Contro il prezzo irrisorio del latte deciso dagli industriali caseari I pastori sardi bloccano gli aeroporti di Olbia, Cagliari e Alghero Combattivo corteo a Porto Rotondo Dopo il blocco della Carlo Felice e degli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero, si è trattato della quinta azione di protesta organizzata dal Movimento pastori sardi (Mps) in un mese. Come annunciato nei giorni scorsi, il 27 agosto la sacrosanta protesta del movimento dei pastori sardi, che da mesi si battono coraggiosamente contro il prezzo irrisorio del latte (appena 60 centesimi al litro) imposto dagli industriali caseari, ha raggiunto le lussuose residenze estive dei padroni e dei ricchi borghesi sulla Costa Smeralda. Fin dalle prime luci dell'alba, quasi duemila allevatori provenienti da tutta l'Isola si sono riversati fra le viuzze di Porto Rotondo, a qualche chilometro di distanza da Villa Certosa, residenza del neoduce Berlusconi, per urlare forte la loro protesta contro la scellerata politica dei governi regionale e nazionale entrambi in mano al centro destra. "Non ci arrenderemo mai"! Urla da un palco improvvisato sul cassone di un camion, Felice Floris, leader del Movimento. "È un momento difficile - ha spiegato Floris - e per questo voglio da voi pastori un attestato di fedeltà e voglio che chiunque si tiri indietro venga considerato un traditore". Stretto tra un cordone di polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale tutti in assetto antisommossa e pronti a impedire a suon di manganello il preannunciato presidio presso Villa Certosa, il corteo si muove pacificamente verso il porto, mentre i manifestanti armati di campanacci e fischi scandiscono slogan contro Berlusconi e il governatore Ugo Cappellacci accusati di fare gli interessi della lobby degli industriali del formaggio e contro l'assessore all'agricoltura sardo, Andrea Prato, chiedendone le dimissioni. Lungo il percorso i pastori hanno diffuso centinaia di volantini tra i turisti per spiegare le ragioni della loro protesta ottenedo in molti casi appoggio e solidarietà. La contestazione è stata rivolta anche contro la fallimentare politica concertativa delle organizzazioni di categoria con la Coldiretti in cima alla lista in quanto "Non ci rappresentano più". Al fianco dei pastori anche una delegazione degli operai cassintegrati della Vinyls che da 180 giorni lottano per difendere il posto di lavoro esiliati dentro l'ex penitenziario dell'Asinara. 1 settembre 2010 |