A Milano in nome del "rispetto della legalità" (borghese) Governo e giunta Pisapia fanno sgomberare Palazzo Citterio occupato da "Macao" Contro gli artisti in lotta intervengono polizia, carabinieri ed esercito. Prosegue la "tolleranza zero" verso qualsiasi forma di iniziativa popolare e sociale non compatibile alle logiche di profitto e di speculazione del capitalismo Redazione di Milano Dopo la Torre Galfa, anche Palazzo Citterio. Gli artisti autorganizzati del collettivo Milano Arte Cultura Adesso Ora (MACAO) - giovani lavoratori del settore dell'arte e dello spettacolo provenienti da varie parti d'Italia rimasti disoccupati o precari a causa della crisi e del taglio dei fondi pubblici alla cultura - sono stati sgomberati martedì 22 maggio alle 6,40 da un ingente spiegamento di polizia e carabinieri in assetto antisommossa, supportati da militari dell'esercito, dallo spazio che avevano occupato nel cuore del quartiere di Brera dopo che, il 14 maggio, erano stati mandati via dalla Torre Galfa di via Galvani di proprietà del magnate dell'edilizia Salvatore Ligresti. La polizia è entrata nel palazzo passando attraverso l'orto botanico dell'Accademia di Brera e contemporaneamente ha chiuso via Brera e i vicoli adiacenti. "Per la seconda volta in una settimana, in due luoghi che hanno svelato forti criticità attorno alla gestione delle politiche economiche e culturali della città di Milano e del Paese - si legge in un comunicato di MACAO - le questioni aperte da cittadine e cittadini sono state ridotte a questioni di ordine pubblico". "Nessun movimento autenticamente culturale può originare un atto di illegalità - aveva infatti risposto alle istanze di MACAO il ministro ai Beni culturali del governo Monti, Lorenzo Ornaghi - il ministero, avendo la proprietà dello stabile, ha già chiesto che venga liberato" (cioè "sgomberato"). ''Palazzo Citterio deve essere liberato, e la Giunta ha fatto bene a condannare con forza un'occupazione'' faceva eco al ministro l'assessore alla Cultura della giunta Pisapia, Stefano Boeri, preoccupato unicamente di non perdere lo stanziamento di 23 milioni di euro destinati agli appaltatori privati coinvolti nel progetto "Grande Brera" per la revisione e il rifacimento delle coperture del complesso di Brera comprendente Palazzo Citterio. "La legalità è ristabilita!" esultava il consigliere PDL e fascistone Riccardo De Corato (ex neopodestà vicario con delega alla "sicurezza" ai tempi delle giunte Albertini e Moratti), sottolineando che Pisapia sta proseguendo con la sua politica della "tolleranza zero" e che quindi, in fondo, il vento è tutt'altro che cambiato. La Cellula "Mao" di Milano del PMLI si schiera solidale dalla parte della giusta lotta degli artisti di MACAO per l'autogestione tramite democrazia assembleare dal basso degli spazi pubblici e per la libertà di espressione e di associazione artistica contro gli angusti limiti imposti dall'imperante regime neofascista che impedisce qualsiasi forma di iniziativa popolare e sociale non compatibile alle logiche di profitto e di speculazione del sistema capitalistico. I marxisti-leninisti condannano l'azione repressiva di stampo neofascista perpetrata dalle forze di polizia e dall'esercito per ordine del governo Monti e con la complicità della giunta arancione del neopodestà Pisapia e rivendicano che quest'ultima dia a MACAO in concessione gratuita e perpetua uno dei tanti stabili del patrimonio immobiliare comunale altrimenti abbandonati o dati in pasto a fantomatici progetti speculativi con infiniti e inconcludenti "lavori di riqualificazione" per la gioia di famelici appaltatori privati. 30 maggio 2012 |