Parte alla grande la raccolta firme contro la privatizzazione dell'acqua

Il 24 e 25 aprile è iniziata in tutta Italia la raccolta delle firme per i tre "referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua". In soli due giorni sono state raccolte oltre 100mila delle 500mila necessarie. Molto proficui i banchini allestiti in concomitanza con le iniziative per il 65° Anniversario dalla Liberazione dal nazi-fascismo e quelli del 1° Maggio, la Giornata internazionale dei lavoratori con lunghe file ovunque (è il caso di piazza Isolotto a Firenze) e migliaia di firme raccolte al concerto di piazza San Giovanni.
I tre quesiti, ricordiamo, intendono abrogare le vergognose leggi che privatizzano l'acqua, tra cui la legge del finiano "Ronchi" (art. 15 d.l 135/09) approvate dall'attuale governo in camicia nera nel novembre 2009 che consente ovunque ai privati di diventare il principale azionista nei Consigli di amministrazione (Cda) delle aziende idriche e quelle del 2006 approvate dai governi di "centro-sinistra" che vanno nella stessa direzione: mercificazione del bene comune e privatizzazione di servizi, fonti ed infrastrutture idriche.
Questo l'appello al popolo italiano lanciato dal forum italiano dei movimenti per l'acqua "L'acqua è un bene comune e un diritto umano universale. Un bene essenziale che appartiene a tutti. Nessuno può appropriarsene, né farci profitti. L'attuale governo ha invece deciso di consegnarla ai privati e alle grandi multinazionali. Noi tutte e tutti possiamo impedirlo. Mettendo oggi la nostra firma sulla richiesta di referendum e votando SI quando, nella prossima primavera, saremo chiamati a decidere. È una battaglia di civiltà. Nessuno si senta escluso. Vogliamo eliminare tutte le norme che in questi anni hanno spinto verso la privatizzazione dell'acqua. Vogliamo togliere l'acqua dal mercato e i profitti dall'acqua. Vogliamo restituire questo bene essenziale alla gestione collettiva. Per garantirne l'accesso a tutte e tutti. Per tutelarlo come bene comune. Per conservarlo per le future generazioni. Vogliamo una gestione pubblica e partecipativa. Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia".

Smascherare il boicottaggio dell'Italia dei Valori
Non mancano le manovre tese a far fallire l'obiettivo condiviso della ripubblicizzazione "senza se e senza Spa". È il caso dell'IdV di Di Pietro che - spiegano in un comunicato stampa i promotori - "nonostante gli incontri in precedenza avvenuti con la coalizione che promuove i tre referendum e pur condividendo i contenuti dei quesiti, intende procedere a promuovere autonomamente un proprio referendum sull'acqua, ponendo così la propria iniziativa in aperta competizione con quella comunemente condivisa". "L'On. Di Pietro - aggiungono i tre dei costituzionalisti che hanno redatto i quesiti referendari, Stefano Rodotà, Gianni Ferrara e Alberto Lucarelli, conferma che partirà con un suo referendum separato sull'acqua, per modificare l'ultima legge, lasciando inalterato il quadro di mercificazione dell'acqua e del servizio idrico in questo Paese"
Occorre dunque smascherare questa sporca operazione destinata a creare soltanto confusione.

Vincere la campagna referendaria è importante, ma non basta
Il PMLI come ha spiegato in un documento del Comitato centrale appoggia dunque con forza la campagna referendaria e inviterà a votare tre Sì.
Avverte però che anche in caso di vittoria la battaglia per la ripubblicizzazione non sarà vinta fin quando non sarà approvata una legge nazionale di iniziativa popolare che vieti ovunque e in qualsiasi forma la privatizzazione.
Ad ammettere indirettamente questa realtà sono gli stessi promotori dei referendum quando spiegano che in caso di vittoria: "la legislazione per l'affidamento del servizio idrico integrato sarà rimandata al vigente art. 114 del decreto legislativo N° 267/2000". Essi non aggiungono però che quello stesso decreto contiene gli artt. 115, 116 e 117 così intitolati: "autonomia imprenditoriale e gestionale", "trasferimento dei beni" e "tariffe", "Trasformazioni di aziende speciali in società per azioni", "società per azioni con partecipazione minoritaria degli enti locali".
Inoltre il sopracitato documento del Comitato centrale del PMLI avverte che "non è prevista la cancellazione della legge quadro Galli del 1994 che è quella che ha scardinato il vecchio sistema che era costituito da 8.000 soggetti gestori che praticavano la gestione diretta o attraverso enti pubblici. Questa legge - si spiega - ha aumentato la presenza dei privati nella gestione delle ex-municipalizzate, nel frattempo trasformate in Aziende speciali e Spa, oltre ad avere introdotto il già citato criterio della copertura dei costi di gestione e manutenzione tramite le tariffe sulla base della legge del massimo profitto capitalista". E ancora. Visto che "non è per nulla scontato che il governo del nuovo Mussolini tenga conto del risultato, vedi il rilancio del nucleare, bocciato dal popolo italiano con un largo plebiscito, la privatizzazione dell'acqua a livello nazionale non può essere bloccata senza abbattere il governo e chi gli regge il sacco, come Vittorio Emanuele Napolitano e il segretario del Pd Pierluigi Bersani, promotore a suo tempo dell'infame disegno di legge Lanzilotta di privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali e senza affossare la controriforma federalista dello Stato e l'operazione di strangolamento operata dal governo e dalle banche nei confronti dei Comuni".
Per il PMLI ripubblicizzare l'acqua significa concretamente spazzare via la logica capitalistica ripubblicizzando e nazionalizzando le Spa, a cominciare da Acea, e insieme ad esse il "principio di sussidiarietà" e le distinzioni che ne conseguono tra "proprietà formale e proprietà sostanziale" dei beni e delle risorse essenziali. "Lo sciopero generale di 8 ore, di tutte le categorie, con manifestazione sotto Palazzo Chigi ci sembra l'arma di lotta più incisiva per spingere alla lotta di piazza anche i sindacati, in primo luogo la Cgil e i sindacati non confederali, e coordinare il grande movimento nato per costringere il governo del neoduce Berlusconi alle dimissioni, con i fronti di lotta antimperialista, anticapitalista, antifascista ed in difesa dei beni comuni e dell'ambiente".
Per i luoghi e gli orari dei banchini e delle altre iniziative nonché per le norme burocratiche per organizzare la raccolta delle firme invitiamo i lettori a visitare il sito www.acquabenecomune.org.

5 maggio 2010