Nella centrale piazza "Teatro Massimo" di Catania I marxisti-leninisti partecipano all'iniziativa "Siamo tutti siriani" La risoluzione della crisi interna spetta solo al popolo siriano Dal corrispondente della Cellula "Stalin" della provincia di Catania Venerdì 13 luglio, alle ore 23, nella centrale piazza "Teatro Massimo" ha avuto luogo l'iniziativa, flash mob, "Siamo tutti Siriani". Organizzata da alcuni giovani al fine di esprimere solidarietà al popolo siriano sotto stato d'emergenza, che nell'ultimo anno ha subito la sempre più forte repressione da parte del regime di Assad. L'iniziativa è stata inoltre organizzata per lottare contro la disinformazione riguardo a ciò che sta accadendo in Siria. A tal fine sono stati proiettati alcuni video che mostravano gli scontri tra i ribelli siriani e le forze governative di Assad, nonché dei bombardamenti su aree abitate da civili e la violenza da parte dall'esercito regolare siriano contro giovani, donne e bambini. Partendo da video che risalgono all'inizio della "rivoluzione" (da loro così denominata) fino ad arrivare ad oggi. In particolare, gli ultimi scontri avvenuti tra il 12 e il 13 luglio a Tremseh, piccolo villaggio nella provincia orientale di Hama, in cui 200 persone hanno perso la vita. Era prevista una videoconferenza con un corrispondente siriano per Aljazeera e Al Arabia, Samer Al Hemsi, che ha risposto ad alcune domande poste dai presenti. All'iniziativa, che inizialmente contava una decina di persone, si sono avvicinati molti giovani presenti nella piazza, incuriositi dalle immagine trasmesse. La Cellula "Stalin" della provincia di Catania del PMLI, ufficialmente invitata, che era presente all'evento con alcuni suoi militanti e simpatizzanti, ha per l'occasione diffuso alcune copie de "Il Bolscevico", in particolare il numero 24 con l'articolo "Giù le mani dalla Siria; la risoluzione della crisi interna spetta solo al popolo siriano". Sono stati proiettati vari documentari, alcuni di questi raccontano di come la rivolta popolare siriana è ufficialmente cominciata, quando un gruppo di bambini, vedendo in tv le immagini delle manifestazioni contro il regime, ha scritto sul muro della scuola "il popolo vuole la caduta del regime". Questi bambini sono stati poi torturati e uccisi, i loro genitori sono scesi in piazza a manifestare e per tutta risposta il regime ha aperto su di loro il fuoco. Il video mostrava come Assad ha schierato l'esercito nelle città, ha avviato politiche di repressione feroce attuando arresti, stupri e torture. Dopo alcuni problemi tecnici legati alla mancanza di corrente dovuta anche al continuo bombardamento in atto nella città di Hula, il collegamento con il corrispondente ha potuto avere inizio. I marxisti-leninisti sono stati i primi a prendere la parola. Una compagna ha chiesto: "Sono molti gli scenari presentati e orchestrati negli ultimi mesi da paesi quali Francia, Stati Uniti e Arabia Saudita. Tra loro c'è chi punta per una soluzione di tipo "yemenita", ovvero la cosiddetta "transizione morbida" che consentirebbe l'uscita di scena di Assad e la sua sostituzione a Damasco con un governo amico. Altri scenari interventisti sono stati proposti dalla Francia e appoggiati dal governo italiano attraverso le parole del ministro degli esteri Giulio Terzi, con il pretesto dell'"intervento umanitario" ma che non nascondono i loro interessi imperialisti nella faccenda. Piuttosto, bisogna chiedersi cosa vogliono le larghe masse popolari siriane? Qual è la vostra posizione (dei ribelli) relativa alle prospettive di ingerenza imperialista in Siria? Come immaginate la Siria dopo la caduta del regime? Esiste un'alternativa di società nei vostri progetti?". Decisa la risposta di Samer: "Noi non accettiamo nessun tipo di intervento che