politiche del saccheggio perpetrato da Lusi serviva una discussione". Inoltre l'ex ministro si è lamentato per la decisione di tenere l'Assemblea a porte chiuse (votata a larga maggioranza) e sui criteri per gli inviti. "Sono stati fatti per garantire una maggioranza guidata e fedele ai vertici, mancavano molti aventi diritto (398 il totale dei componenti) e c'era invece chi non ha più titoli, come Rutelli, ormai definitivamente estraneo alle ragioni che della Margherita e dell'Ulivo furono all'origine... Se questa è la politica - ha concluso Parisi - allora viva l'antipolitica". La votazione finale ha registrato 86 voti a favore, l astenuto (Pierluigi Castagnetti) e 3 contrari tra cui l'ex parlamentare Laura Fincato, che ha commentato: "È stata fatta poca chiarezza su come sono stati spesi i soldi e come verranno utilizzati quelli recuperati. Questo modo di agire getta pesanti ombre sulla dirigenza". 27 giugno 2012 |