Per il sequestro dell'ex imam Abu Omar Pollari sarà processato Ciononostante il governo lo nomina consigliere di Stato e briga con la destra per salvarlo. A giudizio anche Mancini e 26 agenti della Cia, dei quali Mastella si rifiuta di chiedere l'estradizione Patteggia Farina, ex vicedirettore di "Libero" Nicolò Pollari, l'ex direttore del Sismi accusato di sequestro di persona dalla procura di Milano per il rapimento dell'ex imam Abu Omar, è stato rinviato a giudizio il 16 febbraio scorso dal giudice per le udienze preliminari Antonella Interlandi. La data di inizio del processo è fissata per l'8 giugno prossimo. Insieme a lui saranno processati altri 32 imputati, tra cui il suo vice Marco Mancini, le cui ammissioni hanno contribuito ad incastrarlo, altri quattro funzionari del Sismi e 26 agenti della Cia, la cui domanda di estradizione avanzata dalla procura milanese è ancora nelle mani del guardasigilli Mastella che non si decide a pronunciarsi in merito. Non andranno invece sotto processo, perché hanno patteggiato la pena, l'ex carabiniere dei Ros Luciano Pironi, condannato a un anno, 9 mesi e 10 giorni, e l'ex vicedirettore di "Libero", Renato Farina, giornalista al soldo del Sismi, accusato di favoreggiamento per aver tentato di intralciare le indagini della magistratura su incarico del vice di Pollari, Pio Pompa. Farina se l'è cavata con 6 mesi di reclusione, convertiti a una pena pecuniaria di 6.840 euro. Le manovre del governo Prodi per salvare Pollari In precedenza il Gup aveva respinto un ricorso di Pollari che, nell'ostinarsi a ribadire la sua estraneità alla vicenda del sequestro, aveva invocato il segreto di Stato a giustificazione del rifiuto di fornire elementi a suo discarico. La sua linea difensiva, dopo che per anni aveva finto di essere del tutto all'oscuro della vicenda, fino cioè a dopo l'arresto del suo vice Marco Mancini nel luglio 2006, si basa infatti sul sostenere di essersi sempre opposto, in quanto illegali, alle richieste americane di collaborazione nelle "extraordinary renditions", cioè i rapimenti, le deportazioni e le torture di sospetti terroristi, ma di non poter provare questa sua opposizione perché vincolato dal segreto di Stato. A suo dire esisterebbero almeno un'ottantina di documenti ufficiali che lo scagionerebbero, che però sono secretati. Il segreto di Stato sugli atti relativi alla vicenda di Abu Omar era stato messo dal governo Berlusconi, ed è stato riconfermato anche dal governo Prodi. Ma il giudice Interlandi ha respinto l'eccezione di incostituzionalità avanzata dai legali di Pollari, con la motivazione che se la sicurezza dello Stato è legge suprema, essa "non può però trasformarsi in una sostanziale impunità per condotte penalmente rilevanti strumentalmente trincerate dietro il segreto di Stato". Il processo dunque si farà, anche se il governo Prodi sta tentando tutte le strade per boicottarlo e salvare l'ex direttore del Sismi. Prima della sentenza di rinvio a giudizio, per esempio, il Consiglio dei ministri, come già Prodi gli aveva promesso al momento delle dimissioni, lo aveva nominato alla chetichella consigliere di Stato con incarichi speciali presso la presidenza del Consiglio. Un segnale esplicito di sostegno alla linea difensiva dell'ex capo del Sismi che mira a far finire nel nulla il procedimento a suo carico e a stendere un velo su tutta la sporca vicenda opponendo all'azione della magistratura le "superiori ragioni" della "sicurezza nazionale". Ma non basta. In parlamento la destra e la "sinistra" del regime brigavano intanto di comune accordo per varare una "riforma" dei servizi segreti che non solo cancelli il processo all'ex capo del Sismi, ma metta per sempre al riparo gli 007 dagli interventi dei magistrati ficcanaso. Clamoroso è il caso della prima stesura della bozza di "riforma" varata dalla commissione Affari costituzionali della Camera, presieduta dal rinnegato Luciano Violante, dove nella seduta del 30 gennaio, a notte fonda, in maniera "bipartisan" e alla chetichella, è stato approvato un articolo, giustamente ribattezzato "salva-Pollari", che vieta agli agenti segreti "di riferire riguardo fatti coperti dal segreto di Stato", ove "interrogati o esaminati dal pubblico ministero, da un giudice o dalla polizia giudiziaria". In sostanza, mentre adesso un agente può opporre il segreto di Stato ai magistrati ma solo se interrogato come testimone, con la nuova legge lo