Il ministro della Difesa visita il "sacrario" in Egitto
Parisi onora ed esalta i caduti dell'armata di Mussolini sconfitta ad El Alamein
Gli ultimi reduci: 'pensavamo che questo governo non ci avrebbe nemmeno invitati'


Alla canea neofascista che da anni rivaluta la politica espansionista e colonialista del regime mussoliniano si è aggiunto ufficialmente anche il ministro della Difesa Arturo Parisi.
Il 20 ottobre, durante il suo viaggio in Egitto, il braccio destro di Prodi si è recato al "sacrario" di El Alamein per rendere onore ed esaltare i caduti dell'armata di Mussolini sconfitta dagli alleati nell'ottobre del 1942.
Facendo propri l'ideologia, i "valori" e perfino la fraseologia patriottarda utilizzata dai fascisti durante il ventennio per "giustificare" i loro orrendi crimini e rilanciati oggi dai loro eredi, Parisi ha invitato a ricordare "con ammirazione quei giovani che avevano appena 21 anni" perché "seppero preservare i valori che fanno uomo l'uomo".
"Senza titubanze", come sottolinea il fogliaccio di AN che esulta e elogia il ministro per aver "dimostrato un'onestà intellettuale superiore a quella del suo predecessore" (Antonio Martino FI); Parisi, nel fare propri "i valori di quei ragazzi del 1942" e, aggiungiamo noi, senza nemmeno un pizzico di vergogna, è arrivato a rilanciare perfino i motti del duce: "La fedeltà alla parola data, l'onore verso le istituzioni, la dedizione al bene comune, il rispetto dell'avversario, la solidarietà verso l'alleato. In questo, da qualsiasi parte combattessero gli uomini di El Alamein, furono tutti eguali, che si trattasse di soldati, di ascari, o di quei civili che condivisero con le truppe pericoli ed asprezze di una situazione terribile".
Ecco dove porta l'infame campagna di revisionismo storico condivisa e molto spesso anche alimentata dalla "sinistra" del regime neofascista che vorrebbe mettere sullo stesso piano vittime e carnefici, oppressi e oppressori se non addirittura ribaltare completamente la storia coi partigiani nella veste di carnefici e i nazi-fascisti come degli eroi e "martiri da onorare". Proprio come ha fatto Parisi che addirittura nel suo discorso commemorativo è arrivato perfino a giustificare le nefandezze compiute dai soldati italiani durante le campagne d'Africa di Mussolini sostenendo che: "Si può morire da giusti per una causa sbagliata. E viceversa. Ma non si può fare carico delle scelte di allora a giovani che avevano appena 21 anni". E così ha riecheggiato il vecchio motto fascista: "chi combatte per la Patria, combatte sempre dalla parte giusta".
Non a caso, tra le poche persone convenute al sacrario, c'erano anche tre reduci fra cui un paracadutista della "Folgore" che alla fine della cerimonia si è congratulato con Parisi affermando fra l'altro: "Io pensavo che questo nuovo governo manco ci invitava, a noi della Folgore. E invece... M'è piaciuto".

8 novembre 2006