Nuova provocatoria iniziativa per riabilitare i nazifascisti I fascisti del PDL ci riprovano: vogliono l'equiparazione degli ex repubblichini di Mussolini ai partigiani L'ANPI rifiuta qualsiasi controllo del ministero sulle associazioni partigiane A poche settimane dal provocatorio disegno di legge intitolato "Abrogazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione" presentato a Palazzo Madama il 29 marzo scorso da un gruppo di senatori fascisti e neofascisti (PDL e FLI) che mira a cancellare dalla Costituzione il divieto di ricostruzione del partito fascista, gli eredi di Mussolini riuniti sotto l'egida del neoduce Berlusconi sono tornati alla carica e, nella seduta del 31 maggio della IV Commissione Difesa alla Camera, su iniziativa del deputato PDL in camicia nera Gregorio Fontana (relatore e primo firmatario), hanno rilanciato la proposta di legge che equipara gli ex repubblichini di Mussolini ai partigiani. "Si tratta - ha affermato Fontana - di mettere ordine nel mondo delle associazioni combattentistiche costituite da reduci di guerra o di prigionia che, fra l'altro, ricevono contributi dallo Stato". Una giustificazione a dir poco pretestuosa che la dice lunga sul vero obiettivo politico che si prefiggono i neofascisti: fare tabula rasa di qualsiasi richiamo antifascista sancito dalla Costituzione ormai ridotta a brandelli, riscrivere la storia con le penne nere di regime in chiave revisionista e arrivare alla piena riabilitazione dei boia repubblichini equiparandoli in tutto e per tutto ai partigiani, ai deportati nei campi di sterminio tedeschi e a quanti lottarono per liberare il Paese dal mostro nazifascista. In secondo luogo questo provvedimento, spacciato addirittura come una "necessità di dotare le associazioni ex combattentistiche di una personalità giuridica", permetterà alle associazioni di ex repubblichini di ricevere anche cospicui contributi pubblici che come risulta dal bilancio del ministero della Difesa ammontano a circa 1,5 milioni annui. In terzo luogo la legge stabilisce anche quali debbano essere i requisiti affinché le varie organizzazioni di reduci ricevano il riconoscimento di "Associazioni di interesse delle Forze Armate" e assegna al ministero della Difesa il compito di vigilanza non solo sulla legittimità dei loro statuti ma sulle attività stesse delle associazioni. Un modo a dir poco vigliacco, come ha denunciato prontamente l'Associazione Nazionale Partigiani Italiani per mettere sotto il ferreo controllo governativo tutte le associazioni antifasciste e partigiane. A dire il vero non è la prima volta che le nuove camicie nere di Berlusconi tentano di riabilitare ufficialmente i repubblichini. Ci avevano già provato altre volte, in particolare nel 2006 durante il precedente governo Berlusconi col ddl numero 2244, che pretendeva di sancire il "riconoscimento della qualifica di militari belligeranti a quanti prestarono servizio militare dal 1943-'45 nell'esercito della Repubblica sociale italiana". Il tentativo fu allora ritardato per l'ondata di indignazione e di proteste che si levarono nell'opinione pubblica democratica e antifascista, dopodiché durante il governo Prodi si arenò in parlamento. Un secondo tentativo fu fatto col disegno di legge, presentato il 23 giugno 2008 con numero 1360 alla Commissione Difesa della Camera che addirittura propone l'istituzione di un "Ordine del Tricolore" da conferire (art. 2) "a coloro che hanno prestato servizio militare, per almeno sei mesi, in zona di operazioni, anche a più riprese, nelle Forze armate italiane durante la guerra 1940-1945 e invalidi, o nelle formazioni armate partigiane o gappiste, regolarmente inquadrate nelle formazioni dipendenti dal Corpo volontari della libertà, ai combattenti della guerra 1940-1945, ai mutilati e invalidi della guerra 1940-1945 titolari di pensione di guerra e agli ex prigionieri o internati nei campi di concentramento o di prigionia, nonché ai combattenti nelle formazioni dell'esercito nazionale repubblicano durante il biennio 1943-1945". Ora esiste il rischio concreto che il provvedimento, vista la maggioranza di cui dispone il neoduce Berlusconi, venga rapidamente approvato. Un motivo in più per lanciare una vasta e ferma mobilitazione antifascista per abbattere il neoduce Berlusconi e il suo governo in orbace e insieme a loro spazzare via questo nero progetto prima che possa andare ancora avanti in parlamento. 8 giugno 2011 |