Pronti i piani di guerra degli imperialisti Usa e Israele contro l'Iran Il ministro della Difesa sionista Shaul Mofaz ha affermato il 9 dicembre che le dichiarazioni del presidente iraniano Ahmadinejad contro Israele e "le capacità nucleari dell'Iran rappresentano una sicura minaccia per lo stato di Israele e per i paesi occidentali" e che oltre che sul terreno della risposta diplomatica il suo paese "deve anche tenersi pronto ad altre soluzioni". Quali siano queste soluzioni lo racconta l'inserto di domenica 11 dicembre del Times che in base a "fonti della Difesa israeliana" fissa a fine marzo la data del possibile attacco sionista con bombardamenti aerei guidati da forze terrestri che sono già penetrate in Iran da "una base stabilita dagli israeliani nel nord dell'Iraq" e che avrebbero individuato "siti nucleari per la produzione di uranio arricchito sconosciuti all'Agenzia internazionale per l'energia atomica". Il ministero per la Difesa israeliano ha smentito le rivelazioni del Times affermando che tali ipotesi non sono previste "al momento". Immediato è il richiamo a un blitz militare "preventivo" contro le centrali nucleari iraniane già da tempo ventilato da Tel Aviv, come quello impunito ordinato da Begin nel giugno 1981 che distrusse la centrale nucleare irachena di Osirak. Mofaz il 9 dicembre ha aggiunto che un pericolo ancora più immediato è rappresentato dall'arsenale missilistico iraniano già "in grado di raggiungere Israele e le capitali europee". Gli imperialisti sionisti israeliani sono in prima fila a sventolare il pericolo della "minaccia iraniana" e a paventare un'inaccettabile minaccia di aggressione alla Repubblica islamica dell'Iran. Trovano orecchie compiacenti negli imperialisti europei, con i rappresentanti dell'Unione europea impegnati a partecipare alla campagna contro il diritto dell'Iran a dotarsi di centrali nucleari anche solo per usi civili, e un valido aiuto nell'imperialismo americano che è ancora più avanti nei piani di guerra contro l'Iran. Dalle veline passate agli organi di stampa americani risulta che il Pentagono già da qualche anno ha pronti i piani di guerra contro l'Iran. Secondo il Washington Post il piano si chiamerebbe "Complan" e prevede nella fase iniziale attacchi aerei dalle basi Usa nei vicini paesi (Afghanistan, Iraq, Turkmenistan, Turchia e Azerbaijan) e dalle navi americane nel Golfo Persico contro 450 obiettivi classificati come strategici in territorio iraniano, compresi i siti missilistici e quelli dove a Washinton ritengono siano in costruzione le armi nucleari. Previsto persino l'impiego di armi atomiche per colpire gli impianti nascosti sottoterra. Nel piano vi è fra le altre l'ipotesi di occupare la regione petrolifera del Khuzestan che produce i due terzi del petrolio iraniano. Che la questione del nucleare iraniano sia agitata strumentalmente come una "minaccia" verso l'occidente dall'imperialismo americano e israeliano per minacciare un attacco contro Teheran lo dimostrano vari elementi. Il primo è che il Pentagono, come ha rivelato la stampa americana, ha da qualche anno predisposto piani di attacco all'Iran, prima ancora che fosse sbandierata la questione nucleare; quel che non va giù alla Casa Bianca è la corretta politica antimperialista dell'Iran e in particolare il suo appoggio alla causa palestinese. La Repubblica islamica dell'Iran non si piega ai diktat imperialisti, questo è il "crimine" che turba i sonni a Washington, come a Tel Aviv e a ruota in diverse capitali europee. Altro elemento è l'ipocrisia dei governi sionisti poiché il paese che attualmente detiene illegalmente le armi nucleari è Israele, che non aderisce nemmeno al Trattato di non proliferazione nucleare e tiene ben lontani dai suoi siti nucleari gli ispettori dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica; è il paese che continua illegalmente a occupare territori palestinesi e siriani. Con il beneplacito degli Usa e degli alleati europei. 14 dicembre 2005 |