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La rivendicazione del lavoro al primo posto
La bandiera del 1° Maggio sventola da Portella delle Ginestre e Rosarno a Milano e Torino
In 10 mila a Portella con l'Anpi e la CGIL, in 15 mila a Rosarno con CGIL, CISL, UIL. A Chiaiano gli organizzatori invitano il PMLI a stare nelle prime file del corteo
A Varese i sindacati minacciano di non far partire il corteo se la Digos impediva al PMLI di esporre il suo cartello |
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In risposta al provocatorio tentativo orchestrato da tanti neopodestà della "sinistra" del regime neofascista di spogliare la Giornata Internazionale dei Lavoratori del suo grande valore ideologico, politico e rivendicativo e trasformarla, come ha cercato di fare il berlusconino di Firenze Matteo Renzi (PD), in una sorta di kermesse all'americana dedicata allo "shopping per rilanciare i consumi", operai, cassintegrati, immigrati, disoccupati, precari, studenti e intere famiglie hanno dato vita in centinaia di città e piccoli comuni sparsi in tutta la Penisola a iniziative di lotta, proteste, cortei e manifestazioni per tenere alta la bandiera del 1° Maggio e rivendicare il diritto al lavoro.
Lavoro e solidarietà sono state le parole d'ordine lanciate dai sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, alla manifestazione nazionale che quest'anno si è svolta a Rosarno, il paese della Piana di Gioia Tauro, teatro della rivolta dei braccianti immigrati il 7 gennaio scorso. Una scelta non casuale proprio per sottolineare lo stretto legame che unisce i tradizionali temi del lavoro, dei diritti, della sicurezza e delle tutele sindacali con l'emancipazione dei lavoratori, l'integrazione, l'antifascismo e l'antirazzismo.
Dall'area dello stabilimento ex Rognetta oltre 15 mila manifestanti, lavoratori, studenti, migranti e associazioni, sono sfilati in corteo fino a piazza Giuseppe Valarioti dove i tre segretari generali Epifani, Bonanni e Angeletti hanno tenuto il comizio conclusivo e chiesto al governo un progetto straordinario per creare posti di lavoro; rispetto dei migranti e un contrasto più efficace allo sfruttamento sui luoghi di lavoro.
In segno di solidarietà, molti abitanti hanno salutato la manifestazione dalle loro case, affacciandosi dai balconi, applaudendo e agitando bandiere della CGIL al passaggio del corteo. Tra i manifestanti anche tante ragazze e ragazzi, come Maria (16 anni) che urla: "Siamo qui perché la legalità rappresenta il nostro futuro. Mafiosi, andate via da Rosarno e dalla Calabria".
Lunghissima la lista delle adesioni che viene letta dal palco e fra cui figurano: tutte le amministrazioni locali della zona, presenti con i gonfaloni, la Regione Calabria; l'ARCI, Lega Ambiente, UDU e UDS, Lega COOP, LIBERA, i lavoratori della 'Ansaldo Breda Omega Reggio Calabria' e i lavoratori del polo della chimica di Crotone. Presente anche la CGIL Emilia-Romagna, la CGIL Roma e Lazio, la CGIL Campania, la FILLEA e lo SPI.
Storica manifestazione del 1° Maggio anche a Portella delle Ginestre (Palermo) dove, 63 anni dopo la strage di Stato compiuta dalla mafia in combutta coi latifondisti e la destra DC, per la prima volta nella tradizione delle iniziative del 1° Maggio la lotta alla mafia si è intrecciata con l'antifascismo e la Resistenza grazie alla manifestazione promossa dall'Anpi e dalla Cgil che hanno diffuso un appello dal titolo molto significativo "Il dovere della memoria, il futuro dei diritti" in riferimento anche alle ultime rivelazioni secondo cui alla strage di lavoratori compiuta a Portella il 1° Maggio del 1947 presero parte anche diversi repubblichini della X Mas.
"Portella della Ginestra - si legge nell'appello sul sito dell'Anpi - ha ancora oggi il volto e il sangue di una generazione disperata, privata di diritti, lavoro e democrazia. Ha il profilo inquietante di un emblematico buco nero della giustizia, della responsabilità collettiva, istituzionale. Politica. La prima strage nell'era repubblicana".
Al corteo commemorativo hanno preso parte oltre 10 mila giovani e anziani, lavoratori e partigiani. Presente una combattiva delegazione di militanti, simpatizzanti e amici del PMLI organizzati dalla Cellula "G. Stalin" della provincia di Catania (vedi articolo a parte).
