Incendiato il campo rom di Cascina Continassa Pogrom antirom a Torino Vergognosa presenza del segretario provinciale PD alla fiaccolata razzista È finito con incendi, danneggiamenti e devastazioni la notte di follia fascista e razzista che ha travolto il campo rom di Cascina Continassa, nella periferia di Torino, il 10 dicembre. Un fatto di gravità inaudita nato da una falsa denuncia di una ragazza di 16 anni del quartiere Vallette che aveva affermato di essere stata stuprata da due ragazzi rom nel palazzo di casa, per poi smentire tutto successivamente. La falsa denuncia è stata immediatamente strumentalizzata per organizzare, dalla famiglia della ragazza, una manifestazione xenofoba (appoggiata anche dal PD locale) e dare il pretesto a un gruppo di fascisti e razzisti di trasformare una fiaccolata notturna "di solidarietà" in un vergognoso raid per dar fuoco a baracche e roulotte di rom. Un atto del peggiore squadrismo con lancio di bombe carta, "caccia al rom", utilizzo di mazze e bastoni, incendi che hanno fatto scoppiare alcune bombole del gas, minacce ad operatori tv e fotografi. Una notte dove per un niente non è scappato il morto, nonostante alcuni manifestanti gridavano "abbiamo raggiunto l'obbiettivo, abbiamo bruciato tutto!". Michele Curto, consigliere comunale, coordinatore provinciale di Sel ha presentato un esposto in Procura: "Ci sono cose poco chiare - ha dichiarato - prima di tutto la presenza sorprendentemente esigua di polizia e carabinieri". Sembra infatti che la ragazzina abbia accennato alla violenza da parte di stranieri soltanto giovedì, il giorno dopo essere stata visitata in ospedale. Immediatamente dopo - a due giorni dal corteo - in molte cassette postali del quartiere è comparso un volantino dai toni chiaramente razzisti che dava appuntamento per "ripulire la Continassa' alle 18 e 30" orario è scritto a mano, del sabato. Alla luce di queste considerazioni risulta assolutamente vergognosa, invece, la presenza di Paola Bragantini, presidente della Circoscrizione nonché segretario provinciale del PD. Sabato sera era alla fiaccolata razzista, circostanza che a molti è sembrata quanto meno sorprendente. Ma lei con sfacciato candore puntualizza: "Eravamo lì, consiglieri di vara estrazione, uniti, per capire, parlare, spiegare alle persone. Sgomenti per la piega che prendeva, increduli per il montare della rabbia. Abbiamo tentato di tirar via le persone, di dire in faccia, a nostro rischio, 'vergognati per quello che stai dicendo'". Una spiegazione che dovrà convincere anche la Procura di Torino che ha aperto una inchiesta ed ha sentito proprio la Bragantini, per ora, come primo testimone. Suonano come ipocrite, dunque, le parole del neopodestà torinese, il neoliberale e rinnegato Fassino che ha parlato di "linciaggio nei confronti di persone estranee ai fatti per la sola ragione che sono cittadini stranieri", quando il capofila dei dirigenti del PD torinese manifestava tranquillamente assieme a fascisti, razzisti e xenofobi di ogni specie. 21 dicembre 2011 |