La polizia di Alfano carica il blocco No Muos Arrestati due attivisti Dal nostro corrispondente della Sicilia L'8 maggio in contrada Ulmo a Niscemi, Caltanissetta, dove da mesi i manifestanti impediscono la costruzione del Muos, i mezzi delle ditte che lavorano nel cantiere erano entrati molto presto scortati dalla polizia, prima che si riunisse il presidio. Nonostante l'allora governo Monti, insieme al governo Crocetta, PD, abbiano formalmente decretato la "sospensione" dei lavori per consentire ad una commissione ad hoc di produrre un documento circa l'impatto del MUOS sulla salute della popolazione, i lavori non sono mai stati sospesi, anzi le "forze dell'ordine" dello Stato borghese hanno ripetutamente tentato di forzare i blocchi per consentire agli USA di proseguire con i lavori. Non appena si sono resi conto dell'inganno, l'8 maggio i manifestanti No-Muos hanno impedito per oltre un'ora l'uscita ai militari statunitensi e agli automezzi, sdraiandosi a terra e formando un tappeto umano. A questo punto è scattato l'ennesimo attacco in stile militare alla popolazione di Niscemi e ai suoi coraggiosi attivisti. Con un intervento durissimo la polizia del neofascista Alfano, 40 agenti in tenuta antisommossa, ha strattonato e trascinato via i manifestanti, ferendo alcuni di loro. Ne sono scaturiti degli scontri tra manifestanti e "forze dell'ordine", al termine dei quali sono stati fermati i due attivisti, per i quali sono scattati gli arresti domiciliari con l'accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. Il manganellatore Alfano nell'arco di tre giorni è riuscito a mostrare senza tema di dubbi il suo volto neofascista e la sua strategia di gestione violenta e repressiva del conflitto sociale e della piazza, con l'aggressione di Milano, quella di Napoli e quella di Niscemi. Deve essere chiaro che le masse popolari di Niscemi hanno pienamente ragione e hanno tutto il diritto di usare qualsiasi strumento di massa e condiviso per bloccare i lavori e la base militare di contrada Ulmo, fino a quando il MUOS e le antenne dell'attuale stazione di trasmissione non verranno cancellati. Il PMLI chiede che non si proceda con le denunce e i procedimenti penali a carico dei due attivisti e che il governo Letta-Berlusconi, quello siciliano, guidato dal rinnegato Crocetta e le autorità USA si impegnino a rispettare gli accordi sulla sospensione dei lavori e che la zona venga liberata dalla massiccia presenza delle "forze dell'ordine" del fascista Alfano. Chiede inoltre la revoca degli accordi sul MUOS e lo smantellamento della base di Niscemi con tutte le sue antenne. L'obbiettivo finale deve essere la chiusura della base di Sigonella, di cui il MUOS è l'impianto tecnologicamente più avanzato, e la sua conversione in aeroporto civile! 22 maggio 2013 |