Davanti al Campidoglio dove si insediava la giunta di "centro-sinistra" di Roma La polizia di Letta e Alfano carica corteo per la casa Tollerato e protetto un blitz provocatorio fascista Il corteo dei movimenti per la casa, riuniti nel coordinamento cittadino di lotta per la casa di Roma, con oltre 5mila manifestanti e partito dal Colosseo, aveva scelto di portare ancora una volta la protesta fin sotto il Campidoglio. Non casuali la data e il luogo scelti. È il 1 luglio, giorno di insediamento dell'assemblea capitolina e i manifestanti vogliono dare il "benvenuto" al sindaco, alla Giunta e al Consiglio, istituzioni responsabili dell'emergenza abitativa, accentuata dalla crisi e dagli sfratti selvaggi, in cui versano migliaia di famiglie a Roma. Ma le "forze dell'ordine" di Letta e Alfano fermano il corteo e lo caricano ben 2 volte a piazza Venezia. Non vogliono consentire ai manifestanti di arrivare fino sotto il palazzo del Campidoglio, dove in quel momento si sta svolgendo una manifestazione non autorizzata de "La Destra" con poche decine di fascisti, che sarebbe stata spazzata via dalle masse in lotta. Il risultato è il ferimento dì 6 manifestanti per la casa, tutti medicati al pronto soccorso, e tra questi una giovane ricoverata con un trauma cranico e 16 punti di sutura sul volto. Oltre che nella volontà di proteggere il blitz dei fascisti in Campidoglio, la violenta aggressione della polizia ai manifestanti per la casa va letta nell'ottica della premeditazione e della ritorsione. Infatti, nei giorni precedenti a Roma era cresciuta un'ondata di occupazioni nel centro storico e nella periferia, accompagnata da decise manifestazioni, con le quali il movimento per la casa aveva costretto le "forze dell'ordine" ad un superlavoro repressivo per sgomberare, tentare di impedire altre occupazioni e contenere le manifestazioni cittadine. Un lavoro regolarmente e giustamente frustrato dalla determinazione con cui le famiglie dei senzacasa portano a termine i loro propositi di trovare un tetto sotto cui vivere. Ciò che era successo nei giorni precedenti l'aggressione al corteo dimostra che il cosiddetto "pugno di ferro" della repressione è organizzato e premeditato. Fanno bene i movimenti per la casa a chiedere la rimozione del prefetto, Giuseppe Pecoraro, e Questore, Fulvio Della Rocca. Ma tra i responsabili della repressione va indicato anche il neopodestà Marino (PD) che ipocritamente chiede che venga "fatta piena luce" sulla vicenda e condanna le "violenze", ma che, tuttavia, non ha detto finora una sola parola sul trattamento da regime neofascista subito nelle ultime settimane dalle famiglie di senza casa a Roma. Se avesse detto semplicemente "Stop agli sgomberi", non ci saremmo trovati poi con un corteo militarmente pestato dalla polizia. E cosa faceva il neo-assessore al Lavoro, Casa ed Emergenza abitativa Daniele Ozzimo, PD, stesso partito del sindaco, che da quando è nominato sostiene: "Affrontare l'emergenza casa è una delle priorità della nuova giunta capitolina", mentre intanto piovevano gli sgomberi?. Siamo convinti che la giunta Marino abbia in mano la chiave principale per risolvere l'emergenza abitativa e per fermare la violenza contro i senzacasa. È sua responsabilità intervenire, con il concorso di tutte le istituzioni borghesi, dal comune, alla provincia, alla regione, al governo Letta-Berlusconi, per bloccare gli sfratti e gli sgomberi e avviare un piano per la casa che utilizzi i circa 10mila alloggi sfitti nella Capitale e ne riqualifichi il patrimonio pubblico, come ad esempio i depositi dell'Atac. I senzacasa romani in lotta, ai quali va tutta la solidarietà militante e antifascista del PMLI, inoltre non devono dimenticare che quanto è successo a Roma va inquadrato a livello politico nel clima di feroce repressione che si sta estendendo a livello nazionale contro le lotte sociali, ancor più sgradite al governo Letta-Berlusconi se avvengono nel cuore della città capitale, sotto gli occhi del mondo intero. Una repressione con la quale Letta e il ministro dell'interno Alfano stanno mostrando senza esitazione il vero volto del governo, in perfetta continuità con i precedenti governi Monti e Berlusconi. Per raggiungere lo scopo che si prefiggono, i movimenti dei senza casa romani devono trovare alleanze sempre più vaste con le altre lotte in corso, al fine di far crescere contro il governo Letta-Berlusconi un'opposizione di classe, nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università e nelle piazze con l'obbiettivo di farlo cadere ed aprire la possibilità di risolvere definitivamente il problema della carenza abitativa che affligge le masse popolari non solo della Capitale. 10 luglio 2013 |