non sia creare una no-flyzone, non vogliamo interventi né via mare né via terra, anche se avremmo bisogno di armi. La storia si è ripetuta talmente tante volte con i cosiddetti 'interventi umanitari'. Chiedo al mondo cosa sarà della Siria con la presenza di Assad? Quasi il 70% della popolazione siriana non ha più casa, non ha la possibilità di comprare il pane, usufruire di corrente elettrica. Spero che alla fine di questa grande ribellione ci sia una Siria unita, senza alcuna differenza tra cristiani, musulmani e tutti coloro i quali si considerano siriani. Tutti in Siria vivono in pace, nonostante le differenze religiose, l'unico che sta distruggendo la pace è Assad e i suoi 'fantasmi', gli Shabbiha (infiltrati del governo), che si intrufolano nelle manifestazioni per accoltellare giovani, bambini, segnalarli ai servizi segreti, facendoli arrestare e uccidere. Una delle mie speranze è quello per cui stanno combattendo in questo momento i ribelli, è di avere una Siria libera che possa vivere in pace con il mondo. Noi non chiediamo aiuto ai leader, ai politici in giacca e cravatta, quello che noi vogliamo è parlare ai popoli per essere sostenuti e far sapere loro ciò che sta avvenendo in Siria". La seconda domanda è posta da un compagno marxista-leninista: "Esistono prove circa un'ingerenza imperialista ufficiosa all'interno del paese? La risoluzione della crisi interna è guidata solo ed esclusivamente dal popolo siriano?" Samer risponde: "Specifico e sottolineo dieci volte che chi libererà la Siria saranno solo ed esclusivamente i siriani. Non vogliamo in alcun modo l'intervento esterno e neanche da parte della famosa opposizione all'interno della Siria, che magari è seduta nei salotti francesi e cerca di parlare in qualche modo a nome del popolo siriano. I ribelli dicono che chi libererà la Siria saranno i siriani stessi, con le loro armi, con la loro forza di volontà e con la speranza in un futuro migliore, un futuro di libertà. Purtroppo leggo molta 'informazione' occidentale e c'è troppa strumentalizzazione circa l'esistenza di 'mani invisibili'. Questo è usato contro i ribelli da parte delle truppe di Assad, noi ne siamo offesi. La parola libertà la disegneremo con il nostro sangue, non abbiamo assolutamente bisogno di nessuno, se non nei limiti di una no-flyzone". Nawal, una delle organizzatrici, che per l'iniziativa ha svolto anche il ruolo di interprete, ha chiesto al giornalista siriano quali sono i rischi nel riprendere gli scontri tra le forze ribelli e quelle governative, e se c'è il rischio di andare incontro ad un altro regime che non rispetterà le minoranze presenti all'interno del paese. Samer rispondendo afferma che crede nella democrazia, che viene dal basso. Dice anche che per lui esistono dei rischi reali, soprattutto dopo aver filmato il massacro avvenuto ad Hula e che il video potrebbe essere utilizzato in un processo. Al tempo stesso, sottolinea l'importanza di pubblicarli e tenerli come materiale che potrà essere utilizzato in futuro come prova contro coloro i quali hanno preso parte al massacro uccidendo centinaia di persone. Il video del massacro di Hula per il quale il giovane reporter ha rischiato la vita ed altri l'hanno persa, come nel caso di un soldato siriano disertore. Questi filmati non sono stati pubblicati da alcuni media italiani, tra i quali "il manifesto" e "la Repubblica", ai quali il video era stato inviato. L'iniziativa si è conclusa in tarda serata, dopo che i marxisti-leninisti hanno tenuto alcuni comizi volanti con alcuni giovani interessati a conoscere la linea politica del PMLI. Gli organizzatori hanno ringraziato i compagni della Cellula "Stalin" della provincia di Catania, invitandoli ad essere presenti alle prossime iniziative. Firenze, 18 luglio 2012 |