Scuderi ci insegna come restare irriducibilmente fedeli al marxismo-leninismo-pensiero di Mao di Federico Picerni* Il discorso pronunciato dal compagno Giovanni Scuderi alla Commemorazione di Mao di quest'anno è ricco di insegnamenti ed ha un respiro congressuale che ne accentua ulteriormente l'importanza. In questi tre anni dal 5° Congresso il Partito è stato politicamente e organizzativamente attivo. Penso alle tre sessioni plenarie del 5° Comitato Centrale, che hanno provveduto a importanti obiettivi posti in sede congressuale, in particolare sviluppando la linea del Partito per quel che riguarda il fronte operaio e sindacale e quello studentesco, i due fronti principali per lo sviluppo nazionale del PMLI. Penso agli acuti editoriali del Segretario generale per gli anniversari della fondazione del PMLI. Penso ai numerosi documenti del CC e dell'Ufficio politico su scottanti questioni politiche e sociali. Penso ai brillanti discorsi dei compagni Mino Pasca e Denis Branzanti alle scorse commemorazioni di Mao. Penso infine alla nascita di nuove organizzazioni del Partito, anche all'estero, e alla conquista di nuove sedi. Adesso il discorso del compagno Scuderi sviluppa, arricchisce e aggiorna la linea del 5° Congresso, spronandoci tutti, dirigenti e militanti (ma anche i simpatizzanti attivi), a fare di più e meglio per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso, fornendoci al contempo i dovuti strumenti per farlo. E lo fa partendo da Mao, il grande Maestro che ha difeso e sviluppato la concezione leninista del partito. Il compagno Scuderi ci sprona a seguire l'esempio e gli insegnamenti di Mao e respingere con decisione tutte le tendenze errate: "l'individualismo, il liberalismo, il soggettivismo, il settarismo, il dogmatismo, il revisionismo di destra e di 'sinistra', l'empirismo, lo schematismo, lo stile stereotipato nei discorsi, nei volantini e negli articoli, l'intellettualismo, l'astrattismo e il metodo libresco"; tendenze che esistono in noi come inevitabili residui della nostra formazione precedente e come riflesso della lotta di classe. Per liberarcene ed essere dei marxisti-leninisti completi e coerenti, noi dobbiamo trasformare la nostra concezione del mondo in senso proletario, rispettare scrupolosamente il centralismo democratico e fare sano uso della critica e dell'autocritica. Indicazioni rosse fondamentali, tanto più per la fase di sviluppo che il Partito sta attraversando ora, e che coronano quanto il Segretario generale affermò al 5° Congresso e ribadì alla 3a Sessione plenaria del 5° CC tenutasi il 3 aprile scorso, quando esortò a "difendere con i denti la linea politica e organizzativa" del PMLI e disse che "Unità-lotta-unità è il principio che deve guidarci nella risoluzione delle contraddizione in seno al popolo". Il compagno Scuderi ci insegna, dandocene un esempio tangibile, come restare irriducibilmente fedeli al marxismo-leninismo-pensiero di Mao senza però cadere nel dogmatismo, mantenendone intatti tutta la vitalità e tutto il carattere scientifico che gli appartengono. Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao è una guida per l'azione e pertanto va impiegato per analizzare e trasformare la realtà; solo così e solo venendo afferrato dalle masse proletarie, popolari, giovanili e femminili, può sprigionare quell'"enorme forza materiale" di cui è capace. Proprio per trasmettere questa scienza rivoluzionaria alle masse e per dare pieno sfogo alla sua forza materiale, noi dobbiamo conoscere a fondo la realtà nella quale operiamo. Del resto lo stesso Mao dice che "occorre partire dalla realtà effettiva che esiste oggettivamente e dedurre da essa le leggi a cui poi ispirarsi nel corso della propria azione". Dopodiché dobbiamo calarvi la linea marxista-leninista e proletaria rivoluzionaria del Partito per poter risolvere i problemi che ci troviamo davanti, e "per fare questo, ci dobbiamo fondare non sulla nostra immaginazione soggettiva, non sull'euforia del momento, non sulla lettera morta di un libro, ma sui fatti oggettivamente esistenti, dobbiamo prendere conoscenza con cura del materiale e, ispirandosi ai principi generali del marxismo-leninismo, trarre le conclusioni giuste" (Mao). "Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare" è la parola d'ordine che guida il nostro lavoro su queste basi. Il compagno Scuderi ci fornisce un esempio di come realizzare questa integrazione di teoria e pratica rivoluzionarie nell'analisi che compie della