Contro la distruzione della scuola e dell'Università pubbliche Le piazze gremite di studentesse e studenti, lavoratori della scuola e genitori Roma, Milano, Firenze e Palermo epicentri del vulcano Gelmini bersaglio principale delle manifestazioni, occupazioni e assemblee. Le studentesse sempre in prima fila. Grande successo della "notte bianca". Sostegno militante del PMLI alla mobilitazione È un crescendo inarrestabile la lotta contro la legge fascista con cui la ministra alla pubblica istruzione del governo del neoduce, Mariastella Gelmini, vuole fare piazza pulita della scuola e dell'Università pubbliche italiane. La protesta ormai è esplosa e ogni giorno i centri storici di molte città d'Italia sono attraversati da fiumi di manifestanti, le occupazioni si moltiplicano e le assemblee, che, spesso, si tengono all'aperto, un po' perché le aule non riescono a contenere i tanti e tanti presenti e un po' perché è un modo per coinvolgere la popolazione, stanno ore a discutere la controriforma e i metodi di lotta da adottare per l'abrogazione. Ha un bel da fare la ministra, su tutte le tv e i giornali borghesi, a tacciare di visionari gli studenti e i lavoratori: "Davvero non comprendo le ragioni della protesta - ha affermato - e sono sempre più convinta che molti di coloro che scendono in piazza non abbiano letto il decreto": le masse non le potrà prendere in giro. Esse hanno compreso alla perfezione che il governo Berlusconi, oltre che dare un colpo di scure all'istruzione pubblica, con tagli dell'ordine di centinaia di migliaia di lavoratori, introduce un nero progetto che porta indietro al ventennio. Le masse popolari non vogliono la controriforma Gelmini e la osteggiano in ogni modo. Tra il 15 e il 21 ottobre, moltissime e affollatissime sono state le manifestazioni in ogni parte d'Italia. Nella notte tra il 15 e il 16 ottobre centinaia di scuole elementari, durante la "notte bianca" contro la Gelmini, sono state occupate da insegnanti, lavoratori, genitori e bambini per discutere della controriforma e dei metodi di lotta da adottare. Grande successo di partecipazione all'iniziativa, da Nord a Sud, mentre, in varie città, si svolgevano fiaccolate contro il maestro unico. Le donne sono sempre in prima fila nella lotta contro la distruzione della scuola pubblica. In testa le studentesse, che hanno un importante ruolo politico e organizzativo nelle mobilitazioni, nei cortei, nelle occupazioni. Anche le lavoratrici della scuola sono mobilitate. Infatti, se passa questa mostruosa legge, esse saranno le prime ad essere tagliate via dalla scuola a decine di migliaia. Nonostante il neoduce, nel tentativo di far calare la tensione della piazza, si rivolga proprio alle masse femminili, mistificando il reale contenuto della legge Gelmini : "È esattamente il contrario di quello che ho visto stanotte, guardando la televisione, dai cartelli che vengono portati dalle madri in giro alle manifestazioni di piazza - afferma - il tempo pieno sarà confermato", le mamme non ci cascano e continuano a sostenere la lotta, occupano le scuole insieme ai figli e alle maestre, portano in corteo i bambini e si organizzano per difendere, insieme al diritto all'istruzione dei figli, il proprio diritto al lavoro. Se, infatti, verrà tagliato il tempo pieno, le donne lavoratrici avranno ulteriori difficoltà a conciliare gli impegni professionali con quelli familiari. In moltissime città il 17 ottobre, giorno dello sciopero generale, indetto dai sindacati non confederali, gli studenti hanno protestato a fianco dei lavoratori. Ha fatto infuriare i fascisti e i reazionari di ogni risma la presenza nelle piazze di migliaia di bambini. La ministra Gelmini avrebbe voluto intruppare le giovanissime generazioni in una disciplina di stampo mussoliniano, per costruire i nuovi