potrebbe fare in qualsiasi caso, anche come imputato di reato, come sarebbe appunto il caso di Pollari. Soltanto la Corte costituzionale potrebbe in questo caso accedere ai documenti secretati, ma in ogni caso la magistratura ordinaria verrebbe scippata dei suoi poteri di indagine e di giudizio. La "riforma" è stata poi rinviata a causa della crisi di governo, ma c'è da scommettere che la destra e la "sinistra" di regime ritorneranno alla carica quanto prima, con il rinnegato Violante in testa. Nel frattempo il governo ha fatto un'altra mossa per intralciare il processo: ha dato incarico all'avvocatura dello Stato di ricorrere alla Corte costituzionale per una presunta violazione del segreto di Stato che i magistrati inquirenti, Spataro e Pomarici, avrebbero commesso mettendo sotto intercettazione i telefoni degli agenti Sismi indagati. Subito gli avvocati di Pollari hanno utilizzato l'assist del governo per chiedere la sospensione del procedimento in attesa che si pronunci la Consulta, ma come già detto il Gup ha respinto la richiesta come pretestuosa. C'è poi il ministro Mastella che ancora tergiversa sulla richiesta di estradizione presentata dai pm milanesi, al punto che questi gli hanno fatto notare che il ritardo nel pronunciarsi ha ormai superato quello opposto dal suo predecessore Castelli. Il quale, non a caso, si è permesso parole di sarcasmo in proposito. Alla fine Mastella era stato convocato in commissione Giustizia del Senato per il 22 febbraio, e lì avrebbe dovuto esprimersi favorevolmente o negativamente, ma a levargli le castagne dal fuoco è intervenuta la crisi di governo. Arroganza americana e omertà governativa A completare il fuoco di sbarramento concentrico contro il procedimento giudiziario c'è stato anche l'intervento del consulente legale di Condoleezza Rice, John Bellinger (guarda caso proprio nel giorno del voto di fiducia a Prodi in Senato), il quale ha ribadito con arroganza che al governo USA non era pervenuta nessuna richiesta di estradizione per i suoi agenti Cia, ma se anche questa arrivasse la considererebbe carta straccia. Non basta ancora. Due autorevoli giornali filogovernativi, il Wall Street Journal e il Washington Post, se ne uscivano con un intervento inaudito in cui si chiedeva che la giustizia statunitense persegua i magistrati milanesi secondo le leggi americane per aver messo a repentaglio la sicurezza dei suoi agenti segreti, e qualunque altro magistrato osi intralciare i loro movimenti! Tutto questo mentre c'è un rapporto del parlamento europeo che dimostra con dovizia di prove e testimonianze le "extraordinary renditions" e le prigioni segrete della Cia in Europa con la complicità dei governi europei: "L'Italia - denuncia l'europarlamentare dei DS Claudio Fava, estensore del rapporto - non ha ancora chiesto l'estradizione perché già conosce la risposta mentre la Spagna dopo aver levato le truppe dall'Iraq, ha tolto anche il segreto di Stato sui documenti che riguardano l'uso degli aeroporti da parte della Cia. Un uso peraltro marginale e non come da noi dove è avvenuto un sequestro di persona in palese violazione della sovranità nazionale". È evidente a questo punto che anche l'Unione della "sinistra" borghese è dentro fino al collo alla vicenda delle criminali "extraordinary renditions" americane sul nostro territorio nazionale, e che quantomeno ne era al corrente ed è stata complice del governo Berlusconi nel lasciarle passare sotto silenzio e nel coprire la sporca collaborazione dei nostri servizi con la Cia. C'è anzi chi sostiene che accordi segreti per la "guerra speciale" al "terrorismo" siano stati presi con l'allora amministrazione Clinton già all'epoca del primo governo di "centro-sinistra" di Prodi. C'è stata dunque una ininterrotta continuità fino ad oggi tra la destra e la "sinistra" del regime neofascista nella collaborazione con le attività illegali americane. Il perché di questa continuità e complicità del governo dell'Unione della "sinistra" borghese con quello della Casa del fascio nella protezione di Pollari, del Sismi e dei loro accordi segreti con la Cia, è evidente: solo che si pensi al fatto che l'imperialismo italiano, qualunque sia il governo a rappresentarlo, ieri quello del neoduce Berlusconi, oggi quello del guerrafondaio Prodi, si vuole attrezzare al meglio per gli interventi bellici in cui è già impegnato e per quelli in cui lo sarà nel prossimo futuro. 21 marzo 2007 |