storia del Partito del proletariato in Italia e nel quadro che dà della situazione nazionale e internazionale. Un'analisi, quest'ultima, impeccabile, specie in riferimento al massacro sociale imbastito dal neoduce Berlusconi e da "quel 10% di italiani che possiede il 45-50% della ricchezza del Paese" che non si fa scrupoli di proteggere i propri interessi economici bagnandosi le mani del sangue e del sudore delle masse lavoratrici e popolari, motivo per cui bisogna respingere nettamente la "coesione nazionale" (abbracciata anche dal vertice della CGIL, pensiamo solo al recente inaccettabile "fronte comune sulla crescita" con Confidustria caldeggiato dalla Camusso) tra oppressi e oppressori, perché "ciò significa unicamente rafforzare il capitalismo, le sue istituzioni e i suoi governi e frenare la lotta di classe". Prezioso l'invito ai movimenti di massa (all'interno dei quali dobbiamo batterci in tal senso) a restare fuori dalle istituzioni borghesi, evitando così di impantanarsi e affondare nella palude dell'illusoria "democrazia partecipativa". Dobbiamo riflettere a fondo sulle massime di Mao: "Servire il popolo con tutto il cuore e non solo con metà, o due terzi"; "I veri eroi sono le masse, mentre noi siamo spesso infantili e ridicoli, se non comprendiamo questo, non possiamo acquisire neppure le nozioni più elementari". Insomma, il discorso del compagno Scuderi ci dà delle indicazioni ben precise, ecco perché dobbiamo studiarlo e ristudiarlo, introiettarne gli insegnamenti fondamentali e applicarlo, ciascuno nel proprio fronte di lotta. Sul fronte giovanile dobbiamo impegnarci, da una parte, perché i giovani militanti ma anche i giovani simpatizzanti del PMLI facciano propri il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea del Partito senza cadere nelle tendenze errate, a cui i giovani ma più in generale i nuovi militanti sono particolarmente soggetti (vuoi per mancanza di esperienza, vuoi per nocive esperienze passate), mantenendo così la struttura e il carattere bolscevichi del nostro Partito; dall'altra, approfondire la nostra conoscenza della realtà che interessa le masse giovanili e studentesche, sviluppando il nostro dialogo con loro, elaborando le piattaforme e le rivendicazioni appropriate per risolvere i loro problemi, trovando il modo giusto per farle passare; il nostro auspicio resta comunque quello di conquistarle alla causa del socialismo in numero sempre maggiore, facendo loro comprendere che solo realizzando l'Italia unita, rossa e socialista potranno migliorare stabilmente le loro condizioni di lavoro, studio e vita. Per realizzare tutti questi obiettivi, siamo aiutati e orientati dal documento sui giovani approvato dalla già citata Sessione plenaria del CC di aprile. "Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao è la cultura del proletariato, il liberalismo è la cultura della borghesia. O scegliamo l'una o scegliamo l'altra." Su questa base il discorso del compagno Scuderi si rivolge alla classe operaia, incitandola a "fare i dovuti sforzi per studiare la cultura del proletariato, perché solo acquisendo la propria cultura la classe operaia può diventare una classe per sé in grado di unire tutte le masse sfruttate e oppresse, i giovani e gli intellettuali progressisti su un terreno rivoluzionario, di fare e vincere la rivoluzione socialista, abbattere la classe dominante borghese e conquistare e mantenere il potere politico e il socialismo". Nonostante tutte le diffamazioni, gli attacchi e le menzogne che la borghesia e i suoi servi revisionisti vomitano sul marxismo-leninismo-pensiero di Mao, la scienza rivoluzionaria del proletariato è viva e vegeta e continuamente comprovata dai fatti. L'attuale crisi generale del capitalismo e in particolare il predominio sfacciato del capitale finanziario sulla cosiddetta "economia reale", caratteristica tipica dell'imperialismo, lo dimostrano ampiamente. Fanno perciò al caso nostro queste parole di Lenin: tutti i "grandi periodi della storia universale posteriori all'apparizione del marxismo" hanno "portato al marxismo nuove conferme e nuovi trionfi. Ma il prossimo periodo storico apporterà al marxismo, dottrina del proletariato, un trionfo ancora più grande". Appoggiamo, studiamo e applichiamo il discorso di Scuderi sugli insegnamenti di Mao sul Partito! Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista! Con i Maestri e il PMLI vinceremo! * Responsabile per il lavoro giovanile del CC del PMLI 28 settembre 2011 |