Grande manifestazione in Piazza del Popolo a Roma promossa dallo Spi-Cgil In piazza 100mila pensionate e pensionati Presenti tanti studenti e precari. Grida contro il governo Berlusconi: "vergogna, vergogna". Le insegne del PMLI sotto il palco No ai licenziamenti facili Dal corrispondente della Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" di Roma Venerdì 28 ottobre, oltre 100mila pensionati insieme a molti giovani, hanno riempito Piazza del Popolo per manifestare contro i tagli alle pensioni, ennesimo atto di macelleria previsto dal governo del neoduce Berlusconi. Venuti a Roma da tutta Italia hanno aderito a "Nessun Dorma", nome scelto per la manifestazione indetta da tempo da SPI-CGIL e nuova vittima del vigliacco divieto ai cortei imposto dai fascisti Alemanno e Maroni. Il PMLI grazie alla puntualità dell'Organizzazione di Civitavecchia era presente già prima delle ore 9 sotto il palco, conquistando la primissima fila esattamente al centro, con la rossa bandiera innalzata, ancora prima dell'inizio degli interventi. A poca distanza di tempo dall'inizio del primo discorso sul palco è stato montato il cartellone e alzato anch'esso in prima fila. La parola d'ordine, presente anche nei corpetti era: L'unica soluzione è sollevare la piazza per abbattere il massacratore sociale. Tra i pensionati spiccava invece il fratino bianco promosso dalla SPI, indossato da molti, con su scritto "Il corpo del povero cadrebbe a pezzi se non fosse legato ben stretto con il filo dei sogni", del quale slogan il messaggio politico concreto sfugge. Pochi gli interventi dal palco, tra l'altro recitati da esponenti interni o vicinissimi alla CGIL, in particolare allo SPI. Hanno preso la parola infatti, un rappresentante romano del sindacato, il presidente della FERPA e un giovane di "non+ disposti a tutto". Per finire poi con Carla Cantone, Segretario generale dello SPI, e ultima la Camusso. Tra le ultime due, sicuramente meno noioso il comizio della Cantone che almeno ha fatto il possibile per coinvolgere i manifestanti, lanciando parole d'ordine riecheggiate prontamente, seppur la più in voga fosse della caratura di uno scandito "vergogna, vergogna, vergogna" rivolto soprattutto a Berlusconi. Niente di importante da riportare sui discorsi, lo stesso sito dello SPI-CGIL non pubblica che questo: "chiediamo pensioni dignitose per milioni di pensionati che vivono con meno di 500 euro al mese non supervitalizi. Invece questo governo si accanisce contro i più deboli, contro i giovani e adesso, con la richiesta di licenziamenti facili, anche contro i lavoratori" letto dalla Cantone, e ripresi dalla Camusso: "chi va licenziato è Berlusconi stesso" e "non ho mai trovato un paese in cui per crescere bisogna licenziare". È interessante tuttavia vedere come la piazza non è stata rappresentata da nessuno, perché nessuna testimonianza diretta ha avuto voce in capitolo sul palco, e come da sotto, la percezione fosse che tra i tantissimi pensionati che hanno riempito Piazza del Popolo, la maggior parte erano pronti unicamente ad applaudire, un entusiasmo nato dal concetto che tutto dovesse andare bene e che dovesse apparire più una festa che una manifestazione (può sembrare assurdo ma in tanti temevano l'arrivo "dirompente" dei "cattivi" Black Bloc). A rompere questa monotonia, qualche decina sparsa di manifestanti, che urlavano "lavoro", "serve lavoro ai giovani", lanciati contro la Camusso in particolar modo, purtroppo ignorati. Torna subito alla memoria la manifestazione del venerdì precedente, quando la Camusso è stata letteralmente zittita prima, ricevendo una ondata di fischi e disertata poi, quando il PMLI fianco a fianco dei metalmeccanici ha condiviso la stessa rabbia per il vigliacco accordo del 28 giugno. Mentre in questo venerdì 28 ottobre, il Segretario generale CGIL è stato travolto da applausi e il PMLI ingiustificatamente preso di mira da un paio di elementi in particolare, dello SPI di Forlì e Rovigo, da quando è stato montato il cartellone fino all'ultima sillaba pronunciata dalla Camusso. Cos'è successo. All'inizio un battibecco dove senza un fondamento veniva chiesto che il cartellone venisse abbassato perché del PMLI e non della CGIL, provocazione ritirata per l'intervento di una decina di altri manifestanti che molto interessati hanno invitato il piccolo provocatore a darsi pace, perché volevano vedere il manifesto e fotografarlo sulla piazza e alto verso il palco. Non è bastato questo primo grande sostegno della piazza, infatti qualche minuto dopo ecco ripetersi, la stessa persona, da dietro, chiama il compagno con il cartello, pungolandolo con il bastone della bandiera, sostenendo che avesse la vista del palco ostruita. Anche in questa occasione non è stata ceduta la posizione in prima fila e la provocazione rimandata al mittente, grazie sempre al sostegno dei manifestanti. La provocazione più grave però arriva appena prende parola la Camusso, infatti da dietro ancora la stessa persona, richiama prima l'attenzione, poi inizia a diffamare il PMLI, dicendo che è "il partito di Mussolini", che "sono dei leghisti", provando a stravolgere le parole scritte sul manifesto, altri manifestanti di Rovigo e Forlì più vicini, rincarano la dose urlando "andatevene", "non vogliamo partiti", "levate il cartello perché non siete CGIL", nasce un alterco tra questi 4-5 provocatori e i compagni del PMLI, ancora risolto con il sostegno dei manifestanti che non hanno tollerato le offese. Ma non è bastato. Passa nemmeno un minuto che da dietro, una lunga bandiera "SPI CGIL Forlì" viene inclinata verso il cartellone e lo copre, poi iniziano a battere per intimare ancora di abbassarlo, un attacco gratuito senza precedenti in questi ultimi anni a Roma, in una manifestazione CGIL con soli pensionati CGIL. Infine, nel tentativo di coprire definitivamente il cartello, un gruppo di 5-6 persone con le bandiere si è portato davanti e ha iniziato a sventolare preoccupandosi soltanto di coprire il manifesto. Queste provocazioni non sono servite a nulla, il cartello e la bandiera c'erano, sono state notate, e per certi aspetti, sono state notate anche di più dalla piazza. Queste provocazioni così gratuite e puerili, sono il sintomo anche di una poca tolleranza verso i partiti comunisti della parte più arretrata dei pensionati. Tra i pensionati, infatti, vivono esperienze disparate, tra le quali è poi possibile trovare delle posizioni di dichiarato anticomunismo. Senza invece trovare attenuanti, a volte è invece semplicemente la propaganda borghese a fare il suo corso, che nella attuale battaglia aperta non fa che criminalizzare la piazza, diffamarla, creare i "nemici". Ultimissimo esempio è la riesumazione delle cosiddette "BR" paventata da Sacconi, che per i più attenti non sorprende nemmeno un poco ma finisce per condurre poi a questi comportamenti di ostilità verso i "nemici" di coloro che vogliono manifestazioni docili e che imparano a vedere nel PMLI un partito da temere. 2 novembre 2011 |