Tra le tante iniziative svoltesi a Napoli e provincia, la più riuscita è stata la manifestazione molto combattiva e partecipata di Chiaiano organizzata dal "Presidio permanente di lotta di Chiaiano e Marano" e a cui hanno preso parte oltre 5 mila lavoratori, precari, pensionati, disoccupati, giovani e tantissime donne. Una iniziativa che è stata coronata da pieno successo e che (come si evince dall'articolo che pubblichiamo a parte) ha assunto un grande significato politico per tutto il PMLI in quanto la delegazione di militanti, simpatizzanti e amici del Partiti, diretta dal compagno Franco Di Matteo, è stata invitata ufficialmente dagli organizzatori a posizionarsi a ridosso della testa del corteo, a conferma del forte e crescente legame di lotta che esiste fra il PMLI e le masse in lotta.
A Londra (come riferisce il nostro corrispondente della Cellula "Stalin" nell'articolo che pubblichiamo a parte) ha riscosso grande successo la partecipazione, per la prima volta, della Cellula "Stalin" di Londra del PMLI al corteo di oltre 6 mila manifestanti sfilati nel giorno del May Day londinese da piazza Clerckenwell Green, di fronte alla prestigiosa Marx Memorial library, fino a Trafalgar Square.
A Varese invece le "forze dell'ordine" del regime neofascista, che già in occasione del 25 Aprile avevano cercato di intimidire i militanti, simpatizzanti e amici del Partito, hanno alzato il tiro e questa volta cercato in tutti i modi di boicottare la partecipazione del PMLI al corteo intimando alla delegazione di non esporre il manifesto con la scritta "Abbattiamo il governo del neoduce Berlusconi e il capitalismo". L'intimidazione, eterodiretta dal questore Marcello Cardona, ha suscitato l'immediata reazione dei lavoratori presenti che si sono schierati a difesa dei compagni del PMLI mentre alcuni organizzatori e esponenti sindacali hanno fronteggiato le "forze dell'ordine" intimando che il corteo non avrebbe fatto un solo passo senza il manifesto del PMLI. Alla fine il questore, non presente in piazza, ha dato il via libera al corteo "a patto che il manifesto del PMLI non fosse troppo esposto".
A Firenze nel popolare quartiere dell'Isolotto, al culmine dei festeggiamenti in piazza e subito dopo il pranzo collettivo, i partecipanti hanno dato vita a un vivace corteo di protesta con striscioni e slogan inneggianti al Primo Maggio, all'antifascismo, in difesa dell'articolo 18 e dell'occupazione e contro il governo Berlusconi e l'ordinanza comunale della giunta del neopodestà (PD) Renzi di tenere aperti i negozi e contro cui già in mattinata si era tenuto un presidio di protesta davanti a palazzo Vecchio organizzato dalla Cgil e a cui aveva partecipato il PMLI diretto dalla compagna Claudia Del Decennale che si era meritata l'apprezzamento degli altri manifestanti tra cui il presidente dell'ANPI provinciale Silvano Sarti.
A Milano oltre 30 mila manifestanti provenienti da tutta la provincia sono affluiti a Porta Venezia per prendere parte al tradizionale corteo dei sindacati confederali conclusosi in piazza del Duomo. Molti manifestanti si sono aggregati allo spezzone di corteo organizzato dai marxisti-leninisti milanesi che lungo tutto il percorso hanno rilanciato canti e slogan inneggianti al Primo Maggio e in difesa dei diritti dei lavoratori.
Nel pomeriggio la città è stata invasa da un lungo festoso corteo di oltre 60 mila manifestanti, con tir, carri allegorici, furgoncini, partiti da piazza XXIV Maggio per la "MayDay Parade2010". I sindacati non confederali, promotori dell'iniziativa chiedono il diritto al reddito e sussidi di disoccupazione adeguati al costo della vita. Al corteo hanno preso parte anche i lavoratori della Scala e i precari della scuola.
A Torino oltre 30 mila manifestanti, in gran parte operai, sono sfilati sotto le bandiere dei sindacati e dietro gli striscioni di molte fabbriche in crisi. Il corteo è partito da corso Cairoli ed è confluito in piazza Castello, dove si è tenuto il comizio conclusivo. All'imbocco di piazza Castello un cordone di carabinieri ha tentato di impedire allo spezzone anticlericale di entrare in piazza. Ne è nato un parapiglia tra manifestanti e "forze dell'ordine" conclusosi con l'arresto di un manifestante per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Altre manifestazioni e iniziative a cui ha preso parte o promosso il PMLI e di cui riferiamo negli articoli redatti dai corrispondenti locali, si sono svolte a Bergamo, Biella, Bajo Dora (Torino), Ravenna, Pontassieve (Firenze) Padova, Parma, Modena, Forlì, Santarcangelo di Romagna (Rimini), Prato, Scarperia (Firenze), Fucecchio (Firenze), Rufina (Firenze), dove è stato inaugurato un monumento ai morti sul lavoro; Terni, Civitavecchia (Roma), Bari e Lecce.
5 maggio 2010
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