piccoli balilla, e invece i bambini scendono in piazza reggendo striscioni in difesa della scuola pubblica e cartelli contro il razzismo, come si è visto anche a Roma, dove gli scolari di origine straniera sfilavano a fianco degli italiani. Ovunque il bersaglio principale delle parole d'ordine e degli striscioni è la ministra Gelmini. Nella manifestazione più grande, quella di Roma, un imponente spezzone di cinquantamila studenti medi e universitari, a un certo punto, si è staccato dal corteo principale per dirigersi verso il ministero dell'istruzione. Urlando le parole d'ordine: "Occupiamo il ministero! Gelmini veniamo da te, Dimissioni!" e "Noi la vostra crisi non la pagheremo!", gli studenti hanno assediato per ore l'edificio. Nella stessa giornata, a Milano, circa trentamila studenti medi si sono uniti ai lavoratori della scuola e di altri settori: "Blocchiamo il decreto, occupiamo dappertutto. Gelmini la scuola ti ripudia", era la parola d'ordine più rilanciata. Un grande corteo si è tenuto a Genova, dove hanno sfilato migliaia di persone, con in testa i bambini delle elementari e delle materne, seguiti da docenti, studenti e precari della scuola. Varie altre manifestazioni si sono tenute a Catania, Palermo, Bologna, Modena, Brescia, Parma, Ferrara, Cagliari. Intanto proseguono e si estendono le occupazioni degli istituti superiori e delle Università. Nella giornata del 18 ottobre la mobilitazione più grande è stata quella di Firenze, dove hanno sfilato quindicimila tra studenti medi e lavoratori della scuola, con parole d'ordine politicamente molto avanzate, che chiamavano alla mobilitazione contro la scuola dei padroni. A Palermo il 20 ottobre erano oltre venticinquemila i manifestanti in piazza. La rabbia degli studenti siciliani è grande. I tagli alla scuola e all'Università significano minori possibilità di sbocco professionale, minore qualità dell'insegnamento e delle strutture pubbliche nell'isola. La fascista e codarda Gelmini, attesa a Palermo per un convegno universitario, ha preferito sottrarsi al confronto con la piazza siciliana non presentandosi neanche in città. Ma gli studenti non hanno rinunciato a prenderla di mira "Vogliamo una sola disoccupata: Gelmini: sei licenziata", urlavano in corteo. Il 21 ottobre un'altra imponente e combattiva manifestazione regionale di studenti medi e universitari si è tenuta a Firenze, con oltre cinquantamila presenze. Partito da Piazza San Marco, il corteo, cui hanno partecipato anche i lavoratori con le bandiere sindacali, ha percorso tutto il centro storico cittadino. Come Partito, in questa tornata di manifestazioni, siamo stati presenti a Firenze il 18 e 21 ottobre con una diffusione, a Milano il 17 con una delegazione, a Napoli il 21 ottobre, dove, mentre gli studenti contestavano sonoramente il neoduce presente in città, i marxisti-leninisti hanno dato man forte alla protesta e hanno diffuso centinaia di volantini ad hoc. A Benevento i compagni militanti e simpatizzanti hanno effettuato una diffusione record de "Il Bolscevico", apprezzato molto dalle masse studentesche in piazza. I marxisti-leninisti sono stati presenti a diverse manifestazioni in qualità di studenti e lavoratori impegnati nella lotta a partire da quella di Roma. Da menzionare la compagna Patrizia Pierattini, che ha svolto un applaudito intervento alla Facoltà di Agraria di Firenze, in cui ha espresso sostegno agli studenti, invitandoli a portare fino in fondo la lotta contro il governo Berlusconi. I compagni della Valdisieve hanno effettuato una intervista agli occupanti dell'istituto superiore "Balducci". I cortei, le occupazioni e le assemblee, cui il PMLI dà il suo pieno appoggio, continueranno nei prossimi giorni in preparazione dello sciopero nazionale della scuola del 30 ottobre. 22 ottobre 2008 |